
Il 1° maggio a Bivona il Giubileo del Lavoro: preghiera, dialogo e impegno nel ricordo di Papa Francesco
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Purtroppo molte persone non riescono ancora ad avere un lavoro dignitoso: alcuni sono sottopagati, altri non hanno contratti e sono privi di qualsiasi tutela, altri ancora sostengono ritmi di lavoro giornalieri e settimanali pesantissimi. Sono lavoratori e lavoratrici invisibili.
Ci stupiamo di verificare che questo fenomeno esiste anche in Italia, non è un’esperienza di paesi lontani. Una ricerca intitolata “Negato, irregolare, sommerso: il lato oscuro del lavoro”, svolta dal Censis insieme a Confcooperative, mostra che circa 3 milioni e 300mila persone lavorano in nero. L’indagine evidenzia che la remunerazione di queste persone è circa la metà rispetto alle altre: questi lavoratori percepiscono 8,1 euro l’ora, contro una media di 16 euro. Questo causa una doppia ingiustizia. La prima è più grave e tocca gli uomini e le donne coinvolte: essi guadagnano pochissimo, poi non percepiscono contributi pensionistici,e spesso non hanno assicurazione. La seconda è grave per il sistema economico e riguarda le aziende, perché le imprese che sfruttano i lavoratori falsano la corretta competizione nel mercato e ostacolano le aziende in regola. È sufficiente considerare che solo l’evasione dei versamenti Irpef raggiunge i 35 miliardi di euro.
Si osserva nella ricerca che questa situazione è cresciuta dopo la crisi economica. Mentre è diminuito il numero degli occupati, circa 462mila tra il 2012 e il 2015, è aumentato nello stesso periodo di oltre 200mila unità quello irregolare. In alcuni casi le imprese hanno scaricato il costo della crisi sulla parte più debole: i lavoratori. Si tratta di lavoratori che sono disposti a mettere da parte i loro diritti o parte di essi per poter conservare il proprio posto. La paura di rimanere senza un’occupazione indebolisce le persone.
La dimensione del fenomeno è però molto ampia. Il lavoro irregolare nelle imprese copre il 40% del totale. Il rimanente del lavoro sommerso si trova tra gli assistenti familiari. Gran parte di irregolarità nasce proprio dalle famiglie italiane che cercano collaborazione nei compiti domestici e di cura. In questi casi spesso si vive un doppio dramma: quello della difficoltà di reperire un aiuto per gestire persone non autosufficienti e quello di non essere in grado di sopportare i costi economici di un’assistenza competente e professionale. Così si incontrano due debolezze che abbassano il livello delle condizioni lavorative e di cura.
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
In un’epoca di incertezza e possibilità infinite, l’accompagnamento diventa essenziale per trasformare aspirazioni e passioni in un progetto di vita concreto.
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