Don Santo Battaglia sacerdote da venticinque anni. «Oggi mi son detto addio spero, per sempre, come un nauta che ha i remi spezzati. Spezzati i remi lacerata la vela contro l’onda contraria del sangue». È la frase di David Maria Turoldo scelta da don Santo Battaglia come riferimento della sua vocazione e del suo sacerdozio. Difatti l’ha riproposta anche martedì nell’importante tappa del 25esimo, sia riportandola sull’immaginetta ricordo che riprendendola nel ringraziamento finale.
Don Santo Battaglia sacerdote da venticinque anni
A presiedere la celebrazione eucaristica, a Roma in Santa Caterina a Magnanapoli, monsignor Vittorio Mondello, arcivescovo emerito di Reggio Calabria - Bova, che il 29 giugno del 1996 ordinò presbitero don Santo nella cattedrale di Reggio.
Occasione, quella di ieri, per ricordare pure i 15 anni di episcopato di monsignor Marcianò, anche lui consacrato vescovo da monsignor Mondello a Reggio Calabria il 21 giugno del 2006.
Lo stesso Marcianò, all’inizio della celebrazione, ha espresso gratitudine a monsignor Mondello che “ci ha generati nella paternità”. Così, a seguire, nell’omelia Mondello: “Ho accettato di presiedere questa santa eucarestia per ringraziare Dio che li ha chiamati ed inoltre per la fedeltà e il servizio al loro ministero”. L’arcivescovo emerito ha tratteggiato poi, come par suo, aspetti e differenze tra il ministero sacerdotale e il sacerdozio comune, prendendo spunto dal capitolo 2 della Lumen gentium.
“Il sacerdote non è quello che deve dominare nella Chiesa, ma è quello che deve servire”. In conclusione, un ulteriore ringraziamento al Padre “per averci dato l’arcivescovo Santo e don Santino che hanno lavorato bene ovunque siano stati chiamati”.
Alla fine della celebrazione monsignor Angelo Frigerio, Vicario generale dell’Ordinariato militare, ha dato lettura della Benedizione inviata dal Santo Padre per l’occasione. “Guardo alla grandezza del Suo amore che mi ha chiamato”. Queste le prime parole di don Santo Battaglia nel ringraziamento finale.
Don Sergio Siddi, decano della zona pastorale Lazio, ha fatto dono al festeggiato di un’icona raffigurante San Giuseppe, significandolo in ordine all’anno dedicato dal Santo Padre al Patrono della Chiesa universale.