Avvenire di Calabria

Intervista alla Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, che ha lanciato uno studio

Regione Calabria, l’impegno della Garante della Salute: «Aumento malattie in aree tossiche»

L'obiettivo è capire se e come i roghi della spazzatura abbiano accentuano l'emergere di nuove patologie correlate

di Federico Minniti

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Intervista alla Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, che ha lanciato uno studio epidemiologico. L'obiettivo è capire se e come i roghi della spazzatura abbiano accentuano l'emergere di nuove patologie correlate.

L'impegno della Garante della Salute della Regione Calabria: studio epidemiologico per le patologie correlate ai roghi della spazzatura

Giovane e determinata. Anna Maria Stanganelli da quasi un anno è il Garante della Salute della Regione Calabria. Una figura istituita ben quattordici anni fa dal Consiglio regionale calabrese ma mai, finora, individuata. Nelle scorse settimane ha lanciato un indaginestudio sulle patologie correlate ai roghi dei rifiuti sul territorio di Reggio Calabria. L’abbiamo intervistata.

Da dove nasce l’idea di uno studio epidemiologico sulle possibili patologie correlate ai roghi dei rifiuti nel reggino?

È un’iniziativa che nasce all’indomani di una serie di sopralluoghi effettuati nei quartieri di Mortara, San Gregorio e Mosorrofa, nel Comune di Reggio Calabria. Sopralluoghi a seguito delle segnalazioni dei comitati dei cittadini che segnalavano un lamentato rischio igienico-sanitario. Personalmente mi sono recata in queste zone per verificare quanto segnalato e, in seguito, ho veicolato le criticità alle Autorità competenti chiedendo, poi, la convocazione in Prefettura per discutere di questa problematica.


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Cosa è emerso?

Le preoccupazioni di questi cittadini era la possibile correlazione tra la tossicità di queste zone ed eventuali patologie correlate ho comunicato la volontà di avviare uno studio epidemiologico che potesse indagare con dati certi e scientificamente provati se ci fosse realmente la correlazione lamentata. In questo senso ho chiesto al dottor Giovanni Tripepi, dirigente di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Reggio Calabria di supportarmi. La ricerca, inoltre, avrà un respiro nazionale.

Perché?

A dargli manforte ci sarà anche uno dei maggiori epidemiologi d’Italia, il professor Fabrizio Bianchi. I dati per sviluppare la ricerca saranno acquisiti grazie al supporto del Grande ospedale metropolitano (Gom) “Bianchi - Melacrino - Morelli” di Reggio Calabria.

Quale è il vostro obiettivo?

L’obiettivo principale è quello di rispondere alle preoccupazioni della cittadinanza: c’è o no effettivamente una correlazione tra la tossicità delle zone e le patologie in esame? È chiaro che questo studio da solo non basterà, ma servirà un’azione corale di tutte le Autorità competenti per rispondere nel più breve tempo possibile ai bisogni di questi quartieri.

Risposte che si attendo ormai da tanto, troppo, tempo…

Personalmente mi tengo costantemente in contatto coi Comitati dei cittadini per dimostrare la massima attenzione dell’Ufficio del Garante della Salute della Regione Calabria e li affiancherò in questo percorso nell’affermazione sacrosanta di un diritto sancito dalla Costituzione che il diritto alla Salute.


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Le ultime. “Scoglio” privacy, il Gom vaglia i dati

Indagine-studio sulla correlazione tra la tossicità di alcune aree e alcune patologie: è la settimana decisiva. Accanto alla volontà istituzionale del Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, altrettanto importante è l’apporto scientifico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) rappresentato a Reggio Calabria dal dirigente di ricerca, Giovanni Tripepi.

L’epidemiologo reggino, proprio in questi giorni, è in attesa di alcuni feedback fondamentali da parte del Grande ospedale metropolitano “Bianchi - Melacrino - Morelli” di Reggio Calabria. Si attende, infatti, l’ultima valutazione rispetto alla trasmissione di alcuni dati sensibili relativi ai ricoveri per determinate patologie nel periodo temporale preso in esame.

Com’è comprensibile, spiegano dal Cnr, «c’è in ballo una questione di privacy tutt’altro che secondaria». Al Gom, in queste settimane, stanno provando a districarsi in merito ai regolamenti vigenti al fine di garantire la dovuta riservatezza ai pazienti, ma allo stesso tempo, di permettere al Cnr di svolgere i propri rilievi di ricerca.

Entro questa settimana dovrebbero arrivare i responsi definitivi. A partire da questi dati, il Cnr capirà come calibrare il proprio progetto di ricerca e quali dati scientificamente provati possano emergere dalle evidenze in possesso. Qualche indiscrezione? «Cauto ottimismo» si lasciano sfuggire dal Cnr ripromettendo aggiornamenti nell’immediato.


PER APPROFONDIRE: Notte di fuoco a Reggio Calabria: roghi di spazzatura in fiamme


Il bilancio del primo anno di attività del Garante della Salute

Salute e diritti, in Calabria spesso sembra un ossimoro. Eppure da poco c’è un Garante regionale per questo ambito. Ad Anna Maria Stanganelli abbiamo chiesto un bilancio di questo primo anno di attività.

«La figura del Garante della Salute - spiega - ha visto per la prima volta la luce in Calabria nonostante ci fosse una Legge regionale che giaceva nel dimenticatoio da quattordici anni. Questa legislatura, grazie alla sensibilità dimostrata dal Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso, nel dicembre scorso si è proceduto all’elezione di questa figura».

Entrando nel dettaglio, Stanganelli aggiunge: «Le segnalazioni pervenute sono state migliaia: anziani che lamentano situazioni di abbandono, persone con disabilità che segnalano la mancata assistenza, pazienti oncologici che manifestano difficoltà ad accedere a determinate prestazioni per via delle lunghe liste d’attesa, comuni o istituti di pena che evidenziano criticità».

Tante segnalazioni, ma quanti risultati concreti, ci chiediamo. Pronta la sua risposta: «Ad oggi, grazie alla sinergia col mondo sanitario, si è riuscito a dare riscontro positivo al 95% delle segnalazioni pervenute».

Inevitabile chiederle se c’è qualche episodio che le è rimasto impresso: «La storia del piccolo Mariano mi è entrata nel cuore: un bambino di appena 10 anni che per via di una patologia, il diabete insipido, pesa quasi 200 kg. Mariano e la sua famiglia - racconta la Garante - non riuscivano ad ottenere dagli Uffici competenti alcuni strumenti per vivere una vita normale tra cui una sedia a rotelle su misura. Grazie alla collaborazione con l’Asp di Catanzaro siamo riusciti a fornire la sedia a rotelle su misura personalizzata coi colori della squadra del cuore del bambino».

Eppure la sanità in Calabria è spesso presentata come un cortocircuito: «Le difficoltà non mancano perché la Sanità che è stata ereditata è una “sanità sotto le macerie”. Il passo in avanti fatto in questi mesi - puntualizza Stanganelli - è stato quello di imbastire e irrobustire, giorno dopo giorno, la rete a supporto della cittadinanza. In questi mesi, poi, i problemi non hanno riguardato solo i pazienti, ma anche i medici».

«Un tema molto sentito dal nostro Ufficio è quello delle aggressioni fisiche e verbali al personale sanitario e medico in servizio presso gli ospedali pubblici del territorio, specialmente nei reparti di Pronto Soccorso. Nei mesi scorsi per dimostrare vicinanza ai professionisti vittime di queste aggressioni ho comunicato la volontà della Regione Calabria di costituirsi come parte civile in tutti i procedimenti penale in atto» conclude il Garante regionale della Salute.

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