Sanità, in Calabria arriva il Registro per i pazienti diabetici
Oggi14 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation
di Paola Serranò * - A costo di apparire in controcorrente con le scelte che in questi giorni si stanno compiendo nei riguardi dell’Azienda ospedaliera per l’apertura di nuovi reparti e l’assegnazione in comodato d’uso del terreno demaniale per l’ampliamento del Presidio Ospedaliero Morelli nella zona sud della città, reputo necessario ribadire che l’offerta sanitaria pubblica ha bisogno di un profondo rinnovamento a partire dal territorio per garantire un servizio essenziale alla collettività centrato sui bisogni di salute dei cittadini. Meno ospedale e più territorio: è lo slogan più utilizzato in Italia negli ultimi anni, in ambito di programmazione sanitaria. Vi è la necessità di ridurre la migrazione sanitaria, ma è altrettanto vero, e sotto gli occhi di tutti, il progressivo deterioramento della sanità territoriale sempre più incapace ad ascoltare e soddisfare la richiesta di salute. La crescente povertà economica che ha come diretta conseguenza l’esclusione sociale e dai benefici e servizi anche sanitari, ci deve interpellare. Questa fragilità sociale e biologica coinvolge circa il 15% della popolazione locale e come comunità non possiamo ignorarla. Il perdurare del Piano di rientro dal debito, oltre ogni previsione, il profilarsi di volontà politiche più orientate a favorire una partecipazione squilibrata del privato lucrativo alla gestione dei finanziamenti destinati alla Sanità pubblica, anzicchè recuperare e valorizzare le risorse professionali volutamente allontanate e disperse ma che l’Azienda ancora possiede, tutto ciò fa credere che i bisogni reali di salute dei cittadini siano solo una opportunità di investimento e di profitto con conseguente sfiducia ed allontanamento. La vera rivoluzione che i cittadini si aspettano è quella chiamata Medicina di prossimità le cui basi poggiano su una rinnovata attenzione all’uomo sofferente, restituendogli dignità attraverso un’ aperta ed unanime volontà di ricercare una risposta adeguata e proporzionata ai propri bisogni di cura. Ripartire dal territorio non è un capriccio ne una scelta politica ma una vera emergenza. Dobbiamo ammettere che la cosiddetta “medicina d’attesa” che ancora si realizza ogni giorno presso gli ambulatori dei medici di medicina generale, è fallita perché interviene troppo tardi quando la malattia si è già instaurata. La Medicina di prossimità non aspetta il paziente, ma gli va incontro, lo cerca, lo sottopone a controlli programmati, differenziati e personalizzati in rapporto al livello del rischio di contrarre una malattia. Necessita di luoghi fisici ben definiti, ma allo stesso tempo contenuti ed essenziali. Dobbiamo creare la Rete Assistenziale sul territorio che si interfacci con la rete ospedaliera. Una rete di assistenza orizzontale, operativa 24 H/ 24 ed una rete verticale che offra servizi nei diversi ambiti, dalla prevenzione, alla cura ed alla riabilitazione. Un team di medici di base, medici specialisti e di continuità assistenziale, infermieri, operatori socio sanitari, amministrativi, potranno lavorare assieme prendendosi cura della persona ammalata e di chi ha diritto a prevenire la comparsa di una malattia. Questa è la vera riforma che il territorio attende. Realizzarla non richiede denaro, ma solo buona volontà.
* Partito Democratico, consigliera comunale di Reggio Calabria
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