Avvenire di Calabria

Analizzando i provvedimenti dell’ente deputato, il Corap, non si ravvede nessun atto per l’area di Reggio Calabria

Microplastiche e cattiva depurazione, allarme nel mare di Reggio Calabria

Ancor più grave la questione legata alle particelle di plastica sulle quali si sono mobilitati soltanto attivisti e cittadini

di Federico Minniti

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Depurazione, microplastiche e pianificazione. La stagione balneare a Reggio Calabria rischia di affogare in un mare di criticità. Proprio nei giorni scorsi sono stati ufficializzate le Bandiere blu, ormai consueta graduatoria stilata dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee).

Diciassette, in totale le località calabresi; nel reggino alle confermate Roccella Jonica e Siderno si affianca la new entry Caulonia. La Locride, quindi, rappresenta il fiore all’occhiello per le località marine reggine. Ma come va nel resto della Città metropolitana più a sud dello Stivale?

A Reggio Calabria le acque "in ostaggio" di microplastiche e depurazione

La mappa dei punti «fortemente inquinati » cerchia in rosso la provincia di Reggio Calabria. Una situazione preoccupante che riguarda le foci di fiumi e torrenti. Nel capoluogo, le aree più critiche sono quattro: centro storico (Torrente Caserta), aeroporto (Villaggio Sabbie bianche), Pellaro (Torrente Fiumarella) e Catona (lungomare).

Nell’immediato hinterland si segnalano anche i comuni le località di Cannitello a Villa San Giovanni e Lazzaro a Motta San Giovani. Le altre aree in deficit di depurazione sono sulla Piana di Gioia Tauro tra le foci del Mesima e del Petrace.


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Corap, zero iniziative su Reggio

Sulla depurazione, il problema è socio- politico. Non passa inosservato, infatti, la concentrazione delle zone «fortemente inquinate» nel cuore demografico della Città metropolitana e nell’area industriale di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno. Recentemente, il governatore Roberto Occhiuto ha guidato un approfondimento su 38 comuni di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia evidenziando la presenza di ben «22.500 tonnellate accumulate negli impianti».

Nulla, al momento sulla provincia di Reggio Calabria, dove le criticità rischiano di passare sottotraccia. Ad occuparsi di depurazione è il Corap, ente in liquidazione, guidato dal commissario Sergio Riitano. Spulciando gli ultimi atti ufficiali (determine, decreti e delibere) nessun provvedimento è stato preso nei confronti delle pluri-segnalate criticità depurative reggine.

A fine aprile, inoltre, si sono accesi i riflettori della Procura sugli impianti di Ardore, Stignano e Bivongi (con l’operazione “Deep” portata avanti dai carabinieri forestali). E, dagli inquirenti, filtrano le notizie che potrebbe trattarsi soltanto della punta dell’iceberg.

La ricerca di Unical e Arpacal

Accanto al tema della depurazione c’è anche quello legato alle plastiche e microplastiche che minacciano le coste calabresi e reggine. Soffermandoci sul tema delle microplastiche (frammenti inferiori ai 5 millimetri e, praticamente, invisibili a occhio nudo), recentemente è stato diffuso uno studio condotto da Unical e Arpacal. Dai dati emersi si evince come il versante tirrenico concentri l’87% delle microplastiche presenti nelle acque calabresi a cospetto del 13% del mar ionio.

Le microplastiche sono pericolosissime per tutta la fauna marina. La presenza massiccia nei nostri mari potrebbe condizionare, in modo irreversibile, i processi naturali. Solo nei giorni scorsi è stata approvata la Legge Salvamare al Senato attraverso la quale i pescatori potranno recitare un ruolo attivo nella segnalazione e recupero della plastica in acqua. Oltre questa novità normativa, però, la preoccupazione sui territori sembra quasi totalmente in capo ad attivisti e cittadini sensibili.


PER APPROFONDIRE: Calabria ancora devastata dagli incendi, l’indignazione di Legambiente


La forza del volontariato

A tal proposito si segnala il dinamismo di due associazione sul territorio di Reggio Calabria che hanno avviato, ormai da tempo, un’attività di pulizia delle aree costiere: ci stiamo riferendo a Plastic Free e Differenziamoci Differenziando che hanno ripulito la spiaggia a Gallico.

Altra realtà, quest’ultima nata da poco, che sta lanciando una serie di iniziative in materia è Ambiente Mare Italia (Ami). Domenica scorsa, i volontari si sono impegnati con la pulizia collettiva della spiaggia antistante il Lido comunale di Reggio Calabria, mentre il prossimo 12 giugno, l’Ami lascerà gli ormeggi per una veleggiata di monitoraggio sullo stato di inquinamento da plastica e idrocarburi del nostro mare e verificare la presenza di eventuali reti fantasma pericolose per le specie marine.

Rimboccarsi le maniche e pulire i luoghi comuni dall’indecenza dell’inciviltà, spesso, però non basta. Depurazione e microplastiche trovano un “alleato” comune: le lavatrici. Da uno studio del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), ogni famiglia butta – involontariamente – in mare fino a due sacchetti di plastica all’anno. Per contrastare tutto questo è reperibile un filtro da applicare alle lavatrici con l’obiettivo di prevenire il rilascio di fibre in microplastica dai tessuti lavati. Dall’analisi dell’Unep, applicando diffusamente il filtro, si potrebbe ridurre del 90% la dispersione in mare delle microplastiche.

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