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In due anni l'emporio solidale “Sarèpta - in Campo per la Vita” di Campo Calabro, si è affermato come servizio prezioso di prossimità, pronto a rispondere al grido d’aiuto di molte famiglie e tanti fratelli bisognosi del territorio. Storia di una realtà nata grazie alla volontà del parroco che ha saputo coinvolgere tanti fedeli e benefattori. La testimonianza di don Francesco Megale: «Donare è un laboratorio che ci educa a condividere e concretizzare il Vangelo».
Il 17 dicembre scorso, l’emporio solidale “Sarèpta - in Campo per la Vita”, nato nel cuore della parrocchia Santa Maria Maddalena in Campo Calabro, ha celebrato i primi due anni di servizio. Un servizio che il parroco don Francesco Megale ama definire «un vero e proprio esercizio d’amore che permette alla comunità di cogliere pienamente il messaggio evangelico ed eucaristico». Una frase che, già da sola, descrive la “creatura” così fortemente voluta e realizzata grazie al coinvolgimento dell’intera comunità parrocchiale.
«Uniti possiamo davvero realizzare concretamente qualcosa di utile per il prossimo», afferma don Francesco, che è anche vicario episcopale per la carità, i problemi sociali e il lavoro dell’arcidiocesi di Reggio Calabria Bova.
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L’emporio solidale Caritas di Campo Calabro è il secondo sorto sul territorio dell’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova. Un sogno trasformato in realtà proprio grazie alle donazioni e al contributo di tanti benefattori che, insieme ai molti volontari coinvolti in questa “operazione” di prossimità, continuano a sostenere questa realtà in poco tempo divenuta un vero e proprio punto di riferimento per tutta la comunità, non solo per le famiglie e le persone più bisognose.
È vero, aggiunge don Francesco, «qui ci impegniamo giornalmente a dare risposte alle richieste di aiuto di tanti nostri fratelli che attraversano un particolare stato di bisogno. Chi si rivolge al nostro emporio, ad esempio, sa che troverà un’attenzione diversa rispetto alla semplice distribuzione della busta che si faceva in passato».
«Tra un bene di prima necessità e un pacco di pasta, infatti, troverà qualcuno pronto a donare un sorriso, una parola di conforto, ma anche un valido consiglio da parte di una persona amica». Allo stesso tempo aggiunge, «è diventato un luogo capace di colmare le altrettanto numerose mancanze spirituali».
Nel relazionarsi con il prossimo e, in particolare, i cosiddetti “ultimi”, si è attivata una macchina speciale, alimentata da tanto amore, «che educa alla condivisione, alla solidarietà, all’aiuto concreto nel rispetto della dignità di chi si trova nel bisogno». «Qui si riesce a cogliere con mano - aggiunge il parroco di Campo Calabro - quanto la domenica la gente riceve nell’ascolto della Parola o partecipando all’Eucaristia: essere pane spezzato, dono per il prossimo».
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«Il nostro emporio - prosegue don Francesco - è un segno di speranza, in cui trovi tanta gente che dedica tutta sé stessa agli altri, mettendo loro a disposizione il proprio tempo, nonostante ognuno abbia i suoi impegni familiari, di lavoro o di studio».
«In molti, inoltre, si autotassano per contribuire a mantenere in vita l’emporio. Un segno che ci fa sperare nonostante conflittualità e cattiverie sparse ovunque nel mondo». Quanto realizzato, quindi, comporta un pieno donarsi all’altro. E molto non sarebbe possibile senza il sostegno ai sacerdoti. In effetti, ammette don Megale, «la provvidenza non arriva come la manna nel deserto, ma è frutto di un lavoro di squadra che coinvolge amici che amano la Chiesa e credono nei sacerdoti e nelle loro opere caritative: tanti laici e laiche che si fidano del proprio parroco».
«Attraverso le offerte deducibili giunge a noi sacerdoti un contributo economico che aiuta a superare i disagi in cui versano tante famiglie dei nostri territori, ma anche provenienti da paesi esteri piegati da guerra e fame. Si aiutano, inoltre, tanti minori non accompagnati o donne che hanno subito violenza».
«La mia comunità da alcuni anni partecipa alla campagna “Uniti nel Dono”. Ed è gratificante per me e per gli altri sacerdoti con i quali condivido il servizio pastorale vedere che tantissimi fedeli portano la loro offerta, anche piccola, come segno di attenzione e di affetto verso noi sacerdoti e soprattutto verso la Madre Chiesa che li ha generati nella fede. Anche questo - conclude don Francesco - diventa laboratorio che educa alla condivisione e quindi aiuta a mettere in pratica il Vangelo della Carità. Gesù ci insegna che con il poco di molti possiamo fare tanto, ed è questo quello che cerchiamo di mettere in pratica ogni giorno».
Al fianco dei tanti “don” che ogni giorno aprono la loro vita al prossimo. Torna anche nel mese di gennaio, la campagna di comunicazione di “Uniti nel dono” per le offerte deducibili, quelle destinate al sostentamento del clero diocesano, che sarà declinata su tv, web, social e stampa. Vedrete scorrere, sullo schermo della tv o del cellulare, oppure sfogliando le pagine di giornali e riviste, i volti di don Stefano, don Fabio e don Domenico, che ci hanno permesso di seguirli, per qualche ora del loro tempo, in modo da aprire una finestra sulla loro vita di ogni giorno.
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«Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per ringraziare tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro», sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni.
Ma come donare e contribuire così a sostenere l’opera dei sacerdoti diocesani? Lo si può fare attraverso diverse modalità: carta di credito o Paypal, direttamente sul sito www.unitineldono.it oppure chiamando il numero verde 800 825 000.
Si può donare, inoltre, con un bonifico bancario sull’Iban IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero, specificando nella causale «Erogazioni liberali art. 46 L.222/85», ai fini della deducibilità.
Si può utilizzare anche il contro corrente postale numero 57803009 per effettuare il versamento presso un qualunque ufficio postale. Accanto ad anziani ed ultimi, migliaia di sacerdoti ogni giorno aprono la loro vita ad altre vite, aiutando le comunità a crescere
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