Si intitola "Lieti nella speranza" il messaggio che papa Francesco ha inviato ai giovani e alle giovani del mondo per la ventottesima Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata nelle Chiese particolari il 26 novembre.
Il tema scelto dal Santa Padre per il suo messaggio indirizzato ai giovani del mondo (qui il testo integrale) riprende una celebre passaggio (che è un'esortazione) della lettera di San Paolo Apostolo ai Romani: "Lieti nella speranza" (12,12). Il Papa ha voluto così "rispolverare" una delle sensazioni condivise in occasione della Giornata mondiale della Gioventù celebrata lo scorso mese di agosto a Lisbona, insieme a «centinaia di migliaia di vostri coetanei, provenienti da tutto il mondo».
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«Ai tempi della pandemia, in mezzo a tante incertezze, avevamo nutrito la speranza che questa grande celebrazione dell’incontro con Cristo e con altri giovani potesse realizzarsi. Questa speranza - le parole di Francesco - si è realizzata e, per molti di noi lì presenti – me compreso – è andata al di là di ogni aspettativa! Come è stato bello il nostro incontro a Lisbona! Una vera e propria esperienza di trasfigurazione, un’esplosione di luce e di gioia!».
La "speranza", punto di partenza di un rinnovato impegno dei giovani
La "speranza", dunque, il filo conduttore che conduce anche alla «prossima tappa del nostro pellegrinaggio intercontinentale: Seoul, in Corea, nel 2027». Prima di allora, ricorda ancora Francesco, «l'appuntamento è a Roma, nel 2025, per il Giubileo dei giovani, dove sarete anche voi “pellegrini di speranza”».
«Voi giovani, infatti, siete la gioiosa speranza di una Chiesa e di un’umanità sempre in cammino. Vorrei prendervi per mano e percorrere insieme a voi la via della speranza. Vorrei parlare con voi delle nostre gioie e speranze, ma anche delle tristezze e angosce dei nostri cuori e dell’umanità che soffre (cfr Cost. past. Gaudium et spes, 1). In questi due anni di preparazione al Giubileo mediteremo prima sull’espressione paolina "Lieti nella speranza" (Rm 12,12), per poi approfondire quella del profeta Isaia: "Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi" (cfr Is 40,31)», ancora le parole del Santo Padre.
Perché "Lieti nella speranza"
«Lieti nella speranza» è «un'esortazione di San Paolo alla comunità di Roma, che si trova in un periodo di forte persecuzione. E in realtà la “gioia nella speranza”, predicata dall’Apostolo, scaturisce dal mistero pasquale di Cristo, dalla forza della sua risurrezione. Non è il frutto dell’impegno umano, dell’ingegno o dell’arte. È la gioia che deriva dall’incontro con Cristo. La gioia cristiana viene da Dio stesso, dal sapersi amati da Lui», spiega Francesco.
«Davanti ai drammi dell’umanità, soprattutto alla sofferenza degli innocenti, anche noi, come preghiamo in alcuni Salmi, domandiamo al Signore: “Perché?”. Ebbene, noi possiamo essere parte della risposta di Dio», ancora il Papa nel suo messaggio ai giovani e alle giovani del mondo».
Quindi l'auspicio e il "mandato": «Noi, creati da Lui a sua immagine e somiglianza, possiamo essere espressione del suo amore che fa nascere la gioia e la speranza anche dove sembra impossibile». Come «il protagonista del film "La vita è bella", un giovane padre che, con delicatezza e fantasia, riesce a trasformare la dura realtà in una specie di avventura e di gioco, e così regala al figlio “occhi di speranza”, proteggendolo dagli orrori del campo di concentramento, salvaguardando la sua innocenza e impedendo che la malvagità umana gli rubi il futuro».
Storie vere, non inventate, evidenzia il Pontefice. «È quello che vediamo nella vita di tanti santi, i quali sono stati testimoni di speranza pur in mezzo alle più crudeli cattiverie umane. Pensiamo a San Massimiliano Maria Kolbe, a Santa Giuseppina Bakhita, o ai Beati coniugi Józef e Wiktoria Ulma con i loro sette figli», ancora Bergoglio.
L'esortazione: «Giovani, siate seminatori di speranza nella vita di ogni giorno»
Da questi esempi, dunque, l'invito a diventare «seminatori di speranza nella vita dei vostri amici e di tutti quelli che vi circondano». Infatti, «la speranza è umile, ed è una virtù che si lavora – diciamo così – tutti i giorni […]. Tutti i giorni è necessario ricordare che abbiamo la caparra, che è lo Spirito, che lavora in noi con piccole cose» (Meditazione mattutina, 29 ottobre 2019)».
E poi l'esortazione «a scegliere uno stile di vita basato sulla speranza. Faccio un esempio: sui social media sembra più facile condividere cattive notizie che notizie di speranza. Pertanto, vi faccio una proposta concreta: provate a condividere ogni giorno una parola di speranza. Diventate seminatori di speranza nella vita dei vostri amici e di tutti quelli che vi circondano. Infatti, "la speranza è umile, ed è una virtù che si lavora – diciamo così – tutti i giorni […]. Tutti i giorni è necessario ricordare che abbiamo la caparra, che è lo Spirito, che lavora in noi con piccole cose"».
«Cari giovani, non abbiate timore di condividere con tutti la speranza e la gioia di Cristo Risorto! La scintilla che si è accesa in voi, custoditela, ma nello stesso tempo donatela: vi accorgerete che crescerà! Non possiamo tenere la speranza cristiana per noi, come un bel sentimento, perché è destinata a tutti. State vicino in particolare a quei vostri amici che magari in apparenza sorridono, ma che dentro piangono, poveri di speranza. Non lasciatevi contagiare dall’indifferenza e dall’individualismo: rimanete aperti, come canali in cui la speranza di Gesù possa scorrere e diffondersi negli ambienti dove vivete», ancora il messaggio del Papa.
Il 25 novembre, la Serata dei giovani della diocesi di Reggio Calabria
L'esortazione del Santo Padre assume un significato particolare anche alla vigilia della Serata diocesana dei giovani di Reggio Calabria - Bova che si terrà sabato 25 novembre nella cornice di piazza Duomo, a partire dalle ore 18:00.
«Tieni il tempo! E tu di che ritmo sei?» è il tema scelto per la Serata. Gli adolescenti e i giovani vivranno un paio d’ore scandite dai ritmi musicali di una band giovanile che rilancia i temi di questa nostra terra di Calabria, calda e accogliente, ma che vede anche partire tanti suoi figli.
PER APPROFONDIRE: L’eredità della Gmg di Lisbona: la pastorale delle relazioni aumentate
Ci sarà, poi, l’opportunità di ascoltare delle testimonianze, sia di alcuni giovani della diocesi che hanno partecipato alla 37esima GMG a Lisbona la scorsa estate, sia di esperienze di gruppi giovanili di diverse provenienze parrocchiali che stanno provando a camminare insieme in stile “sinodale”.
Un momento significativo sarà riservato al dialogo dei giovani con l'arcivescovo, monsignor Fortunato Morrone, che inviterà i ragazzi ad ulteriori appuntamenti durante la sua prossima visita pastorale nelle diverse zone della diocesi.
Il momento conclusivo della serata sarà un “incontro familiare” dei figli con la Madre poche ore prima della risalita del quadro della Madonna della Consolazione all’Eremo: i giovani, così, potranno presentare a Maria i loro sogni e i loro timori, il loro oggi e il loro domani, affidando ogni cosa a lei che sempre ascolta, accompagna e consola.
Tutti i giovani sono invitati a prendere parte a questo appuntamento, organizzato dalla Consulta diocesana di Pastorale Giovanile, per diffondere un gioioso segno di speranza e anche per unirsi a tutta la Chiesa che, soprattutto per loro, invoca la pace nel mondo e un mondo di pace.