Avvenire di Calabria

Diocesi: Acireale, un ponte tra formazione e lavoro per il futuro dei giovani raccontato nella campagna Cei

di Redazione Web

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“Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare. Le persone più felici, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino”. Questo motto di Albert Einstein è il faro ispiratore della Fondazione Città del Fanciullo di Acireale. Fondata nel 1953 da mons. Paolo Randazzo, la Fondazione ha il compito di sostenere i giovani orfani e abbandonati. Oggi due sacerdoti, membri del Consiglio di amministrazione, tengono vivo il legame con la comunità ecclesiale e civile. Sono don Orazio Sciacca, direttore della pastorale giovanile, e don Orazio Tornabene, direttore della Caritas diocesana e della pastorale sociale e del lavoro di Acireale, nonché tutor del progetto Policoro. “La Fondazione stimola i giovani all’autoimprenditorialità e alla creatività – racconta don Orazio Tornabene su unitineldono.it – ma soprattutto li aiuta a pianificare il proprio futuro qui, per contrastare la costante fuga verso il Nord Italia”. Il territorio offre poche prospettive stabili. La Fondazione, presieduta dal vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti, si batte per invertire questa tendenza, offrendo percorsi di formazione qualificati in ambiti chiave, come il turismo e l’agricoltura, in partnership con i Gruppi di Azione Locale “Terre di Aci” e con 5 Comuni coinvolti. “Io sono anche assistente scout – prosegue don Tornabene – e questa esperienza mi conferma che stiamo vivendo un drammatico spopolamento: tanti giovani si trasferiscono nel nord Italia già durante il percorso accademico o subito dopo aver frequentato l’università a Catania. L’agricoltura resta la principale attività, in particolare nei vigneti delle zone montane; resiste il turismo nella zona di Catania e in quella ionica di Giarre, con il porto. A tal proposito la Fondazione ha attivato percorsi di qualificazione in ogni settore, ma la rete con le istituzioni e l’associazionismo è deficitaria. Con i Centri di Ascolto Caritas attivi on line e in presenza vogliamo lanciare questa sfida di collaborazione tra pubblico, privato e comunità ecclesiale”.

Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. Una presenza – si lege in una nota – fatta di “piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto che trasformano le difficoltà in speranza. “Nell’Italia di oggi, se non ci fosse la Chiesa con la sua rete solidale e il lavoro straordinario svolto da migliaia di volontari, ci sarebbe un vuoto enorme. Con la campagna – spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – vogliamo raccontare il valore tangibile di questa presenza nella vita di tante persone, cattoliche e non”. La campagna si snoda tra tv, radio, web, social e stampa. Gli spot, da 15” e da 30”, raccontano una Chiesa vicina ogni giorno attraverso cinque esempi concreti: “ascolto, che si traduce nella capacità di accogliere ogni voce, soprattutto quelle inascoltate; fede, che illumina il cammino di chi è alla ricerca di Dio e di significato; lavoro, che diventa impegno per offrire strumenti e opportunità a chi è in cerca di un futuro migliore; speranza ai dimenticati, che si concretizza in una mano tesa a chi si sente escluso o emarginato; ponte tra le generazioni, che valorizza il dialogo tra giovani e anziani come ricchezza e crescita per tutta la comunità”. Non solo tv, ma anche radio, digital e carta stampata, con uscite pensate per stimolare una riflessione profonda sui valori dell’ascolto e della condivisione. Perché “la Chiesa cattolica è casa, è famiglia, è comunità di fede. Per te, con te”.

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