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Massimiliano Mura, da qualche settimana, è il nuovo direttore dell’Ispettorato del lavoro dell’area metropolitana di Reggio Calabria. Una lunga carriera a Sassari (23 anni di cui 9 da direttore provinciale), arriva in Calabria con un importante bagaglio di esperienze.
La repressione da sola non basta. Contro il lavoro nero è «necessaria un’azione preventiva che parta da solide basi culturali», ha affermato Mura nell’intervista esclusiva rilasciata ad Avvenire di Calabria, sul numero in edicola domenica scorsa insieme al quotidiano nazionale Avvenire.
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L’accoglienza ricevuta a Reggio Calabria? «Straordinaria», afferma, «sia nel contesto lavorativo, ma anche fuori. Calore umano, ospitalità, ma anche tanta voglia di fare, di fare bene in un contesto socio-economico caratterizzato da notevoli elementi di complessità», le sue parole.
Alla domanda «cosa manca» in ambito legislativo e non solo per contrastare lavoro nero e caporalato, tra le principali piaghe legate all’occupazione in Calabria, per il neo direttore dell’Ispettorato del lavoro reggino, la sola repressione non basta. «L’Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria – afferma – ha una lunga tradizione di efficacia operativa al massimo delle proprie potenzialità. Oggi, ancor più con le nuove funzioni d’area metropolitana, proseguirà nei propri compiti, con il giusto mix di controlli e prevenzione. Credo molto nella diffusione della cultura della prevenzione. L’illegalità può pagare solo nel brevissimo termine e sul piano individuale, ma non porta crescita strutturale né sviluppo sul piano socio-economico».
Massimiliano Mura spiega, inoltre, come illegalità e sommerso nel mondo del lavoro si siano evoluti negli anni. Certo, afferma, «caporalato e lavoro nero permangono in vetta alla classifica degli illeciti». Negli ultimi tempi, però – aggiunge – «si è diffuso il fenomeno dell’interposizione nelle prestazioni di lavoro, organizzata e realizzata da soggetti che si propongono come fornitori di servizi alle imprese. Peccato, però, che il fornitore sottopaga o non paga affatto i lavoratori e nemmeno versa i contributi obbligatori».
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Nella sua analisi, Mura si sofferma sui settori oggi maggiormente a rischio. «I dati ci dicono che agricoltura ed edilizia sono i settori dove il lavoro irregolare e in nero è maggiormente presente. Seguono – afferma ancora ad Avvenire di Calabria – i settori del commercio e dei pubblici esercizi».
Sul tema della sicurezza sul lavoro, poi, aggiunge: «deve essere sentita prima ancora che come un obbligo giuridico, un valore vero e proprio, sul quale non si può né derogare né fare eccezione alcuna».
Per il neo Ispettore del lavoro dell’area metropolitana di Reggio Calabria, «la salute e la sicurezza vanno di pari passo con il rispetto della persona e con la tutela della sua incolumità. La sicurezza coinvolge tutti i soggetti del rapporto di lavoro. Il datore la deve garantire anche attraverso specifiche figure professionali. Ma anche i lavoratori non possono trascurarla, perché le conseguenze dannose per sé stessi e per i colleghi spesso si possono accadere all’improvviso».
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Per Mura, «sarebbe un grande risultato che tutti gli attori del mondo del lavoro prendessero coscienza che operare nel rispetto delle norme migliora le condizioni occupazionali in un quadro di maggiore benessere in cui ci guadagnano tutti».
Nel ribadire il valore delle sinergie, «a cui credo – conclude – spero nella disponibilità ad iniziative informative e promozionali che coinvolgano datori di lavoro, maestranze e società. Vedo con enorme favore il dialogo con la Chiesa e le associazioni ad essa vicine. L’Ispettorato e il mondo ecclesiale insieme possono insieme collaborare nella lotta a povertà, sfruttamento e tratta degli esseri umani».
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