Avvenire di Calabria

Lettura recitata e commenti spirituali

Incontri in libreria

Domani presso la libreria Paoline di Reggio Calabria

Redazione Web

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Antonio Marino

Dato alle stampe agli albori del diciassettesimo anno del terzo millennio, “Vieni fuori! Tornare alla vita terrena” è un inquietante e delizioso libro che Gennaro Matino, sessantunenne prete napoletano noto alle cronache per il mestiere di giornalista su Repubblica e Avvenire e per la missione teologica che vive attraverso anche la pubblicazione di volumi complessi e comprensibili da chiunque, offre agli uomini e alle donne di buona volontà che, con entusiasmo e convinzione, desiderano, come lo stesso Matino scrive, «lottare non solo per resistere alla tentazione di vivere pensando solo a se stessi, ma per convertire il male in bene, ponendo rimedio ai danni procurati». Un libro così pensato, poi scritto, quindi piazzato in libreria, nasce per esser anzitutto e idealmente “squinternato” nel tempo quaresimale che, scrive sempre Matino, «è il tempo per portare la nostra croce e quella degli altri, per assumere le nostre responsabilità cristiane e rispondere alla chiamata del Padre». E non è un caso se la reggina libreria Paoline, il “Teatro dei Semplici” e la comunità gesuita reggina hanno scelto, nel cuore del tempo austero quaresimale, proprio l’ultima pubblicazione di Gennaro Matino per, come egli stesso mette nero su bianco, «restituire l’uomo all’uomo», ricostruendo «la sua identità alla sequela di Cristo». Giovedì ventitré marzo e, otto giorni dopo, il trenta marzo, sempre alle ore 17.30 e sempre alla libreria Paoline, a piazza Duomo, gli attori Pasqualina Scuncia, Giusy Gattuso, Giovanna Marino, Nuccia Macrì, Umberto Lombardo, Franco Polimeno e Antonio Marino, sotto la regia di Luigi Marino, saranno chiamati a dare colore, sapore, vita, a ben tre momenti, tratti dal libro di Matino e sapientemente scelti dal gesuita padre Carmelo Giuffrida: all’imbrunire del ventitré marzo sarà «Lazzaro» al centro delle letture recitate, a sera del trenta marzo saranno invece il «Venerdì Santo» e il «Sabato Santo» ad essere oggetto di recitazione. Padre Carmelo Giuffrida, invece, e in entrambe le occasioni, offrirà una lettura spirituale che, partendo dalla lettura evangelica, lasciandosi cullare dai pensieri di Gennaro Matino, aiuterà chi vorrà parteciparvi a, per dirla con lo scrittore, «essere uomini di penitenza in strutture capaci di conversione». Anche perché, ed ecco l’utilità del doppio evento culturale e della possibilità poi d’avere il libro, sfogliarlo e meditarlo e trasformarlo in vita da vivere, «non si può – verga Matino – rinascere dall’alto, non si può ristabilire l’amicizia con Dio se non si lotta come collettività contro il peccato sociale per il bene comune», perché – e qui Matino cita la prima lettera di Giovanni – «se uno dicesse io amo Dio, e odiasse suo fratello, è un mentitore». Certo, i tempi, volutamente snelli, gli stratagemmi, il desiderio cioè di creare curiosità attorno al libro lasciando volutamente aperte numerose parentesi, non consentono agli organizzatori di compiere una completa cavalcata dell’intero testo di Matino. Tuttavia, i medesimi organizzatori, volendo unicamente l’arricchimento interiore e culturale di quanti si renderanno interessati, suggeriscono di non lasciarsi sfuggire un libretto che, sapientemente, esorta l’uomo a «lottare perché la Terra si trasformi in bellezza». E partendo da una ampia, concreta, analisi del tempo di Quaresima, passando per Nicodemo, la Samaritana, il cieco nato e Lazzaro visti con la penna dell’evangelista Giovanni, attraversando con meticolosità la settimana santa, culminando col trionfale tempo di Pasqua, Gennaro Matino dona la possibilità di riscoprire una grande, immensa, essenziale, verità: ogni sillaba e ogni virgola del “sacro testo” non sono poste là e oramai datate. Sono attuali e, interrogandolo, mettono in crisi ogni stato esistenziale. Ieri, come oggi, come domani. Insomma: il binomio cultura e spiritualità appare l’occasione, doppia e buona, per un’azzeccata oasi di riflessione in questa nostra quaresima in riva allo Stretto.

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