
Approvato il Piano antincendi boschivi 2025: innovazione e monitoraggio per tutelare i boschi calabresi
La Regione Calabria punta su prevenzione, tecnologia e collaborazione tra enti per ridurre i rischi
Monsignor Bertolone esprime la posizione dei Vescovi calabresi a proposito degli incendi che stanno devastando la regione
I piromani? Assassini ambientali. Ma le istituzioni possono e devono fare di più, per fermare il fuoco anche attraverso una coscienza collettiva più attenta e diffusa.
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È questo, in sintesi, il monito che arriva dai vescovi calabresi in riferimento agli incendi che negli ultimi giorni in particolare hanno assalito la Calabria. A esprimere la posizione dei vescovi calabresi è il presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace. «Non si è ancora spenta la vasta eco suscitata dalla nostra recentissima Nota “Vita buona della Regione” – dice monsignor Bertolone - ed ecco che la mano assassina di piromani e di gente che sfrutta le temperature più elevate sta infliggendo un nuovo attacco alla nostra bella Calabria. Come Pastori, lamentavamo già, tra l’altro, “la svendita della nostra terra… immiserendo e deturpando l’immenso suo bacino di bellezza, di energia e di risorse ambientali”.
Qualcuno ha commentato queste parole augurandosi che ad esse potessero seguire comportamenti coerenti. E invece il Sud Italia e con esso la Calabria bruciano di nuovo e spesso, quasi sempre, tutto parte dalla mano perversa dell'uomo, a volte per riaffermare con la violenza del fuoco un dominio sul territorio che si vuole sottratto alla legalità e piegato ad interessi di parte». Prosegue il presidente dei vescovi calabresi: «Ultimi in ordine di tempo sono i roghi che interessano l'Aspromonte, ma anche la macchia boschiva catanzarese.
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Ad oggi sono almeno una decina gli incendi ancora attivi. Ed un incendio, oltre a depredare il corpo vivo della Madre Terra, distrugge migliaia di specie vegetali, rischia di far scomparire per sempre alcune specie animali, dilava il territorio e i corsi d’acqua. A parte i costi economici per arginare gli incendi e ripristinare lo stato dei luoghi della Calabria verde, fanno male certi atteggiamenti di sufficienza, e talvolta di strafottenza di alcuni cittadini. Da qui la necessità di una coscienza collettiva, ma anche di una più incisiva azione delle istituzioni, ad ogni livello, perché prevenzione e monitoraggio possano divenire barriera sempre più alta a difesa dai continui attacchi». Conclude il presidente dei vescovi calabresi: «Ricorrere agli incendi è del tutto estraneo ad ogni etica umana e cristiana! Il Signore fermi la mano degli sciagurati piromani e dia forza a tutti coloro che stanno lavorando per frenare il disastro».
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