Avvenire di Calabria

Mi chiamo Antonella, ho 53 anni e sono sposata con Francesco. Esprimere ciò che significa essere moglie non è una cosa semplice, ma coinvolge tutta la sfera emotiva di una persona

La testimonianza di una moglie: «Far entrare Dio nel matrimonio»

Redazione Web

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Mi chiamo Antonella, ho 53 anni e sono sposata con Francesco. Esprimere ciò che significa essere moglie non è una cosa semplice, ma coinvolge tutta la sfera emotiva di una persona.

Non mi sono accostata al matrimonio in giovanissima età, avevo 29 anni, e di sicuro sapevo che “il principe azzurro” vive solo nelle favole; ma ero consapevole di una cosa, cioè che mio marito era una persona, che pur amandomi, era altro rispetto a me. Sin dal momento in cui abbiamo deciso di sposarci, ho affidato a Dio questo matrimonio, sapendo che senza il suo aiuto sarebbe stato molto difficile portarlo avanti. La mia vocazione è da sempre stata quella di moglie e di madre e questo ha significato mettere la famiglia prima delle mie esigenze personali.

Il prossimo anno festeggeremo 25 anni di matrimonio e se dovessi dire, in una parola, che cosa significa essere moglie, direi che è amare, dove per amore non si intende solo un sentimento romantico, bensì un sentimento più profondo che implica amare tuo marito quando non è secondo i tuoi canoni, dalle piccole cose quotidiane, a quando ha delle idee totalmente diverse dalle tue, in particolare sull’educazione dei figli o su altre scelte importanti. Questo amore di cui parlo è frutto di un impegno quotidiano, di un allenamento al rispetto reciproco, considerando le diversità non come elemento di divisione, ma come complentarietà nella coppia, aiutandoci vicendevolmente nelle nostre difficoltà, consigliandoci, sostenendoci nei momenti tristi della vita, gioendo dei piccoli traguardi raggiunti, con la consapevolezza di essere sostenuti dall’amore che viene da Dio, che da sempre ci ha pensati come coppia. Non siamo una coppia perfetta, né mai abbiamo cercato di esserlo; in questi anni naturalmente abbiamo avuto le nostre crisi ed i nostri litigi, ma li abbiamo superati grazie anche al cammino di fede che condividiamo. L’essere moglie è strettamente legato al concetto di essere madre, cosa che non è stata facile, perché ha comportato anche delle sofferenze, legate alla perdita di una dei nostri figli; in questa esperienza, tuttavia, il nostro legame è uscito rafforzato perché entrambi ci siamo affidati al Signore.

Dando questa mia testimonianza mi sono resa conto che non penso a me stessa soltanto come moglie ma come parte di una coppia, e credo che proprio in questa risieda la forza dell’essere moglie, non percependomi come singolo individuo ma come faccia della stessa medaglia.

Antonella Lubrano

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