
Reggio Calabria, una targa per ricordare le vittime innocenti della mafia
In Piazza San Marco, scuole, istituzioni e associazioni insieme per un momento di riflessione e partecipazione civile.
I martiri di oggi: uomini in prima linea contro le mafie. Da don Pino Puglisi al beato Livatino. Sono tanti i modelli a cui potersi ispirare nel mondo cattolico.
La mafia è l’antivangelo. Una presa di posizione che, molti tra sacerdoti, religiose e religiosi e laici, hanno vissuto in prima linea, spesso pagandone il prezzo più alto. Quello delle vita. Tre sono le storie che, oggi, sono da modello per la comunità dei cattolici. Storie di santità della porta accanto.
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A maggio del 2021 è stato beatificato il giudice Rosario Livatino, un magistrato dal profondo sentire cristiano vittima della mafia. Già nel 2013 Padre Giuseppe Puglisi era stato proclamato beato. Un fatto straordinario: era la prima volta in assoluto che un uomo di Chiesa veniva beatificato per aver avversato la mafia e per esserne stato vittima. Per il passato, infatti, i sacerdoti che si erano opposti alle prepotenze mafiose, isolati dai credenti e dalle gerarchie ecclesiastiche, erano stati dimenticati dalla Chiesa.
E la richiesta di beatificazione per don Peppe Diana, ammazzato da un clan camorristico a Casal di Principe, si è fatta sempre più pressante. Nel 2014, poi, Papa Francesco in Calabria ha pronunciato la parola “scomunica” nei confronti dei mafiosi («I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati»). E proprio sul tema della scomunica è stato promosso in Vaticano un gruppo di lavoro con la presenza di diversi esponenti del mondo cattolico che si sono segnalati per il loro impegno contro le mafie.
PER APPROFONDIRE: Vittime di mafia, oggi il ricordo anche a Reggio Calabria
«Le parole pronunciate quasi otto anni fa dal Santo Padre nella spianata di Sibari sono parole che hanno punto, hanno smosso molte coscienze, ma ci consegnano ancora una responsabilità che le mafie sono forti, sono presenti e che ci vogliono risposte da parte dello Stato, delle Istituzioni, ma anche noi come Chiesa siamo chiamati a fare la nostra parte».
A dirlo è stato don Luigi Ciotti nella Cattedrale di Cassano allo Ionio, qualche mese fa, a margine dell’incontro sul tema: “La scomunica ai mafiosi a Sibari di Papa Francesco oggi” , promosso dalla diocesi calabrese. Prima di Bergoglio anche Giovanni Paolo II nel 1993 aveva preso posizioni pubbliche contro le mafie nel celebre discorso nella Valle dei templi ad Agrigento, ma nessun Papa prima di allora (cioè a più di due secoli dalla nascita delle mafie in Italia) aveva parlato di mafie in un suo discorso, in una sua omelia, in un suo libro.
In Piazza San Marco, scuole, istituzioni e associazioni insieme per un momento di riflessione e partecipazione civile.
Gli studenti delle secondarie di primo grado rifletteranno sulla storia di Angelo Versaci, vittima innocente della violenza mafiosa.
Fra le figure di riferimento prese a modello delle lotta alle mafie anche papa Francesco e l’indimenticato sacerdote reggino don Italo Calabrò.