Avvenire di Calabria

A tu per tu con il sindaco di Reggio Calabria

I primi 7 mesi di “secondo tempo”. Falcomatà: «Reggio pensa in grande» [VIDEO]

di Francesco Chindemi

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Il secondo tempo? «È iniziato con le difficoltà del presente, ma anche con maggiori certezze e prospettive future». Giuseppe Falcomatà intervistato da Avvenire di Calabria, traccia un primo bilancio del suo "secondo tempo", ma va oltre alla contingenza del momento, guardando avanti. «Se saremo in grado di cogliere le opportunità legate al Recovery fund e alla nuova programmazione europea, Reggio da qui a un decennio riuscirà a fare il salto di qualità auspicato» dice ancora nell’analizzare i primi sette mesi del suo secondo mandato di sindaco.


Adesso siamo anche su WhatsApp, non perdere i nostri aggiornamenti: VAI AL CANALE


È ancora presto per parlare di un cambiamento?

Ancora oggi soffriamo dei problemi di cassa che inevitabilmente si ripercuotono sulla gestione dell’ordinario, essendo i servizi pubblici essenziali garantiti proprio con risorse del nostro bilancio. Nel prossimo documento che sarà portato in consiglio comunale faremo uno sforzo, destinando alla nostra in house Castore un milione e duecentomila euro in più per le manutenzioni stradali e idriche e per l’illuminazione pubblica. Solo l’uscita dal piano di riequilibrio decennale potrà segnare la fine di un incubo.

Nel frattempo, come ovviare a tale situazione?

In questi anni abbiamo aumentato la capacità di spesa dei fondi comunitari e non è un caso se oggi Reggio è la quarta città metropolitane a farlo. Un buon traguardo che ci consente di garantire servizi altrimenti non erogabili, pur fondamentali. È il caso del welfare per il quale ogni anno spediamo circa 30 milioni di euro dai Pon Metro. E poi ci sono le prospettive. Con il Pon Metro solo alla città di Reggio sono destinati 290 milioni di euro, più del triplo della precedente programmazione. Come Anci nazionale abbiamo chiesto un codice degli appalti che protegga le risorse e accorci i tempi di progettazione e cantierizzazione. Sfida a cui ci stiamo preparando, riorganizzando la macchina burocratica con nuovi innesti, grazie ai concorsi che presto bandiremo al comune e alla città metropolitana.

Guardiamo alla Città Metropolitana. La principale critica mossa nei confronti dell'Ente nei suoi primi 4 anni di vita è stata una impostazione troppo "Reggiocentrica". Come ovviare a questo divario con la "periferia"?

Quello che stiamo cercando di fare è essere più presenti rispetto al precedente mandato, sul quale ha inciso il poco tempo a a disposizione necessario a entrare a regime. In questi quattro anni, tuttavia, abbiamo maturato anche la consapevolezza del nuovo ruolo, rispetto al quale non c’era un precedente, visto che la provincia era un ente completamente diverso». Tanto lavoro ancora da fare. «Come Anci abbiamo proposto una riforma delle città metropolitane, ma è importante che le regioni attribuiscano funzioni e deleghe. Da parte nostra coinvolgeremo tutto il territorio con l’istituzione di una Cabina di regia.

Obiettivi ambiziosi per raggiungere i quali cos’altro serve?

Una politica che non guardi alle primogeniture, ma anteponga alle appartenenze il sentimento identitario. Fondamentale il confronto tra tutti gli attori del territorio, a partire dalla Chiesa.

Articoli Correlati