Cosa può unire l’Antigone a una fiction di RaiUno? «La ribellione di un figlio rispetto al rapporto “malato” con suo padre». Francesco Colella, attore calabrese, non ha dubbi: è questa la chiave di lettura ideale per «l’estensione» del film, diretto da Giacomo Campiotti, che si ispira al progetto “Liberi di Scegliere” (che è anche il titolo della fiction) voluto dal presidente del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, Roberto Di Bella. E proprio i provvedimenti di sospensione della genitorialità dei boss di ‘ndrangheta rispetto ai propri figli sono al centro di una settimana di iniziative promosse da Centro comunitario Agape, Libera e Alleanze Educative.
«Non può esistere un’umanizzazione dei portatori di morte», prosegue Colella che nella fiction interpreta Antonio Tripodi, padre-latitante del giovane protagonista Domenico (ruolo interpretato da Carmine Buschini). Una «posizione morale» che va nel segno opposto rispetto alle tante serie-tv di successo che tendono a proporre un fattore «seducente del crimine», come lo stesso attore ha spiegato stamattina durante la conferenza stampa di presentazione della settimana in riva allo Stretto. Accanto a lui, presso la sede di Agape, c’è Mario Nasone, presidente del Centro comunitario che ha moderato l’incontro fornendo alcuni dati molto interessanti: «Sono 60 minori entrati nel progetto del Tribunale dei minorenni, di cui 40 sono stati allontanati dalla Calabria», spiega. E ancora gli interventi degli altri partners, Grazia Condello e Giuseppe Marino.
La professoressa Condello, vicepreside del “Raffaele Piria” e rappresentante della rete delle Alleanze Educative, ha evidenziato come la fiction di RaiUno rappresenti un «documento importate per condividere un dialogo con gli studenti»: proprio nelle scuole reggine saranno coinvolti ben 600 ragazzi che avranno modo di comprendere le grandi ferite che provoca la ‘ndrangheta, anche nelle persone affiliate oltre che alle vittime.
Di altro tenore è la peculiarità sottolineata da Giuseppe Marino, referente di Libera Reggio Calabria, che auspica che il Governo «valuti i due Disegni di Legge già depositati in Parlamento». “Liberi di scegliere”, protocollo che parte da Reggio Calabria, ma che assume un valore generale per tutti i territori condizionati dall’oppressione mafiosa può e deve, secondo Libera, «diventare una prassi cristallizzata». La conferenza stampa si è conclusa con la testimonianza di Saverio Malara, attore originario del quartiere Archi di Reggio Calabria, come il pluripremiato Marcello Fonte. Malara non ha usato mezzi termini: «Chi porta rispetto ai mafiosi, è loro complice».
Lui e Colella, poi, sono stati tra i protagonisti del primo appuntamento del programma dal 19 al 23 febbraio: presso la Casa circondariale di Reggio Calabria, alle 14.30, gli attori assieme al presidente Di Bella e il provveditore regionale del Dap, Massimo Parisi hanno incontrato e discusso con i detenuti di alta sicurezza del carcere reggino. Un confronto a telecamere e microfoni spenti, ma fortemente atteso e voluto.
Il programma della settimana promossa da Agape, Libera e Alleanze Educative prevede per i tre giorni successivi (20, 21, 22 e 23 febbraio) gli incontri presso tre scuole cittadine: il liceo scientifico “Alessandro Volta”, l’Istituto tecnico “Raffaele Piria”, l’istituto industriale “Panella- Vallauri” e l’istituto turistico “Umberto Boccioni” a cui si alterneranno gli interventi dello psicologo Enrico Interdonato che ha seguito diversi “figli di ‘ndrangheta” e del direttore del TG3, Giuseppina Paterniti. Altri due momenti speciali saranno quello del 21 febbraio, presso l’ex mercato coperto di Melito Porto Salvo col sostituto procuratore Stefano Musolino e quello del 22 febbraio, presso la Comunità ministeriale presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria con il presidente della Commissione regionale anti-‘ndrangheta, Arturo Bova.