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Cura, dedizione e umanità: nella voce di Patrizia Sitibondo, infermiera e paziente oncologica, risuona il senso profondo di una professione che ogni giorno si mette al servizio degli altri. Una riflessione che accompagna le parole della commissaria del Gom, Tiziana Frittelli, sul futuro della sanità calabrese.
Un racconto che unisce esperienza professionale e vissuto personale, segnato dalla malattia. È la testimonianza di Patrizia Sitibondo, infermiera del Gom di Reggio Calabria (in servizio al CUP dello stesso nosocomio) e paziente oncologica, raccolta in occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere, che si celebra oggi, 12 maggio.
Una storia vissuta da entrambe le prospettive che diventa riflessione sul senso profondo della professione infermieristica, tra servizio, umanintà e scelta di vita.
È un richiamo all’essenza profonda di una professione che, pur cambiando nel tempo, deve restare radicata nel servizio, nella cura e nell’accoglienza. Una giornata che onora la figura costante dell’infermiere, sempre presente e di sostegno accanto a chi sta male. È anche un’occasione per ricordare l’impegno quotidiano verso i pazienti e le loro famiglie, e la dedizione dimostrata nei momenti difficili, come durante la pandemia, quando tanti colleghi sono stati una vera ancora per il Paese. A loro va la mia profonda gratitudine.
L’evoluzione della professione infermieristica ha portato cambiamenti significativi, rendendo possibile un equilibrio tra professionalità e umanità, tra competenza tecnica e attenzione ai bisogni della persona.
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La professionalità è essenziale: si esprime in metodiche aggiornate, linee guida, piani assistenziali e percorsi di cura efficaci. Ma non deve mai mancare il decoro che contraddistingue chi sceglie questa strada. Essere infermiere non è solo una professione: è anche una forma di servizio, una vera scelta di vita. Significa adottare uno stile di cura fatto di carità, empatia e presenza autentica accanto al paziente, in ogni fase dell’assistenza. È un modo di essere al servizio dell’altro, con competenza e con cuore.
Innanzitutto – e posso dirlo a lettere cubitali – ho scelto di fare l’infermiera. Una scelta che mi ha portato a lavorare con solerzia e impegno, mettendo sempre al centro il paziente: l’unico vero attore protagonista del mondo sanitario. A un certo punto, però, la mia arte di assistenere è diventata assistenza verso me stessa: una terribile malattia, un cancro, mia ha costretto a chiedere aiuto e, di conseguenza, a diventare giudice imparziale. In quel periodo ho capito quanto sia importante - e determinante - incontrare un professionista sereno, competente, caritatevole nelle cure, paziente con i pazienti, ma soprattutto empatico. Il mio dolore si è trasformato in testimonianza: racconto la mia storia per mostrare quanto si può fare per chi soffre. Con umiltà e carità, donandosi come un fiume in piena, a chi nella malattia si sente spogliato anche della propria dignità.
Oggi il valore più grande è non adeguarsi a pensieri comuni, a logiche che, spesso inconsapevolmente, portano a isolare chi soffre, giudicando solo perché il lavoro appare troppo impegnativo. Essere professionisti anticonformisti vuol dire custodire, anche nei contesti più strutturati, il desiderio profondo di aiutare chi è malato, andando oltre l’ABC del mestiere. Pensiamo agli ospedali da campo, alle emergenze, ai reparti oncologici, pediatrici, ematologici: lì il nostro ruolo diventa una stella accesa nel buio del dolore. Il mio motto è: camminare, anche da soli, per aiutare chi soffre. Essere infermieri è una scelta. E per scelta, non abbandonerò mai nessuno. Il vero valore, oggi, è amare e sostenere chi sta male.
Ai giovani che scelgono – e sottolineo scelgono – di diventare infermieri, dico di ascoltare il richiamo profondo del cuore, senza fermarsi all’idea di un posto fisso o di un prestigio difficile da raggiungere. Fare l’infermiere è una scelta di vita: solo vivendola si scopre che ciò che si riceve dai pazienti vale più di quanto si dà. Oggi il lavoro infermieristico resta un’attività stressante, ma necessita di un seme: quello dell’esempio, del sostegno autentico, anche in un mondo sempre più tecnologico. Le scelte più belle sono quelle dettate dal cuore. Il motto dei giovani dovrebbe essere: «Cammino anche solo, purché sia sulla strada giusta, quella che porta ad aiutare chi ha bisogno».
«Un pensiero di profondo ringraziamento per tutto ciò che fanno ogni giorno». Inizia così il messaggio che la dottoressa Tiziana Frittelli, neo commissario straordinario del Gom di Reggio Calabria, condivide, attraverso Avvenire di Calabria in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, che si celebra oggi. Giornata simbolica che diventa l’occasione per riflettere sul ruolo centrale delle professioni sanitarie e sul percorso di valorizzazione attualmente in atto nel Grande ospedale metropolitano.
«Sono da sempre molto vicina a queste professioni — sottolinea Frittelli — perché la loro missione è la presa in carico del paziente. La presenza infermieristica, insieme a quella medica, è la vera sostanza del processo di cura». Il Gom, spiega, è impegnato in una fase strategica: si sta rivedendo il regolamento per l’affidamento degli incarichi organizzativi. «Questo personale rappresenta la vera governance dell’ospedale. Il medico ha una centralità clinica indiscutibile, ma la tenuta organizzativa dipende dalla filiera delle professioni sanitarie, ed è imprescindibile».
Il nuovo regolamento, accolto positivamente anche dalle sigle sindacali, punta ad aumentare il numero e la tipologia degli incarichi, includendo funzioni trasversali e di orientamento. «Vogliamo rafforzare l’autonomia e la crescita professionale, attraverso percorsi formativi mirati », afferma ancora Frittelli. Un’evoluzione resa possibile anche grazie al lavoro degli ordini come la Fnopi (Federazione nazionale delle professioni infermieristiche), che ha contribuito a definire percorsi universitari più specialistici per la formazione infermieristica. Ovunque io sia stata — aggiunge — ho sempre fatto delle professioni infermieristiche un punto di forza, non solo nella cura. Qui al Gom ho ritenuto prioritario intervenire subito sul regolamento esistente, ampliandolo sia nel numero degli incarichi, sia nella loro funzione strategica».
Alla commissaria Frittelli abbiamo chiesto, inoltre, quali siano oggi le altre principali sfide per il Gom. Al centro della sua risposta: trasparenza, efficienza e accessibilità. «Abbiamo centralizzato la gestione delle liste d’attesa chirurgiche, contattando direttamente i pazienti per verificarne i bisogni. Il sistema garantisce priorità clinica reale e tracciabilità, riducendo disuguaglianze e tempi morti». Importanti anche le modifiche in atto negli ambulatori: «Vogliamo accorpare alcuni servizi e affiancare agli specialisti un piccolo gruppo infermieristico che possa aiutare il paziente a completare subito la prenotazione del follow-up, evitando il passaggio al Cup».
Sul piano dell’offerta ospedaliera, «abbiamo definito il fabbisogno per aprire nuovi posti letto in geriatria e riabilitazione. In geriatria per decongestionare il pronto soccorso, in riabilitazione per garantire continuità ai pazienti post-operatori, come quelli colpiti da fratture del collo femorale. I nostri risultati clinici sono eccellenti, ma la degenza media resta alta a causa delle difficoltà di trasferimento verso strutture riabilitative». Si punta anche sulle alte specialità: «Abbiamo rinforzato la cardioanestesia per valorizzare la cardiochirurgia e rafforzato la collaborazione con l’Asp sul fronte neurochirurgico. Intanto procedono gli investimenti tecnologici: il parco apparecchiature è già avanzato, ma stiamo completando le ultime acquisizioni per offrire il meglio alla cittadinanza».
Tra le priorità, anche l’accoglienza e l’umanizzazione in corsia. «Stiamo progettando interventi per migliorare il pronto soccorso dal punto di vista funzionale e visivo. Un ospedale pubblico non sarà mai come una struttura privata, ma può e deve essere dignitoso e umano». Non mancano interventi sui servizi più delicati: «La radioterapia è stata potenziata, e a breve estenderemo da 6 a 12 ore l’attività della PET. In tutta la provincia è disponibile solo al Gom, ed è giusto che sia pienamente accessibile».
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