Avvenire di Calabria

Sembrano ricuciti gli strappi nel centrosinistra. Restano gli indipendenti (Pazzano e Liotta), ma in tanti stanno nuovamente convergendo sull'uscente

Due mesi alle Comunali, l’unico «pronto» è Giuseppe Falcomatà

Centrodestra ancora in alto mare. La Lega continua a sostenere la posizione di Minicuci, ma tra i ''delusi'' serpeggia la volontà di aderire a una «terza via»

Federico Minniti

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Due mesi alle elezioni. Il 20 e il 21 settembre, i reggini saranno chiamati a rinnovare il Consiglio comunale ed eleggere il sindaco di Reggio Calabria (che in virtù di un cervellotico sistema proporzionale diverrà anche sindaco della Città Metropolitana). Una bagarre elettorale che dovrebbe rappresentare un test politico di primo livello su scala nazionale, ma che così non è. Tutt'altro che una novità, visto che i partiti ormai hanno svuotato le piazze (che in tempo di Covid-19 non è un male), ma pure le segreterie locali e le sezioni, ormai completamente messe in soffitta. Il toto-nomi stimola le discussioni in Città, ma ciò che preoccupa è l'assenza dei programmi per lo sviluppo di un territorio che - evidentemente - annaspa. Con un ulteriore spada di Damocle sulla testa: la sentenza che rimanda al mittente il piano di rientro trentennale dal debito protratto dal Comune, suona come una sentenza anticipata per chi - da fine settembre - guiderà Palazzo San Giorgio.

 
Questo lo scenario in cui si muovono i protagonisti dell'estate elettorale reggina. Il più attivo, al momento, è il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà che, tra la gestione dell'emergenza Coronavirus e gli harakiri del centrodestra (di cui parleremo tra poco), sta riprendendo quota: la moral suasion di Falcomatà è verso il "voto responsabile", provando a coalizzare le diverse anime del centrosinistra, alcune delle quali fino a poco tempo fa estramente critiche nei confronti dei suo operato (e un caso di scuola è la reunion con le sardine). Sembrerebbero dieci, le liste pronte a sostere il primo cittadino in carica: di cui sei sarebbero già pronte e "galoppanti" alla ricerca dell'ultimo consenso
 
Un vantaggio, in termini di tempo e uomini, che sta convincendo tantissime iniziative apartitiche a provare a convergere o su Falcomatà o in unico progetto. La proposta di "Patto Civico", guidato da Maria Laura Tortorella, ad esempio, punta a creare qualcosa indipendente dal Pd nell'alveo del centrosinistra. Difficile (anzi, quasi impossibile) che il movimento "La Strada", guidato da Saverio Pazzano, decida di confluirvi soprattutto in virtù del serratissimo dialogo in atto con Fabio Foti, indicato come leader di quel che resta del M5s in Città e pronto a sottoporre a Rousseau, la piattaforma di consultazione dei grillini, il possibile asset con l'ultrasinistra.
 
Resta in campo anche la candidatura dell'ex Energia Pulita, Nino Liotta, che - al momento - non sembra trovare aderenze e potrebbe competere in solitaria. Così come da indipendenti - ma nel centrodestra - dovrebbero concorrere anche Klaus Davi, massmediologo con la passione per la Calabria, già consigliere comunale a San Luca, nella Locride e Andrea Cuzzocrea, ex presidente di Confindustria (che sta dialogando però anche con ampie fette di centrosinistra).
 
Insomma, la disgregazione del centrosinistra - che poche settimane fa sembrava condannare Falcomatà - oggi appare sempre più sanata. Discorso opposto per il centrodestra: il diktat romano che indica la Lega come partito che dovrà esprimere il candidato a sindaco ha creato più di un maldipancia. Lo confermano a denti stretti un po' tutti: da Forza Italia agli ex scopellitiani fino a Fratelli d'Italia, ciascuno si aspettava maggiore coinvolgimento. Il nome di Antonino Minicuci, apprezzabile dirigente pubblico già impegnato alla guida dell'Ente Provincia in riva allo Stretto, non convince i sodali. Non per le competenze (indiscusse) di Minicuci nella gestione della macchina amministrativa, quanto per una leadership non riconosciuta al Corroccio.
 
Così, anche a destra, si sta provando (o forse sarebbe meglio parlare già al passato) una terza via: il Polo Civico. In campo tutti i "delusi" dalla scelta di Matteo Salvini: l'ex assessore ai Lavori Pubblici, Angela Marcianò; il medico-editore, Eduardo Lamberti-Castronuovo; l'ex presidente dell'Ente Parco nazionale dell'Aspromonte, Giuseppe Bombino, e l'avvocato reggino trapiantato a Roma, Paolo Zagami. Tutte e quattro sembravano profili "ideali" come candidati a sindaco del centrodestra, ma hanno - al momento - incassato la scelta della Lega. Dai primi sondaggi, però, il Polo Civico stenta a decollare: le riunioni interlocutorie non hanno portato alla "quadra" tanto attesa.
 
Manca un mese alla presentazione delle liste e di "colpi di scena" (specie nel centrodestra) non è escluso che avvengano. Intanto Falcomatà macina chilometri provando a recuperare il consenso "appannato" dagli anni di amministrazione a Palazzo San Giorgio.
 
La foto di Falcomatà, all'interno del collage, è di Adriana Sapone.

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