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La chiesa di San Giorgio, “Chiesa degli artisti” ha ospitato la presentazione del volume “La Chiesa di Sant’Elia Profeta. Guida alla lettura simbolica dei luoghi della celebrazione”, opera di don Antonio Cannizzaro e dell’architetto Domenico Rifatto. Sono intervenuti, l’arcivescovo monsignor Fortunato Morrone, il vescovo emerito monsignor Vittorio Mondello, gli autori e l’editore Mimmo Laruffa. Ha coordinato l’incontro il professor Giuseppe Livoti. Alla presenza di un attento e numeroso pubblico, i relatori hanno, ognuno per la propria competenza, illustrato l’opera realizzata, sottolineandone la valenza simbolica e artistica.
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La chiesa di Sant’Elia, nel rione di Condera, durante la cura pastorale del parroco don Cannizzaro, è stata oggetto di una imponente opera di restauro e di adeguamento liturgico che non ha precedenti in diocesi. Numerosi sono stati gli artisti che si sono cimentati in nuove opere d’arte che oggi arricchiscono la chiesa, ma anche la stessa struttura dell’edificio ha subito un totale rinnovo, anche a partire dalla creazione di più ampi spazi celebrativi. «Coscienti che la nostra epoca storica – ribadisce don Cannizzaro nella presentazione – è caratterizzata dal tramonto dei significati teologici e simbolici della fede, al fine di evitare una superficiale e massificante lettura dell’edificio religioso, con evidente fuorviante interpretazione dettata da una moda estetica che si è allontanata dai modelli patristici, basata solo su una lettura pratica e orizzontale dell’edificio religioso».
Il libro intende offrire una “guida” alla lettura dei simboli realizzati e quindi ad una loro ri-significazione nella cultura religiosa moderna. Inoltre la pubblicazione vuole offrire un modello di riferimento per altre auspicabili opere di costruzione e di restauro di edifici di culto. L’idea progettuale è scaturita dallo studio dell’architettura medievale e dalla lettura simbolica dell’Apocalisse offerto dal codice del beato Lièbana (Navarra 784).
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Gli autori si sono ispirati alle creazioni artistiche-religiose e alla teologia liturgica presente nella tradizione Normanna dell’Italia meridionale, che soprattutto in Sicilia, viene rappresentata in maniera eminente dai manufatti presenti nella cattedrale di Cefalù. Le persone presenti hanno potuto seguire anche attraverso la proiezione di numerose foto, l’illustrazione delle creazioni artistiche e i relativi significati simbolici. A conclusione della ricca serata, l’arcivescovo Morrone facendo una sintesi dell’incontro, ha richiamato la bellezza della dimensione simbolica della liturgia, invitando tutti ad una rinnovata cura del bello.
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