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L’odierna festività mariana, celebra un mistero mariano che pur non avendo riscontri chiari nella Scrittura, è senza dubbio dottrina rivelata come dichiara Pio IX nella bolla Ineffabilis Deus. In Luca l’angelo salutò Maria chiamandola “chairè kecharitomene” ossia rallegrati piena di grazia, (Lc.1,28), questo saluto significa che Maria fu rivestita di una santità estesa a tutta la sua esistenza, fin dal suo concepimento, escludendo ogni macchia di peccato. Questa verità, ancora prima del dogma cattolico, fu professata esplicitamente in oriente fin dal sec. V. In occidente viene documentata a partire dal sec. XI , e si affermò definitivamente con il Concilio di Basilea (1439).
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La Chiesa Cattolica con papa Pio IX accogliendo il comune sentire di tutta la cristianità, proclamava solennemente come dogma di fede l’Immacolata Concezione l’8 dicembre 1854 con la bolla citata prima. A conferma della fede nell’Immacolata, pochi anni dopo, nel 1858 a Lourdes si verificava l’apparizione della Madonna. A Santa Bernadette la Vergine si presentò come l’Immacolata Concezione. Questo mistero mariano trova il suo fondamento a partire dalla cristologia. Maria, nel progetto di Dio, doveva essere la degna dimora del Verbo incarnato, la preghiera colletta della solennità così recita: “ Hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio” e il prefazio gli fa eco quando dice :”Perché piena di grazia, diventasse degna Madre al tuo Figlio”.
La potenza di Maria di intercedere per gli uomini presso Dio, deriva dalla sua preservazione assoluta dal male ciò assicura la grande efficacia delle sue suppliche. Infatti la Chiesa oggi riconosce a Maria questa alta prerogativa quando prega:” E tu sopra ogni altra creatura la predestinavi per il tuo popolo avvocata di grazia e modello di santità” (Pref.). La liturgia odierna insiste nel mettere in grande risalto la particolare potente intercessione di Maria davanti a Dio in forza della sua assoluta immunità originaria dalla colpa del peccato. Il saluto dell’angelo a Maria, ha un peso particolare nella storia del dogma, non distacca Maria dal punto di vista dell’essere, dal resto dell’umanità, ma questo suo essere serva le accredita uno speciale favore di Dio in modo tanto singolare nella storia della salvezza che le tocca in sorte di diventare la Madre del Verbo. La solennità dell’Immacolata ha anche uno speciale legame con l’anno liturgico e in particolare con il tempo di avvento. La chiesa nell’avvento, celebra Maria e contempla il giorno nel quale diventerà tutta gloriosa, immacolata. Quello sarà il giorno nel quale i suoi figli parteciperanno pienamente alla gloria di Cristo. La Chiesa dunque contempla Maria come l’esemplare dello splendore che conseguirà quando sarà nella condizione di Chiesa trionfante in cielo.
La festa di oggi allora rappresenta la contemplazione più intensa su quel mondo futuro già presente in maniera così luminosa in Maria. Oggi nella chiesa si parla molto della centralità della donna, anche tra i temi posti all’attenzione del Sinodo, quelli che investono l’universo femminile trovano ampio rilievo. Temi che ci sembrano attuali e urgenti ma che hanno nel cattolicesimo antiche radici. Già nel lontano 1926, una donna di nome Gertrud Von Le Fort, convertitasi alla fede cattolica, poteva scrivere: ”E’ il momento di affermare che il dogma cattolico ha enunciato le proposizioni più forti che mai siano state espresse sulla donna.La Chiesa non si accontenta, nel sacramento del matrimonio, di uguagliare a sè stessa tutte le donne, ma ha anche proclamato una donna regina del cielo. L’ha chiamata Madre del Redentore, madre della grazia divina. Se l’Immacolata rappresenta il tipo ideale dell’immagine divina dell’umanità, questo tipo trova la propria realizzazione nella Vergine dell’annunciazione”. Sono parole di una straordinaria pregnanza e attualità che ci invitano a guardare all’Immacolata con occhi nuovi. Il grande Henri De Lubac, nominato cardinale nel 1983, poteva dire che “Maria è la figura ideale della Chiesa, ne è il sacramento, lo specchio in cui si riflette la Chiesa intera.
PER APPROFONDIRE: Immacolata, quell’Eccomi di Maria che ci avvicina all’altro
La Chiesa trova in essa il suo tipo e il suo esemplare, il suo punto d’origine e il suo traguardo di perfezione”. Oggi la Chiesa sta attraversando un tempo di trasformazioni che stanno mettendo a dura prova la sua fedeltà al suo mistico sposo. Quale sia la vocazione di ogni cristiano, viene per tutti il tempo della prova e della tentazione. La sequela del Signore allora diventa difficile, la paura di avere fallito angosciante, si cercano tutte le scorciatoie possibili per una onorevole via di fuga da Dio. Ora è il momento di guardare a Maria, e fare nostro quel “Non temere, il Signore è con te”.
*Sacerdote
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