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La mostra che si inaugura all’Istituto Superiore di Scienze Religiose nasce da un interrogativo semplice

I Figli della Luce è un gruppo spirituale e terapeutico nato anche tramite i social network. Non per niente, la presidente Aurora D’Ermenegildo ci ha raccontato come lei stessa, dopo la morte del figlio, abbia cercato di mettersi in connessione con il dolore delle altre mamme, dapprima recandosi nei cimiteri per osservarle. Ma non solo. La sua ricerca continuava sul web, tramite cui voleva conoscere le realtà più lontane delle mamme in lutto per la perdita di un figlio. Il direttivo dei Figli della Luce, poi, ha formato un gruppo virtuale aperto, a cui diverse mamme di tutta Italia si sono unite. E tutt’oggi i contatti continuano. Grazie alla tecnologia, si sono organizzati veri e propri raduni, come quelli che i Figli della Luce hanno fatto in Umbria, ad Assisi, o da Natuzza Evolo. Risale a cinque anni fa l’udienza con papa Francesco. Il pontefice ha accolto a Santa Marta il direttivo del gruppo I Figli della Luce, Aurora, Natalina e Rita, e ad oggi viene descritta da Aurora come «una tra le esperienze più belle» della sua vita. Le parole del papa sono ancora impresse nella sua mente: calde, avvolgenti; un’accorata raccomandazione a continuare a parlare con i figli scomparsi, «perché loro vi ascoltano – ci ha detto papa Francesco – Io ho sempre parlato con mio figlio - puntualizza Aurora - Lo vedo, in questo momento, in una posizione più alta rispetto alla mia, è con il Signore».

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