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I cittadini di Oppido Mamertina da oltre un mese stanno presidiando in modo permanente l'Ospedale che serve un’area di 20mila persone. Hanno dato vita a un’azione che ha coinvolto la politica locale e regionale e anche la Chiesa locale. L’appello ai politici del vescovo Milito: «Basta giochetti».
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L’ultima iniziativa di mobilitazione si è svolta domenica. Con un singolare flash-mob che ha visto i partecipanti percorrere in auto la strada che dalla cittadina pre-aspromontana conduce all’Ospedale di Polistena per far capire quanto tempo ci vuole per raggiungere il punto di pronto soccorso più vicino. Ossia 35 minuti dal centro, che diventano 60 dalla frazione di Priminoro.
Da più di un mese, la comunità di Oppido Mamertina è in fibrillazione, a difesa del “suo” presidio sanitario con un sit-in permanente. Non è la prima volta che si registra una levata di scudi a difesa dell’unico ospedale di montagna, il solo all’interno dell’Ente Parco d’Aspromonte, che serve un’area di oltre 20 mila abitanti. Negli ultimi vent’anni, ciclicamente, la popolazione locale si è ribellata alle voci di chiusura del nosocomio che si sono spesso rincorse.
Questa volta, però, c’è la seria preoccupazione di dover continuare ad assistere, inermi, all’avanzare di una desertificazione sanitaria che già da tempo relega la Calabria fanalino di coda per livelli essenziali di assistenza. Il campanello d’allarme è scattato lo scorso 19 febbraio, quando si è paventata la chiusura del reparto di lungodegenza a causa della mancanza di personale. Ne è nato un comitato spontaneo di cittadini, non a caso ribattezzato “19 febbraio” che da quel giorno ha iniziato una serrata mobilitazione. Forse tra le più lunghe della storia di quest’ampia porzione di territorio pianigiano che abbraccia l’Aspromonte.
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Il comitato è riuscito ha coinvolgere tutti i sindaci del comprensorio, a cui si sono aggiunti anche i primi cittadini di Palmi e Cinquefrondi. Con la collaborazione del sindaco di Oppido, Barillaro e del consigliere regionale Giannetta hanno attivato tutti i canali istituzionali possibili.
E hanno interloquito anche con il commissario dell’Asp, Lucia Di Furia, giunta fino ad Oppido e il governatore e commissario alla sanità della Regione, Roberto Occhiuto. Insomma una protesta pacifica senza precedenti, grazie alla quale qualche piccolo risultato si è riusciti ad ottenere, oltre all’attenzione verso un territorio stanco di sentirsi etichettato periferia. Tra le richieste più importanti del Comitato c’è l’istituzione di un presidio di gestione dell’emergenza-urgenza e il riconoscimento di zona disagiata. Aspetto che aprirebbe al rilancio di un presidio strategico per l’intera area.
Anche la comunità diocesana di Oppido - Palmi ha dedicato un momento di preghiera per l’ospedale, in occasione della processione della Madonna dell’Annunciazione, patrona della diocesi.
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Durante l’unica sosta prevista, proprio nei pressi del nosocomio, il vescovo, monsignor Francesco Milito ha rivolto un appello ai politici affinché portino a termine quello che deve essere un obiettivo comune, già da tempo sul tavolo delle istituzioni competenti: dar vita all’ospedale di montagna. «Basta coi giochetti - sono state le parole del presule rivolte ai politici - i cittadini non possono continuare a rimanere in queste condizioni».
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