Avvenire di Calabria

I dati della Cgia di Mestre che ha esaminato il trend nazionale

In Calabria un lavoratore su cinque non riposa la domenica

Francesco Bolognese

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Il settimo giorno si riposò. Non è così nel terzo millennio (fatti salvi i servizi essenziali) nel vecchio Continente e nel bel paese.
Uno studio divulgato dalla Cgia di Mestre vede, tra i 28 paesi europei presi in esame, l’Italia in fondo alla classifica: 24° posto, dietro si trovano Austria, Francia, Belgio e Lituania. “Gli italiani che lavorano di domenica, dato 2016, sono stati 4,7 milioni. Una buona parte di questi sono in negozio, in fabbrica o in ufficio anche il giorno di Pasqua. Tra questi 4,7 milioni, 3,4 sono lavoratori dipendenti e gli altri 1,3 sono autonomi (artigiani, commercianti, esercenti, ambulanti, agricoltori, etc.).
Negli ultimi anni il trend degli occupati di domenica è aumentato costantemente sia tra i dipendenti che tra gli autonomi. Nel settore commerciale, grazie alla liberalizzazione degli orari introdotta dal Governo Monti, una risposta alla crisi è stata quella di aumentare i giorni di apertura dei negozi. Con la grande distribuzione e gli outlet che durante tutto l’anno faticano a chiudere solo il giorno di Natale e quello di Pasqua, anche le piccolissime attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, sono state costrette a tenere aperto anche nei giorni festivi per non perdere una parte di clientela”.
La geografia dove “il lavoro “domenicale” è più diffuso sono quelle dove la vocazione turistica/commerciale è prevalente: Valle d’Aosta (29,5 per cento di occupati alla domenica sul totale dipendenti presenti in regione), Sardegna (24,5 per cento), Puglia (24 per cento), Sicilia (23,7 per cento) e Molise (23,6 per cento) guidano questa particolare graduatoria. In coda alla classifica, invece, si posizionano l’Emilia Romagna (17,9 per cento), le Marche (17,4 per cento) e la Lombardia (16,9 per cento). La media nazionale si attesta al 19,8 per cento”. La Calabria con i suoi 75mila lavoratori domenicali è attestata al 19,3% sul totale dei lavoratori dipendenti.

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