Avvenire di Calabria

Vuoi conoscere una storia millenaria a cielo aperto? Ecco cosa visitare a Reggio Calabria in una mini-vacanza di soli tre giorni.

Cosa visitare a Reggio Calabria in tre giorni

Leggi il nostro articolo e ti condurremo lungo un itinerario turistico-religioso che ti farà scoprire alcune bellezze poco conosciute

di Redazione Web

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Vuoi conoscere una storia millenaria a cielo aperto? Ecco cosa visitare a Reggio Calabria in una mini-vacanza di tre giorni. Leggi il nostro articolo e ti condurremo lungo un itinerario turistico-religioso che ti farà scoprire alcune bellezze poco conosciute.

Itinerari turistico-religiosi: ecco cosa visitare a Reggio Calabria

Il territorio di Reggio Calabria è ricchissimo sotto il profilo dei beni culturali legati alla Chiesa cattolica che, accanto a un'indiscussa bellezza architettonica, presentano una profonda spiritualità.

Primo giorno

È il caso, ad esempio, delle due basiliche cittadine che potrebbero essere due delle tappe di un primo giorno di vacanza in riva allo Stretto. Santa Maria Madre della Consolazione all'Eremo è una delle più importanti mete di pellegrinaggio di Reggio Calabria.

È un santuario che si erge sul monte più alto della città, un luogo caro alla popolazione Reggina. La Basilica è storicamente meta di pellegrinaggi, oltre che luogo di partenza della processione che annualmente vede l’Effigie di Maria Madre della Consolazione essere accompagnata nella cattedrale, per la grande festa della Madonna della Consolazione.


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Il Santuario dell’Eremo è uno dei maggiori templi della cristianità in Calabria. La sua storia nasce dalla volontà dell’Arcivescovo Centelles che trasformò quel luogo dapprima solamente votivo, in un vero e proprio luogo di preghiera, basato sulla filosofia religiosa francescana. Così, a metà del 1500 iniziò la costruzione del chiostro e del convento annesso, che terminò nel 1569. Quello che possiamo ammirare oggi è però la ricostruzione di questo storica Basilica che fu riconcepita nel 1965 dall’architetto Anna Sbaraccani Anastasi, dopo l’irrimediabile danneggiamento del terremoto del 1908.

Restando in città, poi, inevitabile la visita alla Basilica Cattedrale intitolata a Maria Santissima Assunta. La Cattedrale di Reggio Calabria, elevata a dignità di Basilica minore da papa Paolo VI nel 1978, è la chiesa madre dell'Arcidiocesi ed è il più grande edificio sacro della Calabria.

È stata ricostruita ex novo dopo il catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 su progetto di Padre Carmelo Angiolini in stile neo-romanico. È arricchita da pregevoli opere artistiche, sia moderne che antiche. Di particolare rilievo la Cappella del Santissimo Sacramento, raro esempio di barocco in Calabria meridionale, dichiarata monumento nazionale dal presidente Saragat.

La storia della Cattedrale di Reggio Calabria è attraversata da numerose distruzioni a causa di guerre, incendi e terremoti e successive ricostruzioni, sino a quella attuale,  dopo il terremoto del 28 dicembre 1908. Proprio per questa essa assurge più di ogni altra a simbolo del senso di comunione e della tenacia di una comunità profondamente religiosa.

"Tra i molteplici titoli di onore, pietà religiosa e di fede, per cui, in ogni epoca si è distinta la Chiesa di Reggio, una delle più antiche e venerande, in maniera giustamente particolare si gloria sia per la venuta a Reggio di San Paolo Apostolo, sia per la sua Chiesa Cattedrale. Questa per la sua ampiezza e lo splendore dell'arte, nonchè per le memorie dei santi ivi custodite, e per le moltitudini di fedeli che vi si raccolgono, si segnala di fatto e veramente come la prima fra tutte le chiese della Calabria" (dalla Bolla Pontificia che eleva la Cattedrale alla dignità di Basilica Minore nel 1978). 

Nei locali della Curia arcivescovile attigui alla Basilica Cattedrale si trova poi il Museo diocesano di Reggio Calabria. Ospitato nell’ala tardo-settecentesca del Palazzo arcivescovile, sopravvissuta al terremoto del 1908, il Museo diocesano di Reggio Calabria conserva ed espone un’importante collezione d’arte sacra proveniente dalla vicina Cattedrale e dal territorio diocesano.

Preziose oreficerie e tessuti liturgici databili tra Quattro e Novecento, sculture lignee e in cartapesta, opere lapidee e dipinti di particolare pregio connotano un ricco percorso espositivo articolato in spazi tematici che illustrano arte e storia dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Un Museo che è istituzione viva e tesa, nel quotidiano e attraverso molteplici iniziative, a “comunicare il sacro, il bello, l’antico, il nuovo” ai pubblici diversi.


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Secondo giorno

Dopo aver visitato il centro cittadino, senza perdere di vista lo splendido lungomare "Italo Falcomatà" definito «il chilometro più bello d'Italia» e il Museo nazionale dove tra i vari tesori sono esposti i Bronzi di Riace, i visitatori possono addentrarsi nella provincia reggina partendo dal versante ionico.

Tra i luoghi di grande interesse c'è certamente la Sinagoga di Bova Marina. La scoperta, nel 1983, dei resti di un complesso sinagogale a Bova Marina fu determinante nello studio della presenza ebraica in Calabria. Datato fra il IV e il V secolo d.C. è infatti, con alcuni reperti di località vicine, fra le testimonianze certe più antiche, che porterebbero a collocare intorno a questa epoca la fioritura – se non la comparsa – dei primi insediamenti ebraici stabili.

Al centro del complesso, costituito da ambienti destinati a diverse funzioni comunitarie, è stata identificata l’aula di preghiera. La caratterizzava una ricca pavimentazione musiva a motivi geometrici e vegetali, suddivisa in riquadri nei quali si distinguono disegni a crocetta e il nodo di Salomone.

Nel medaglione centrale è stata riconosciuta l’effigie incompleta di una menorah circondata dal lulav, dal cedro e dallo shofar. In un secondo momento, forse nel V secolo, l’aula subì una ristrutturazione nell’ambito della quale fu aggiunta un’abside destinata alla custodia permanente dei rotoli della Torah; davanti fu posato un nuovo mosaico di fattura diversa e più modesta. Bolli con menorah, resti di lucerne in vetro (poste forse in cima ad una menorah in uso nella sinagoga) e la pavimentazione stessa sono oggi trasferiti nell’Antiquarium annesso al parco archeologico.

All’abbandono dell’area bovese e alla distruzione del complesso, intorno al VI secolo, risalgono probabilmente le due aree sepolcrali rinvenute nelle immediate vicinanze. Notizie di comunità ebraiche nella regione riprenderanno con regolarità a distanza di alcuni secoli. Da esse si deduce una presenza consistente e capillare, di cui rimane parziale memoria nella toponomastica viaria di alcune località.

Furono gruppi per lo più integrati nella società e nella vita economica locale, dediti ad importanti attività produttive e commerciali, ma anche legati agli studi ebraici e di medicina. Con la fine del dominio aragonese e il passaggio ai sovrani cattolici di Spagna, gli ebrei furono espulsi (o costretti a convertirsi) una prima volta nel 1510 e definitivamente nel 1541.


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Terzo giorno

Per chi passa da Reggio Calabria è, poi, inevitabile soffermarsi nella perla della Costa Viola: Chianalea e il suo borgo a strapiombo sul mare. Sempre restando sul versante tirrenico molto interessante è il Santuario della Madonna del Carmine a Bagnara Calabra, un grande esempio di architettura barocca.

Rispetto al paese di Bagnara Calabra, il Santuario si trova in una posizione decentrata, su una collina a ridosso della SS18. La Chiesa ha una torre campanaria laterale e una pianta a navata unica con abside lunettata, e presenta un patrimonio artistico molto interessante, con quattordici medaglioni raffiguranti gli apostoli e diverse scene bibliche dell'Antico Testamento, dipinte dal Gianforma, pittore palermitano del Settecento.

Le pareti riportano pannelli dipinti in oro zecchino con rilievi floreali stilizzati, che percorrono anche la volta e il catino absidale e si snodano in festoni lungo i fronti dell'arco trionfale. Il pavimento, anch’esso molto pregiato, è composto da marmi policromi, messi in risalto dal gioco di luci proveniente dalle vetrate.

La struttura si sviluppa in altezza ed alcune scelte architettoniche ricordano l’antico passato greco dell’area, come il frontone di forma ellittica presente sulla facciata. Poco più in alto del portone verde in legno si apre un’ampia finestra, mentre lateralmente si ergono delle colonne ioniche dal sapore greco che sorreggono l’architrave. Al centro del frontone un rosone circolare dotato di numerosi elementi decorativi ne evidenzia la forma. Il campanile, posto sulla sinistra, ha una base quadrata e si sviluppa su tre livelli, riportando decorazioni che richiamano la facciata.

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