Avvenire di Calabria

Il progetto avviato dal Gom e dall'Università Mediterranea è ritenuto dal MIUR di rilevante interesse nazionale

Dolore cronico, a Reggio Calabria al via una sperimentazione innovativa

Le attività di ricerca hanno come fine la misura oggettiva del dolore attraverso la definizione di nuovi modelli diagnostici mediante termografia

di Redazione Web

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Una nuova collaborazione scientifica che prevede interessanti risvolti, con impatto in ambito internazionale, prende avvio nel Reggino. L’Università Mediterranea di Reggio Calabria e il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria hanno stipulato di recente un accordo che annuncia l’inizio di un progetto di ricerca e collaborazione sul dolore cronico.

La sperimentazione vede coinvolti il reparto di Terapia del Dolore del GOM seguita dal dottor Domenico Quattrone ed il Laboratorio di Termografia Avanzata dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria diretto dal professor Rosario Morello. Le attività di ricerca hanno come fine la misura oggettiva del dolore attraverso la definizione di nuovi modelli diagnostici mediante termografia.

Dolore cronico, il gruppo di ricerca "made in" Reggio Calabria

Il gruppo di ricerca dei due Istituti ha definito e messo a punto una tecnica innovativa ed unica al mondo la cui sperimentazione prenderà avvio per la prima volta a Reggio Calabria. I connotati fortemente innovativi della ricerca consentiranno agli studiosi coinvolti di misurare il dolore attraverso l’analisi della risposta del flusso sanguigno a livello periferico così da determinare in modo oggettivo l’entità del dolore in soggetti affetti da dolore cronico.


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La valutazione del dolore oggi fa riferimento a diverse scale. Difatti oggi la stima dell’entità del dolore è di natura soggettiva poiché si fonda sull’autovalutazione della sensazione di dolore avvertita dal soggetto interessato. Sebbene tali scale possano in determinate condizioni fornire una valutazione utile ai fini del trattamento terapeutico, in altri casi (soggetti affetti da neuro-patologie, soggetti non in grado di comunicare le proprie sensazioni...) non consentono di ottenere alcuna valutazione da parte del soggetto pertanto la stima indiretta si basa sull’osservazione del volto o del comportamento del paziente.

Un nuovo approccio terapeutico

È bene osservare, tuttavia, che la corretta determinazione della severità del dolore consentirebbe di ottimizzare il piano terapeutico e la somministrazione farmacologica. Il dolore coinvolge inoltre diversi aspetti psicosociali e comportamentali, oltre che strettamente clinici e farmacologici, condizionando negativamente la qualità di vita del paziente.

In tale contesto, i ricercatori svilupperanno nuovi modelli neuro-algologici in soggetti affetti da dolore periferico cronico. Le attività prevedono inoltre la definizione di biomarkers utili al trattamento del dolore neuropatico ai fini del miglioramento della qualità di vita del paziente mediante terapia del dolore ottimizzata e personalizzata.

Una metodologia non invasiva che rispetta il paziente

La metodologia proposta è non invasiva e non comporta alcun contatto con il paziente o esposizione a radiazioni; la stessa sfrutta la presenza di un’incrementata attività a carico del sistema cardiovascolare periferico nell’area affetta da dolore. Diversi problemi sono tuttavia ancora aperti, ed ulteriori attività di ricerca e sperimentazione nel settore si rendono necessarie prima che tale tecnica possa essere considerata un efficace strumento di misura diagnostico.


PER APPROFONDIRE: Gom Reggio Calabria, sei trapianti di reni in quattro giorni


Il progetto è stato selezionato dal Ministero dell’Università e della Ricerca tra le proposte vincitrici del programma di finanziamento PRIN 2022 e ritenuto quindi Progetto di Rilevante Interesse Nazionale.

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