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Sono stati giorni di Grazia, dall’11 al 13 giugno, per la Casa di Reclusione di Corigliano Rossano e per l’intera Chiesa diocesana: per tre giorni di la Croce della Misericordia è stata ospitata nel carcere cittadino. Un segno profetico, dono della divina provvidenza, in un tempo così delicato che gli istituti penitenziari e, non di meno nostro, stanno attraversando.
Arrivata in Calabria il 20 maggio scorso da Roma, dove stabilmente risiede presso la sede dell’Ispettorato Generale dei Cappellani Carcerari, la Croce della Misericordia ha iniziato il suo pellegrinaggio nelle carceri della regione. Domenica 11 giugno è stata accolta nell’istituto di Corigliano da tutti coloro che ogni giorno vivono ed operano in quella “casa”.
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Un clima di forte commozione ha caratterizzato il passaggio della Croce dalla porta carraia fino alla cappella del Padre Misericordioso, dove congiuntamente i detenuti ristretti nelle due sezioni di media ed alta sicurezza hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica.
Lunedì mattina con la Liturgia Penitenziale e martedì con la Via Lucis, ai detenuti è stata offerta l’opportunità, sotto il segno luminoso di questa croce, di meditare questo mistero per poi accostarsi alla Grazia Sacramentale della Riconciliazione.
I frutti di un’esperienza così forte sono rimandati alla Provvidenza, nella certezza che questi non tarderanno ad arrivare. È evidente la potenza della Croce nella vita del credente; anche il cuore più duro può sciogliersi dinanzi al Suo disarmante Amore.
I detenuti che hanno realizzato la Croce della Misericordia sono persone rimaste folgorate dalla visita del Papa nel Giovedì Santo del 2017. Ad alcuni è cambiata la vita perché hanno compreso che cos'è davvero l'amore. Da qui è germogliato il desiderio di realizzare questo sogno.
Hanno levigato per giorni il legno, lo hanno preparato e sotto la direzione di una maestra di iconografia lo hanno dipinto finemente seguendo tecniche millenarie: così è stato realizzato il grande crocifisso realizzato dai detenuti del carcere di massima sicurezza di Paliano (Frosinone). Una icona che gli stessi hanno voluto chiamare la “Croce della Misericordia” e che, dopo la benedizione del Papa il 14 settembre 2019, in occasione dell’udienza generale in Piazza San Pietro al Personale di Polizia Penitenziaria, ha iniziato a fare il giro delle carceri italiane in una sorta di pellegrinaggio della speranza.
Le immagini dipinte su di essa partono da quelle evangeliche della liberazione di Paolo e Pietro dalla prigione, ma lasciano spazio ampio a quelle: delle donne che vivono nelle carceri con i lori bambini, ai volontari che catechizzano ed incontrano i detenuti, al popolo orante (posto ai piedi del crocifisso) dei detenuti, della polizia penitenziaria e dei volontari; tutti sotto lo sguardo e la protezione della Madre di Dio e dei Patroni i Santi Basilide e Giuseppe Cafasso.
La cornice stupenda e minuziosa che racchiude questo Volto sconvolgente nella Sua serenità, diventa per chiunque ad Esso si accosta con fede una opportunità per rivedere il suo percorso di vita alla luce di Cristo che desidera cambiare i nostri cuori di pietra in cuori di carne.
«Cuori quelli nostri che devono fare esperienza dell’Amore Misericordioso di Cristo per poter essere nel tempo: sale della terra e luce del mondo», così come ha ricordato, nella sua omelia, all’assemblea presente alla Santa Messa, l’arcivescovo monsignor Maurizio Aloise, martedì 13 giugno, unitamente al Cappellano del carcere di Corigliano Rossano don Clemente Caruso, nella Parrocchia del Corpus Domini in Torricella, guidata da don Vittorio Salvati, in occasione della consegna della croce (che continua a camminare senza sosta) al cappellano delle carceri di Reggio Calabria.
PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, impegno per i detenuti: intesa arcidiocesi – carcere
L’itineranza calabrese culminerà nella Solenne celebrazione Eucaristica il prossimo 29 giugno presso il Santuario mariano di Paravati alla presenza: dell’Episcopato calabro, dei cappellani carcerari, dei direttori d’istituto, dei corpi di polizia penitenziari, del personale e dei volontari che operano nei reclusori.
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