All’indomani della Giornata mondiale per i diritti dei rifugiati, in un quartiere di Reggio Calabria si è manifestato – in tutta la sua bellezza – il miracolo dell’accoglienza. Venerdì 22 giugno, infatti, è nata Rehoboth, la figlia di una coppia eritrea che vive a Pellaro da qualche mese grazie al progetto dei “Corridoi Umanitari” della Conferenza episcopale italiana. Una famiglia, quella composta dalla neonata assieme al fratellino e ai genitori che è di casa nella parrocchia di Santa Maria del Lume. Una bella “coincidenza” nei giorni in cui tutto il mondo si interroga circa il futuro da dare a quanti scappano da situazioni di povertà e guerra. In questo senso, anche Reggio Calabria ha partecipato alle iniziative patrocinate dall’Alto commissariato dell’Onu. In particolare, si è scelto – ancora una volta – la strada dello sport come aggregatore sociale e strumento per superare le disuguaglianze.
Un progetto condiviso con altre quattro città italiane come Milano, Roma, Bari e Palermo in cui si sono sono sfidati ospiti dei centri di accoglienza, studenti, volontari e operatori delle associazioni del terzo settore, per la partita di calcio solidale del trofeo «Io ci sono» organizzato dalla Fondazione Mondo Digitale per sostenere con lo sport i valori di integrazione e accoglienza.