Avvenire di Calabria

È il dato che emerge dall'ultimo Rapporto Italiani nel Mondo presentato oggi dalla Fondazione Migrantes

Migrantes: sempre più giovani (e non solo) all’estero

Cresce la percentuale di persone che lascia il Mezzogiorno d'Italia: dal sud partiti oltre due milioni

di Redazione Web

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La percentuale di italiani all'estero supera quella degli stranieri residenti in Italia: l'8,8% dei residenti sono stranieri, gli italiani all'estero sono il 9,8%: lo rileva l'ultimo Rapporto della Fondazione Migrantes (Cei) "Italiani nel mondo". Sempre più giovani vanno all'estero, spinti dal «triplice rifiuto, anagrafico territoriale e di genere», sottolinea il Rapporto.

È stato presentato oggi a Roma il XVII “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes. Oggi gli italiani risultano residenti in ogni luogo del mondo e ogni singolo territorio italiano ha visto in passato, e continua a vedere oggi, gli italiani partire e salutare i confini nazionali.


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Gli italiani all’estero presentano un profilo complesso: sono giovani, giovani adulti, adulti maturi, anziani o minori. Oltre 2,7 milioni sono partiti dal Meridione; più di 2,1 milioni sono partiti dal Nord Italia e il 15,7% è, invece, originario del Centro Italia. Il 54,9% degli italiani sono in Europa, il 39,8% in America, soprattutto quella centro-meridionale.

Italiani all'estero, il Rapporto Migrantes: oggi sono quasi 6 milioni

Dal 2006 ad oggi la presenza all’estero degli italiani - ancora l'analisi della fondazione migrantes - è progressivamente cresciuta, superando i 5,8 milioni. Oggi, addirittura, la percentuale di italiani fuori dai confini nazionali (9,8%) supera quelli degli stranieri residenti nel Belpaese (8,8%).

Se l'Italia si riscopre più interculturale rispetto a qualche anno fa, dalla fotografia scattata dalla Fondazione Migrantes nel suo Rapporto Italiani nel Mondo emerge che la «popolazione straniera in Italia è più giovane di quella italiana». I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri ("seconde generazioni" in senso stretto) sono oltre 1 milione: di questi, il 22,7% (oltre 228mila) ha acquisito la cittadinanza italiana.

Se ad essi si aggiungono i nati all’estero (245mila circa) e i naturalizzati (quasi 62mila), la compagine dei ragazzi con background migratorio supera 1,3 milioni e rappresenta il 13,0% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni”.

Una popolazione «preziosa», fa notare il Rapporto Italiani nel Mondo 2022, «vista la situazione demografica ogni anno più critica vissuta dall’Italia, caratterizzata da inesorabile denatalità e accanito invecchiamento e considerando il fatto che tra i sogni di queste nuove generazioni vi è sempre più presente quello di vivere in altri Paesi del mondo: il 59% degli alunni stranieri delle scuole secondarie, infatti, vorrebbe da grande spostarsi all’estero, un dato molto più alto rispetto ai loro compagni italiani (42%)».

Italia sempre più transnazionale

«L’attuale comunità italiana all’estero è costituita da oltre 841mila minori (il 14,5% dei connazionali complessivamente iscritti all’Aire) moltissimi di questi nati all’estero, ma tanti altri partiti al seguito delle proprie famiglie in questi ultimi anni – racconta il Rapporto -.

Ai minori occorre aggiungere gli oltre 1,2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni (il 21,8% della popolazione complessiva Aire, che arriva a incidere per il 42% circa sul totale delle partenze annuali per solo espatrio)» e «tutti quelli che partono per progetti di mobilità di studio e formazione – che non hanno obbligo di registrazione all’Aire – e chi è in situazione di irregolarità perché non ha ottemperato all’obbligo di legge di iscriversi in questo Anagrafe».

Quei giovani che partono e non ritornano

Una popolazione giovane, dunque, che parte e non ritorna, spinta da un tasso di occupazione dei giovani in Italia tra i 15 e i 29 anni pari, nel 2020, al 29,8% e quindi molto lontano dai livelli degli altri Paesi europei (46,1% nel 2020 per l’Ue-27) e con un divario, rispetto agli adulti di 45-54 anni, di 43 punti percentuali. Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione “espatrio”. La mobilità giovanile cresce sempre più perché l’Italia continua a mantenere i giovani confinati per anni in «riserve di qualità e competenza» a cui poter attingere, ma il momento - è la conclusione a cui giunge il rapporto non arriva mai.


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Oggi dunque di potrebbe parlare di due Italie, non all'interno dello stesso confine. C’è una Italia demograficamente in caduta libera se risiede e opera all’interno dei confini nazionali e un’altra Italia, sempre più attiva e dinamica, che però guarda quegli stessi confini da lontano.

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