Avvenire di Calabria

Le attività parrocchiali sono rimaste quasi del tutto bloccate per tre mesi, poi riprese, poi nuovamente frenate o rimodulate tramite le varie piattaforme

Covid e parrocchie: i bambini alle prese con collegamenti online

Tatiana Muraca

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Paolo ha 9 anni e da marzo 2020 sta vivendo, come tutti i suoi coetanei, seguendo regole, Dpcm e restrizioni. La pandemia ha stravolto l’intero tessuto sociale contemporaneo, e non vi è alcun dubbio che tra coloro che hanno sofferto di più la reclusione forzata, ci sono i bambini e i ragazzi. Abituati a trascorrere del tempo all’aria aperta, a frequentare luoghi affollati, a praticate attività ricreative o sportive, si sono ritrovati improvvisamente a doversi adattare ad una realtà a cui anche i più grandi fanno ancora fatica ad adattarsi. Nel quadro generale, rientrano anche le attività parrocchiali: sono rimaste quasi del tutto bloccate per tre mesi, poi riprese, poi nuovamente frenate o rimodulate tramite le varie piattaforme.

È il caso di Paolo, piccolo scout della parrocchia di Spirito Santo, a Reggio Calabria, che già l’anno scorso avrebbe dovuto iniziare il percorso che porta alla prima confessione e successivamente alla prima comunione. Ma il coronavirus ha bloccato i “piani” di questi bambini, che quest’anno hanno ripreso lì dove hanno iniziato, con poche attività in presenza nella chiesa che li ha visti crescere e molti collegamenti online per prendere parte ai vari incontri. Una sorta di Dad parrocchiale, che molto spesso non viene vissuta con particolare enfasi, soprattutto dai più piccoli. Paolo, infatti, uno dei quattro scout che il prossimo 30 maggio riceverà la prima comunione da don Salvatore Barreca, a volte soffre la mancanza del contatto con i compagni di avventura. I genitori testimoniano questo disagio, aggravato dal frequente ricorso alla Didattica a distanza nelle scuole. I bambini fanno spesso fatica a distinguere i due ambiti, vedendo negli incontri parrocchiali online una sorta di “replica” scolastica. Nonostante le difficoltà, però, don Salvatore è riuscito a creare un clima di condivisione e partecipazione, anche in questi tempi bui. Nei giorni scorsi, infatti, i bambini hanno vissuto l’emozione della prima confessione, mentre le comunioni avranno luogo a fine maggio secondo le norme anticontagio. «Saranno divisi in turni - attesta la mamma di Paolo - e alla messa potranno partecipare solo i genitori e al massimo i nonni». Per quanto riguarda, invece, eventuali possibili festeggiamenti nei ristoranti, «non facciamo programmi. I ristoratori a cui ci siamo rivolti finora non possono garantirci niente».

Articoli Correlati

Sacerdoti, ecco i “garanti” dei sacramenti

Una presenza discreta e sempre disponibile. Un vero e proprio dono, quello dei sacerdoti, per le comunità. Anche quando c’è da stare accanto alla gente, attraverso i sacramenti. Don Ielo si racconta.