Avvenire di Calabria

La ricerca del «benessere» della collettività rappresenta la bussola con cui orientarsi: non pensare al tornaconto personale o di pochi individui ma ragionare come comunità

L’appello di ReggioNonTace: «Astensionismo agevola le ‘ndrine»

Redazione Web

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Le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale arrivano in un momento di crisi senza precedenti per la Calabria. Tra le ultime regioni d’Europa per ricchezza, qualità della vita e dei servizi, la nostra paga un prezzo altissimo in termini di emigrazione soprattutto giovanile, fenomeno che contribuisce a impoverirla ulteriormente e presagisce un futuro ancor più drammatico. In tale frangente l’esercizio del diritto/dovere di voto comporta una responsabilità ancora maggiore considerato che esso rappresenta lo strumento più potente in mano ai cittadini per indirizzare le azioni da cui dipende il loro stesso futuro e quello dei loro figli.

Pertanto è indispensabile che si eviti nel modo più assoluto di disertare le urne, resistendo alla tentazione del disimpegno anche da questo atto fondamentale per l’esercizio delle prerogative democratiche di ciascuno. Non andare a votare non serve ad altro che a favorire gruppi di potere, spesso illegali, che pilotando pacchetti di voti condizionano il risultato delle elezioni e successivamente la gestione della cosa pubblica.

Ma, nel contempo, occorre anche scegliere con la massima attenzione i candidati e le liste cui indirizzare la propria preferenza. Ciò può avvenire solo attraverso un’attenta informazione sulle storie, sulle competenze e sui programmi dei candidati.

La Calabria non ha più tempo, non può più indugiare nel menefreghismo e nel pressapochismo che spesso hanno caratterizzato l’atteggiamento di molti cittadini e dei loro rappresentanti politici: è indispensabile farla finita una volta per tutte con il clientelismo e con il voto di scambio.

Bisogna andare al voto con responsabilità, consapevolezza e libertà se si vuole invertire il percorso storico della nostra Regione e imboccare la strada dello sviluppo e della rinascita sociale ed economica. Basta con le solite cordate e consorterie; basta con il voto condizionato da promesse, più o meno realizzabili, di favori per pochi a danno di molti; basta, soprattutto, con quanti, impegnati in politica da anni, sono i principali responsabili dello sfascio attuale e che pure, con immarcescibile faccia tosta, si ostinano a negare o ad imputare ad altri.

Si individuino con attenzione e discernimento i candidati più competenti, onesti e innovativi e si dia a costoro la preferenza. Senza dimenticare però che, sebbene il voto sia la principale espressione della vita democratica, esso non è il solo dovere di un buon cittadino. Dopo l’attenta, libera e consapevole scelta dei candidati occorre vigilare, seguire, informarsi su come costoro eserciteranno il potere loro affidato pronti ad intervenire qualora lo usassero, come spesso è accaduto, per perseguire interessi particolari al posto del bene di tutti.

Il voto che ci attende sia ispirato all’interesse per il bene comune, sia guidato dalla speranza di un possibile cambiamento, sia il presupposto di un maggiore impegno e di un esercizio di cittadinanza più responsabile e determinato. Solo così la Calabria potrà uscire dal circolo vizioso in cui l’hanno costretta l’indifferenza di molti cittadini, l’insipienza e la corruzione di tanti suoi rappresentanti politici, la scarsa considerazione delle Istituzioni nazionali.

Responsabilità, partecipazione e condivisione devono caratterizzare la nostra dimensione di cittadini e di credenti e, in particolare noi calabresi, dovremmo considerare che non ci sono liberatori esterni che ci portino fuori dalla palude in cui ci troviamo, non esistono salvatori o uomini della Provvidenza che possano risolvere i nostri problemi. O sapremo risollevarci da noi stessi, a cominciare dal voto del 26 gennaio, oppure la nostra condizione non potrà che peggiorare.

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