Immigrazione, dal Gambia alla Calabria per curare la leucemia
Protagonista un giovane immigrato di 23 anni giunto in Italia a bordo di un barcone sottoposto ad un trapianto di midollo osseo presso il Gom di Reggio Calabria.
Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, interviene sull’annunciata chiusura delle strutture sanitarie private in Calabria in seguito a una recente sentenza del Tar.
«Siamo profondamente rammaricati – afferma il presule - nell’apprendere che avamposti di tutela della salute dei cittadini siano costretti a procedere con i licenziamenti collettivi dei propri dipendenti e dichiarare la cessazione dell’attività. Dal nostro osservatorio, pur conservando il massimo rispetto istituzionale, auspichiamo che si metta in atto un intervento urgente che salvaguardi le strutture private calabresi che operano in ambito sanitario, spesso supplendo alle difficoltà della Sanità pubblica locale».
Il pensiero di Morosini, infine, va alle “vittime” di questo sistema. «A pagare il prezzo più caro sono i cittadini-pazienti e i professionisti che - conclude l’arcivescovo reggino - si ritroveranno a passare le feste natalizie senza più un'occupazione. Non si può accettare più la perdita di posti di lavoro. Reggio e tutta la Calabria non se lo possono permettere».
Protagonista un giovane immigrato di 23 anni giunto in Italia a bordo di un barcone sottoposto ad un trapianto di midollo osseo presso il Gom di Reggio Calabria.
Opereranno presso gli Ospedali di Polistena, Gioia Tauro, Melito Porto Salvo e Locri, gestiti dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
Dopo aver già visitato i “Riuniti”, Anna Maria Stanganelli ha effettuato un nuovo sopralluogo presso il presidio ospedaliero del Gom, nella zona sud della città.