
Autismo e scuola: «Costruire relazioni è il primo passo verso l’inclusione»
La professoressa Annamaria Curatola, docente e formatrice, analizza il significato profondo dell’inclusione scolastica per gli studenti con disturbo dello spettro autistico
di Giancarlo e Mariangela Benedetto - Com’è bello raccogliere sorrisi e sguardi grati, vedere trasformarsi una presenza dubbiosa e forse anche scet- tica in una gioiosa attesa di incontro e conoscenza. Il corso prematrimoniale: mesi e mesi di appuntamenti settimanali, tempo sottratto alle serate assieme, alla birra con gli amici, al giro di shopping per la cerimonia o per la casa. Ma serve veramente? A cosa? E, soprattutto, a chi? Sono domande, spesso non espresse, che abbiamo tante volte percepito ai primi incontri con i futuri sposi. E, allora, perché è necessario il corso prematrimoniale? «Abbiamo deciso di sposarci, e di sposarci in Chiesa, promettendoci amore reciproco, fedele e per sempre, alla presenza del Signore. È una scelta impegnativa, coinvolgente fino a trasformare ogni aspetto delle nostre vite». È una scelta che, per questo, richiede, in un itinerario di fede che ponga la persona al centro, che siano chiari alcuni punti fondamentali. Vivere in pienezza la vita affettiva e quotidiana della coppia: scoprire la bellezza e la responsabilità della fedeltà al progetto, della vita di relazione nella coppia e con le famiglie di origine, della sessualità, dell’uso del denaro e del tempo, delle difficoltà concrete. Il nuovo noi che nascerà è un virgulto da curare, innaffiare e potare, con amore e pazienza. Interrogarsi sulla questione della fede: accompagnare i fidanzati nella ripresa del loro cammino di fede, per essere consapevoli della scelta che stanno compiendo. Celebrare il sacramento significa aver riconosciuto nel proprio legame affettivo la presenza di una chiamata di Dio e, nello stesso tempo, affermare la necessità della grazia del Signore, per dare compimento alla domanda di salvezza che l’amore umano porta in sé. Fare il punto sulle grandi scelte di senso derivanti dalla promessa d’amore: leggere a partire dal Vangelo le sfide che la nuova famiglia dovrà affrontare, quali la fecondità, l’educazione dei figli, l’apertura alla società, la testimonianza della propria vocazione nel mondo, per mostrare come l’esperienza umana viene illuminata e significata dalla scelta di fede. Si tratta di ridare dignità al fidanzamento come tempo favorevole proprio nell’esperienza affettiva, rinnovare l’incontro con Gesù, il suo Vangelo e la Chiesa. Si tratta di far riscoprire l’aspetto ecclesiale della vita di fede con la frequentazione di esperienze comunitarie e diocesane, per rendere desiderabile per le nuove coppie l’inserimento nella comunità parrocchiale. Il matrimonio innesterà così una giovane famiglia nella comunità. Allora, la preparazione dei fidanzati è un percorso che, con loro, deve essere compiuto anche dalla comunità chiamata ad accoglierli che, attraverso la cura e l’accompagnamento, ha l’occasione di farsi “casa accogliente”.
La professoressa Annamaria Curatola, docente e formatrice, analizza il significato profondo dell’inclusione scolastica per gli studenti con disturbo dello spettro autistico
Un evento di riflessione e confronto guidato dallo psicologo Gianni Trudu, promosso dalla Parrocchia Abbaziale S. Maria e i XII Apostoli.
La testimonianza: quando il cammino verso l’adozione diventa un’esperienza di fede e speranza condivisa.