Avvenire di Calabria

«La cunfrunta», Maria verso Giuseppe

Il Santuario di Gimigliano

La chiesa della “Madonna di Porto” è uno dei luoghi mariani più celebri della Calabria

Redazione Web

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Il Santuario della “Madonna di Porto” è uno dei luoghi mariani più celebri della Calabria, posto nella vallata della Presila catanzarese in un ambiente naturale che invita alla meditazione e al silenzio. La località, sede del Santuario dedicato alla Madonna, è oggetto, anche, di un annuale pellegrinaggio curato dalla diocesi di Catanzaro e ricorre il 25 aprile. Il culto risale al 1626 quando scoppiò in Sicilia la peste che in poco tempo fece mi- gliaia di vittime, contemporaneamente alla peste che inizia a minacciare le terre di Calabria, grossi movimenti tellurici investono il territorio dal marzo al novembre del 1626. La popolazione cominciò a ricercare nella protezione del divino il rifugio allo stato di calamità esistente. La fama del culto della Madonna di Costantinopoli venerata a Napoli si era estesa in Calabria.

Il Quadro raffigura una variante della “Madonna di Costantinopoli” che, a seguito del suo radicamento miracoloso, nella tradizione locale venne chiamata “Madonna di Porto”. La tradizione, plurisecolare, elenca una lunga serie di miracoli della Madre di Dio e la vuole miracolosa sin dalla sua riproduzione pittorica nonché in vicende legate sia a calamità naturali che belliche: epidemie di peste, terremoti, occupazione dei francesi... La ricorrenza annuale della festa coincide solitamente con il martedì di Pentecoste. Nelle giornate di lunedì e martedì si registra un afflusso continuo di migliaia di pellegrini che arrivano, anche durante la notte, per lo più a piedi, dalle diverse località della provincia e dell’intera regione calabrese. T

radizionalmente durante la messa di Pentecoste viene offerto e acceso, a turno, da uno dei sindaci della provincia una “lampada votiva”. La “Madonna di Porto” è stata proclamata, a conclusione di un iter durato circa dieci anni, “Patrona dell’intera provincia di Catanzaro”. Il quadro miracoloso prima della processione viene inserito nella “vara” (un supporto molto pesante costruito in metallo) e viene trasportato, scortato dalle forze dell’ordine, a spalla da otto persone, guidate da altre per evitagli danni durante il passaggio nelle strette vie del paese. Una delle bande musicali presenti nei tre giorni della festa accompagna la processione che si snoda lungo un percorso montano, detto “via del monte”, per oltre 5 chilometri.

Una volta giunta al Santuario la “Madonna di Porto” viene fatta incontrare (cunfrunta) con la statua di San Giuseppe. Durante la breve corsa della “cunfrunta” viene accesa una batteria di fuochi pirotecnici e subito dopo l’immagine della Madonna e la statua di San Giuseppe vengono introdotti in chiesa e vi restano per tutto il giorno alla presenta dei devoti. Costanti sono le suppliche a lei rivolte dal popolo catanzarese, con una venerazione spesso commovente.

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