Avvenire di Calabria

La costruzione del primo edificio risale al 1610 sulle fondamenta di una chiesa precedente

Turismo e fede: a Bivongi, la devozione alla «Mamma Nostra»

Nella vallata dello Stilaro sorge anche l’antico Monastero dedicato a «San Giovanni Theristis»

Redazione Web

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Le notizie riguardanti la venerazione dell’Immacolata con l’invocazione “Mamma Nostra” nella cittadina di Bivongi si traggono dalle annotazioni di un libretto del 1754. L’anonimo devoto iniziò a scrivere che «nell’anno 1738 ebbe la fortuna la terra di Bivongi d’intender la missione dal molto reverendo padre Antonio Cretari de’ conventuali di San Francesco napoletano », il quale aveva predicato il quaresimale nella città di Nicastro. La chiesa di “Mamma Nostra” è una chiesa che risale al XVII secolo.

La sua costruzione cominciò nel 1610 sulle fondamenta di una chiesa precedente, poi demolita. Il luogo sacro fu parzialmente distrutto durante il terremoto del 1783. Conosciuta fino al 1995 come chiesa di San Giovanni Decollato, dopo il restauro venne da quel momento dedicata alla Madonna con la denominazione di santuario di “Maria Ss. Mamma Nostra”. La festa del quadro si svolge il 18 ot- tobre, mentre il 5 febbraio la statua viene portata per le vie del paese a ricordo del sisma del 1783. È possibile ammirare la chiesa con una struttura a croce latina e lo stile barocco che predomina sulla facciata anteriore. No solo. Essa porta con sé anche taluni elementi della chiesa che fu prima di essa, quella più antica.

Infatti furono scoperti l’altare antico, alcune tombe ed altri elementi. Nel 1995, la chiesa, prima intitolata a “San Giovanni Decollato”, fu elevata a Santuario di “Maria Santissima Mamma Nostra”. Durante alcuni lavori concernenti il restauro del 1995, furono portati alla luce quello che verosimilmente sembra essere l’altare della prima chiesa, alcune tombe ed altri importanti reperti archeologici. Molto interessante la statua lignea della Madonna Immacolata, definita affettuosamente dai fedeli “Mamma Nostra”, realizzata dallo scultore Picano a fine Settecento, e oggetto di grande devozione, soprattutto in occasione della Festa della Mamma Nostra. A Bivongi sorge anche il Monastero di “San Giovanni Theristis”. Nella vallata dello Stilaro visse ed operò nel IX secolo San Giovanni Theristis. Dopo la sua morte la sua fama presso le popolazioni della zona crebbe così tanto che esse lo acclamarono santo e divennero meta di pellegrinaggio i suoi luoghi.

In questo luogo sorse nell’XI secolo un monastero bizantino a lui intitolato. Esso si sviluppò in periodo normanno come uno dei più importanti monasteri basiliani nel Meridione d’Italia e mantenne splendore e ricchezza sino al XV secolo. Nel seicento i monaci lo abbandonarono definitivamente per trasferirsi nel convento più grande di San Giovanni Theristis fuori le mura a Stilo, dove furono portate le reliquie di San Giovanni Theristis e dei Santi asceti Nicola e Ambrogio. All’inizio dell’800, in seguito alle leggi napoleoniche sui beni ecclesiastici, divenne proprietà del comune di Bivongi. Appartenne poi a diversi proprietari, che lo adattarono all’uso agricolo. Gli eredi dell’ultimo proprietario lo donarono nel 1980 nuovamente al comune di Bivongi. Nel 1990 cominciarono i lavori di ristrutturazione dell’edificio e dell’area per riportarlo ad essere nuovamente un luogo di preghiera per i monaci ortodossi. Il 21 marzo 2001 il monastero fu visitato dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che vi riportò una reliquia di San Giovanni Theristis dall’omonima chiesa di Stilo. Nel piccolissimo borgo vivono ancora alcuni monaci ortodossi provenienti dal Monte Athos, in Grecia. La basilica costituisce una chiara testimonianza architettonica di transizione dall’epoca bizantina a quella latina: infatti presenta frammisti tra loro elementi architettonici bizantini e normanni. Nel 1995 la chiesa fu elevata a Santuario mariano

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