Avvenire di Calabria

I dati dell'Ispra parlano di un territorio, quello italiano, fortemente esposto ai rischi idraulici, anche a causa degli incendi che ne hanno cambiato la morfologia

Incendi boschivi e dissesto idrogeologico, la Calabria tra le regioni più a rischio

Le alluvioni il principale fenomeno a cui è esposta la regione in punta di Stivale, seguita da Emilia Romagna e Veneto

di Redazione Web

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La Calabria, con il 17% del territorio a rischio, è la regione d'Italia più esposta ai fenomeni alluvionali. È quanto emerge dai dati dell'Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) rielaborati da Openopolis.


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In generale, i dati dell'Ispra parlano di un territorio, quello italiano, fortemente esposto ai rischi idraulici, anche a causa degli incendi che ne hanno cambiato la morfologia. C'è una forte correlazione tra incendi boschivi - nella maggior parte dei casi provocati dall'intervento dell'uomo - e altri fenomeni ambientali che inevitabilmente si ripercuotono sui vari ecosistemi.

Analizzando i dati, emerge che in Italia nei primi 9 mesi del 2023 sono bruciati circa 72 mila ettari di terreni, con un incremento di ben un +38% rispetto alla media del 2006-2022. Tra le numerose conseguenze negative, c'è l'indebolimento del suolo che aumenta l'esposizione al rischio idrogeologico.

Circa 16 mila kmq di terreno italiano sono a elevato rischio idraulico e più di 26 mila sono a elevato rischio franoso. Mentre la Sicilia è una delle regioni italiane con più incendi e frane.

Incendi boschivi, un fenomeno in costante aumento

Sono numerose le conseguenze negative degli incendi boschivi: dalla distruzione degli ecosistemi all’inquinamento atmosferico passando per la perdita di aree verdi. Un altro effetto, spesso trascurato, è l’incremento del rischio idrogeologico. Gli incendi rendono infatti il terreno più fragile ed esposto ai disastri naturali. Oltre a generare detriti che possono poi essere trasportati dalle piogge e andare a danneggiare altri ecosistemi.

Si tratta, spiega la ricerca, «di dinamiche particolarmente rilevanti nel nostro paese, che risulta fortemente esposto sia agli incendi che al rischio idrogeologico. Sono tuttavia relazioni difficili da riscontrare solamente dai dati, visto che sono fenomeni di lungo termine e che comunque vanno interpretati anche alla luce della morfologia dei vari territori».

Incendi in Italia, i dati del 2023

Stando all’ultimo aggiornamento dello European fire information system (Effis), relativo al 16 settembre, nel corso del 2023 sono bruciati cumulativamente quasi 72mila ettari di terreno in Italia. Circa 20mila ettari in più rispetto alla media del periodo 2006-2022 (pari a un aumento del 38%).

Questi episodi, sempre più frequenti e sempre più gravi, hanno conseguenze rilevanti sull’ambiente. In primo luogo c’è, inevitabilmente, il pericolo di vita che ne deriva per chi è coinvolto e la distruzione di abitazioni e infrastrutture.

L'impatto sul dissesto idrogeologico

A ciò si aggiunge il fatto che gli incendi inquinano, rilasciando gas a effetto serra e generando così un circolo vizioso mediato dal riscaldamento dell’atmosfera. Parte integrante di questo processo è anche la stessa scomparsa di verde, che sarebbe capace di riassorbire buona parte delle sostanze inquinanti e rinfrescare l’aria. Inoltre, gli incendi danneggiano gli ecosistemi e indeboliscono i terreni, con le più varie conseguenze. La vulnerabilità espone gli ambienti alla diffusione di parassiti e patogeni, come anche al rischio idrogeologico, come è emerso in una serie di ricerche in ambito ambientale e come ha evidenziato anche la protezione civile.


PER APPROFONDIRE: Cardeto, dopo l’incendio parla il parroco: «Basta dolore, mettere fine a questo orrore»


Il divampare delle fiamme causa una impermeabilizzazione del suolo, generando un sottile strato di cenere che impedisce al terreno di assorbire l’acqua piovana. Infine, gli incendi distruggono le radici degli alberi, che contribuiscono alla stabilità del suolo, e così alterano l’equilibrio naturale del terreno creando una maggiore vulnerabilità a fronte di eventi franosi. Da una parte quindi rendono la zona più esposta agli effetti negativi delle alluvioni, dall’altra favoriscono il proliferare di frane.

L’Italia è fortemente esposta al rischio idrogeologico: il "primato" della Calabria

Per via della sua conformazione e morfologia, l’Italia è già naturalmente un paese fortemente esposto sia agli incendi che agli episodi di dissesto idrogeologico. Il territorio italiano nel complesso è maggiormente esposto ai fenomeni franosi (8,7% del totale) rispetto a quelli idraulici (5,4%). Nel primo caso la regione più colpita è la Valle d’Aosta, dove circa l’82% del terreno è a rischio. Seguono a distanza la Campania (19%), la Toscana e il Molise (entrambe con il 16%).

Per quanto riguarda invece le alluvioni, al primo posto si trova la Calabria con il 17% del territorio a rischio, seguita da Emilia-Romagna (12%) e Veneto (10%).

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