Avvenire di Calabria

«La Gmg è stata il punto probabilmente più alto della nostra storia che è nata in Azione Cattolica»

Gmg un anno dopo: ricordi e testimonianze

Amos ed Elena, due giovani della diocesi di Reggio ricordano l’esperienza di Cracovia

Gaetana Covelli

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A un anno dalla GMG riportiamo la testimonianza di due giovani reggini (Amos ed Elena) che hanno maturato a Cracovia la scelta del loro matrimonio.

Ad un anno dalla GMG di Cracovia quali ricordi custodite?

L’esperienza della GMG è un ricordo complessivo che è ancora vivido nella nostra memoria. Tra i momenti più intensi, ricordiamo ovviamente il colpo d’occhio dei lumini accessi nella spianata del “Campus Misericordiae” nel corso della veglia. In quell’istante abbiamo colto il senso del nostro essere lì con Gesù in persona: noi due insieme, ma in un abbraccio universale che va dai nostri amici più cari a tutto il mondo.Meno poetici, ma altrettanto indelebili, sono le lunghe marce e la fatiche che comunque avevamo messo in conto: esperienze che non si dimenticano!

«Cambiate il mondo con Gesù ». Questo l’invito del Papa rivolto ai giovani lo scorso anno. Come avete vissuto questa provocazione?

Il mondo può veramente cambiare? L’invito di papa Francesco - come sempre diretto e inequivocabile - non ci ha colto di sorpresa, perché è proprio dei giovani credenti il desiderio di cambiare il mondo e di farlo secondo i valori del Vangelo. Molti giovani pensano che tutto sia dovuto e che il mondo vada bene così com’è e che comunque qualcuno cambierà le cose al posto loro. Non è proprio così. È possibile, invece, cambiare il mondo proprio e degli altri iniziando a investire di più nella qualità delle proprie relazioni, nelle quotidiane scelte di vita e nella fiducia negli altri. Bisogna credere nel cambiamento e anche il contributo di uno solo può cambiare, in meglio, il mondo di una persona. Questo vale in tutti gli ambiti della vita: dal lavoro alla vita affettiva. Il tema della misericordia è stato il filo conduttore dell’evento di Cracovia.

Tanti giovani di “periferia” sono lontani dalla Chiesa… Quale la strada – secondo voi – si può percorrere per fare sentire accoglienza e misericordia a questi ragazzi?

La strada è una strada, appunto: non prevede porte, dogane, ma sentieri, diramazioni, passaggi anche tortuosi ma creativi, nuovi e sovversivi. Nella nostra esperienza abbiamo visto giovani allontanarsi dalla Chiesa più per sensi di colpa che per chissà quali motivi. La strada del Vangelo mostra ai giovani una Chiesa che non giudica ma che ama le povertà e le cura con pazienza e misericordia. La GMG ha segnato una svolta importante per la vostra vita: la scelta del matrimonio. Perché proprio lì? Perché in quel contesto? La GMG è stata il punto probabilmente più alto della nostra storia che è nata in Azione Cattolica e che ha vissuto tanti momenti ecclesiali insieme ai giovani della nostra parrocchia e della diocesi. È arrivata nel periodo ideale perché attraverso l’eccezionalità e, paradossalmente, anche la semplicità di ciò che propone ci ha comunicato che davvero è possibile tutto “in Colui che dà forza”. La scelta di sposarci non è nata a Cracovia, ma la GMG ci ha dato certamente l’ultima spinta per deciderci a realizzare questo nostro progetto di vita. Anche per questa ragione abbiamo scelto di consegnare all’altare tra i doni dell’offertorio lo zaino con il kit del pellegrino della GMG2016; per sentirci sempre pellegrini e per ricordare quei momenti di così intensa spiritualità.

«Non siate giovani che scelgono di stare sul divano – dice Francesco - ma siate protagonisti della vostra vita». Anche la scelta del matrimonio è scomoda, eppure voi avete osato…

Possiamo confessare che per il momento non abbiamo ancora un divano degno di questo nome! Scherzi a parte, la nostra scelta è stata davvero naturale perché rappresentava un desiderio alimentato nel tempo secondo le fatiche e i colpi d’ala di tutte le storie d’amore. Per essere fino in fondo protagonisti sinceri della nostra vita era allora quasi necessario compiere questo passo. «Fidatevi di Dio, portate a casa quello che avete vissuto a Cracovia». Con queste parole il pontefice ha salutato i giovani alla fine della GMG. Oltre al desiderio delle nozze cosa avete portato con voi a Reggio? Siamo tornati dalla GMG con un grande desiderio di impegnarci, nel senso più ampio di questo verbo. È un desiderio di impegnarci nella gioia, senza trasmettere il peso della responsabilità, ma la bellezza del sacrificio fatto in allegria. Allo stesso tempo, l’aver vissuto la GMG sì con tutto il mondo, ma soprattutto accanto ai nostri più cari amici della diocesi ci ha ricordato quanta storia splendida abbiamo scritto e quanti orizzonti siano ancora da scrutare.

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