Avvenire di Calabria

Due giorni fa ignoti hanno dato fuoco all'auto in uso al marito della consigliera comunale

Incendiata l’auto di Angela Marcianò, è pioggia di solidarietà

Già nel 2016 un analogo episodio vide protagonista l'allora assessore comunale ai lavori pubblici

di Redazione Web

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L'episodio risale a due sere fa e non ha mancato di creare sconcerto tra la popolazione, spezzando la tranquillità del clima di festa vissuto in questi giorni in riva allo Stretto. Ignoti hanno dato fuoco all'auto in uso al marito di Angela Marcianò: una Kia Sportage, spesso usata dalla stessa consigliera comunale.


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L'auto si trovava parcheggiata in via Sbarre centrali, sotto l'abitazione della coppia. È stata completamente distrutta dalle fiamme che hanno danneggiato un altro mezzo parcheggiata nelle vicinanze.

Incendiata l'auto di Angela Marcianò, indagini in corso

Sull'episodio sono in corso accertamenti delle forze dell'ordine sull'esatta natura del rogo. Ad intervenire gli agenti della Scientifica della Polizia di Stato e i Vigili del Fuoco che hanno provveduto a circoscrivere l'incendio.

In attesa di ulteriori sviluppi legati delle indagini, l'episodio non ha mancato di creare sconcerto, ma anche preoccupazione. Già in passato, infatti, l'attuale componente del Consiglio comunale di Reggio Calabria e candidata a sindaco della città per la lista "Impegno e identità" è finita nelle attenzioni di ignoti malviventi.

Il precedente nel 2016

Un fatto analogo avvenne nel 2016. All'epoca Angela Marcianò era assessore ai lavori pubblici del comune di Reggio Calabria. Anche in quel caso un rogo distrusse l'auto in uso al marito di Angela Marcianò.

In quella circostanza, per esprimere solidarietà e vicinanza alla giovane amministratrice, fu convocato un consiglio comunale aperto alla cittadinanza che si svolse in pubblica piazza, nell'anfiteatro di via Torricelli al "rione Ferrovieri".


PER APPROFONDIRE: Comune, l’ex assessore Angela Marcianò rientra dopo la sospensione


Grande fu, inoltre, l'attenzione dei magistrati della procura reggina, all'epoca guidati dal procuratore capo Federico Cafiero de Rhao che seguì personalmente le indagini.

La solidarietà della politica e dei cittadini

«Siamo tutti Angela Marcianò», si legge in un post pubblicato su Facebook, a cui seguono diversi attestati di solidarietà, vicinanza e incoraggiamento ad Angela Marcianò, dopo lo spiacevole episodio di due notti fa.

Tanti i messaggi «a non arrendersi e ad andare avanti» e a «proseguire le battaglie di legalità» intraprese in questi anni a Reggio Calabria» A esprimere vicinanza, tra i colleghi in consiglio comunale, c'è Massimo Ripepi: «Ad Angela Marcianò ed alla sua famiglia voglio esprimere tutta la mia vicinanza, la mia solidarietà, il mio sostegno nella lotta e nel continuare a fare una dura battaglia contro ogni forma di ingiustizia e illegalità».

Sull'episodio è anche intervenuto il commissario regionale della Lega, l'avvocato Giacomo Saccomanno esprimendo condanna al gesto e vicinanza alla Marcianò da parte del partito di Salvini. Insieme a questo anche l'invito alle Forze dell'ordine a fare piena luce su quanto successo.

Vicenza anche dalla Federazione provinciale dell'Msi che l'ha sostenuta in occasione delle ultime elezioni comunali, alle quali Marcianò si è presentata da candidata sindaco di Reggio Calabria. Msi che parla di «emergenza democratica», invocando addirittura l'intervento del Ministro dell'Interno.

Anche il Pd cittadino, per bocca del suo segretario Valeria Bonforte, si è detto «vicino ad Angela Marcianò e alla sua famiglia», auspicando che «la magistratura faccia piena luce individuando in tempi rapidi i responsabili». Per il Pd di cui è stata componente della Segreteria nazionale ai tempi di Renzi, «Angela Marcianò non si farà certo intimorire dall’intimidazione subita, ma non è più accettabile che episodi del genere possano ripetersi in una città che voglia davvero dirsi moderna e civile».

Angela Marcianò e il post sui social sette anni dopo la prima intimidazione subita

Il 7 luglio scorso, Angela Marcianò, postando un video risalente al consiglio comunale aperto del 2016 scriveva: «7 Anni fa in piazza sfidavo con coraggio ed emozione quel mondo “esterno” alle Istituzioni che aveva cercato di intimidirmi. Oggi ho imparato che esiste un altro tipo di delegittimazione, molto più subdola e pericolosa».

«Chi fa politica pulita, senza compromessi e senza padroni, viene fatto fuori e poi, con ogni mezzo, fermato per impedirgli di rompere altri schemi ben collaudati». Da qui l'invito e la speranza: «A tutti gli amici, che sono rassegnati a questo stato di cose, dedico una frase che ho pronunciato in quella occasione e che funziona sempre come un energizzante naturale: “Quando si è abituati a raggiungere traguardi sudandoseli, non ci si ferma facilmente”.

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