Avvenire di Calabria

Pubblichiamo di seguito la testimonianza vocazionale di don Maurizio Demetrio, ordinato presbitero sabato scorso nella Cattedrale di Reggio Calabria

Don Maurizio Demetrio si racconta: da avvocato a pescatore di uomini

L’attività legale ha permesso di conoscere tante fragilità. Così inizia un cammino di conversione che si è compiuto sabato scorso con l'ordinazione sacerdotale

di Maurizio Demetrio

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Pubblichiamo di seguito la testimonianza vocazionale di don Maurizio Demetrio, ordinato presbitero sabato scorso nella Cattedrale di Reggio Calabria.

La testimonianza di don Maurizio Demetrio

Parlare della mia vocazione non è semplice anche perché il mio cammino vocazionale è stato lungo e costellato di tanti avvenimenti attraverso i quali, il Signore, ha parlato al mio cuore.


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Sin da piccolo ho frequentato assiduamente la mia comunità parrocchiale di Santo Stefano da Nicea in Archi Cep e lì, la mia fede, si è formata ed è cresciuta attraverso la testimonianza di tanti sacerdoti che si sono susseguiti nella guida della comunità e di tanti laici impegnati.

La mia passione per la liturgia è cresciuta attraverso il servizio all’altare che ha caratterizzato il mio impegno in Parrocchia sino all’ingresso in Seminario. Una cura quella per la liturgia che ci è stata trasmessa dal nostro primo parroco Don Giovanni Laganà e grazie alle amorevoli cure di monsignor Gianni Latella e del Diacono Memè Romeo.

La Legione di Maria, associazione di cui ho fatto parte e che ho anche guidato, è stata molto importante per il mio percorso, infatti, attraverso soprattutto le visite settimanali agli ammalati e alle persone sole è cresciuto in me il desiderio di donarmi sempre di più al Signore.

Non da subito ho avuto il coraggio di rispondere alla chiamata pensando che la mia vocazione fosse un’altra. In me, però, ho sempre sentito forte il desiderio di donarmi agli altri e di prendermi cura delle persone più fragili e sofferenti. Al compimento delle scuole superiori ho scelto così di iscrivermi alla Facoltà di Giurisprudenza e, dopo aver conseguito la laurea, ho intrapreso la professione di Avvocato. Sono stati anni molto belli e faticosi di cui porto nel cuore i volti dei tanti colleghi conosciuti che, con la loro amicizia ed il loro affetto, mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto. Tante sono state le storie di sofferenza e di ingiustizia incontrate in quegli anni molte delle quali hanno profondamente segnato la mia storia.

Ma è stato l’incontro con la grande famiglia della Caritas Diocesana che ha fatto riemergere in me quella domanda profonda di senso che attendeva ormai una risposta e non poteva ancora rimanere sopita. Ed è stato proprio mettendomi al servizio degli altri nel Soggiorno Sociale di Cucullaro, attraverso lo Sportello Legale e vivendo il servizio di Amministratore di sostegno che ho compreso che la mia vita doveva essere un dono gratuito agli altri.


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Mi sono messo così in cammino affidandomi ad un vecchio amico che era nel frattempo diventato vicerettore del seminario diocesano. Le tante domande, le paure ed i desideri che albergavano dentro di me lentamente hanno assunto un volto che era quello di Gesù Misericordioso che mi chiedeva di fidarmi di Lui.

Il cammino, così iniziato, tra mille turbolenze e tante paure, ieri è giunto a conclusione e, nel giorno in cui si ricorda la memoria del Cuore Immacolato di Maria, come lei, mamma buona, che ha sempre guidato la mia vita, ho detto il mio “Eccomi” al Signore nella consapevolezza che solo una vita donata è una vita piena.

A Maria, affido tutto il mio passato, il mio presente e il mio futuro, affinché, custodendolo nel suo tenero cuore, lo porti al Cuore del Figlio suo Gesù.

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