Avvenire di Calabria

Ricco di spunti il confronto con Nembrini Granieri, Leuzzi e il vescovo Milito che si è svolto a Rizziconi

Percorso di formazione per gli insegnanti di religione, il racconto della tappa reggina

L'evento ha consentito un proficuo confronto sull'approccio non solo didattico, ma anche umano incentrato sulla "creatività"

di Daniela Furfaro

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La testimonianza dei docenti di Religione cattolica delle diocesi calabresi protagonisti dell'evento formativo promosso dalla Conferenza episcopale calabra ad inizio maggio. Ecco a cosa è servito.

Destinato a tutti gli insegnanti di Religione cattolica delle dodici diocesi calabresi, organizzato dalla Conferenza episcopale calabra e promosso dal Servizio regionale per l’Insegnamento della religione cattolica con la collaborazione dei responsabili diocesani per il servizio Irc, il percorso formativo «La comunicazione creativa e la sensibilità narrativa dell’insegnante di religione cattolica» è stato realizzato mediante una serie di incontri pomeridiani che si sono svolti dal 6 al 12 maggio nelle metropolie di Cosenza - Bisignano, Reggio Calabria - Bova e Catanzaro - Squillace.


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Come sottolineato dal direttore del Servizio regionale per l’Irc, don Emanuele Leuzzi, che ha presentato e moderato gli incontri, si è trattato del primo progetto educativo dedicato agli insegnanti di religione esteso a tutta la regione. L’idea è nata con l’intento di camminare insieme nella pastorale scolastica anche a livello regionale, sulla scia del cammino sinodale iniziato lo scorso mese di ottobre che ha visto concludersi recentemente la sua prima fase, quella diocesana dell’ascolto.

Per la metropolia di Reggio Calabria, comprendente le diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea, Oppido - Palmi, Locri - Gerace e Reggio Calabria - Bova, gli incontri si sono svolti il 9 e il 10 maggio a Rizziconi, presso l’Auditorium diocesano Famiglia di Nazareth. Qui, il relatore Franco Nembrini ha condotto i numerosi partecipanti in una formazione originale e interessante, nella quale ha condiviso la sua esperienza di docente ed educatore senza risparmiarsi. Nel suo intervento ha sottolineato, innanzitutto, che quando si parla di educazione, non possono esistere metodi e soluzioni preconfezionati, né scorciatoie, ma solo esperienze da condividere, perché l’educazione è creatività.

Così, attraverso momenti di narrazione autobiografica ed esperienze personali, letture di brani di opere letterarie e testimonianze raccolte nel corso della sua lunga esperienza, il professor Nembrini ha dato numerosi spunti essenziali per la riflessione e la formazione di ciascun educatore, dipingendo il buon insegnante come colui che «ama la vita con curiosità, ama i ragazzi e ama le cose da insegnare» sottolineando che, tra le «cose da insegnare, l’arte riveste un ruolo fondamentale perché spesso è proprio attraverso di essa che si riescono a trovare le parole per esprimere ciò che si prova in determinati momenti e dare le risposte alle domande fondamentali per la vita di ognuno». Da qui l’importanza di individuare le domande che gli studenti si portano dentro e farle incrociare con le risposte che l’arte, ma anche le altre discipline, possono offrire ai giovani, ragion per cui l’insegnamento stesso può essere definito come un’arte che consiste nel fare incrociare le domande interiori di ciascuno con le risposte offerte dalle discipline e l’insegnante come colui che aiuta a capire le domande in modo da poter cercare le risposte desiderate.

Il compito dell'insegnante di religione cattolica

Il compito dell’insegnante di religione cattolica, infatti, non è quello di fornire le risposte, anche perché a volte non ce ne sono nell’immediatezza, ma aiutare a capire, rimanendo sempre accanto ai propri studenti. Per questo, dopo aver presentato l’insegnante come la persona che cammina insieme ai suoi studenti, Nembrini ha sottolineato che l’educazione non può non tenere conto dell’importanza dell’umanità nell’affrontare insieme agli educandi le domande della vita e ha spiegato il concetto di educazione attraverso quattro parole chiave: «realtà, misericordia, libertà e testimonianza».

Oltre alle relazioni di Nembrini, gli incontri di formazione sono stati arricchiti dall’intervento di monsignor Francesco Milito, vescovo di Oppido–Palmi, il quale ha sottolineato la dimensione sinodale dell’evento e l’importanza dell’arte nell’educazione in generale e nell’Irc in particolare, e di padre Massimo Granieri, responsabile dell’Ufficio diocesano Scuola di Cosenza, critico musicale e giornalista.


PER APPROFONDIRE: Don Leuzzi: «Più di mille docenti di religione all’iniziativa della Cec»


Nel suo intervento, ha evidenziato la dimensione social dell’evento e ha offerto la sua riflessione su come le vere canzoni nascano dal dolore e rappresentino contemporaneamente «ferite e feritoie», proprio come i Canti della Divina Commedia, esortando ad un’opportuna attenzione nell’usare la musica nella didattica.

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