
Una firma che vale carità speranza e accoglienza
È partita la nuova campagna dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che racconta una Chiesa sempre più
Da oggi è in vigore un nuovo decreto in materia di immigrazione di cui si è parlato molto nei giorni scorsi. Quest’anno, come è noto, il numero di richiedenti asilo e rifugiati arrivati sulle coste italiane è aumentato considerevolmente. Tra chi arriva però una categoria è particolarmente meritevole di tutela. Si tratta dei minori stranieri non accompagnati (Msna).
Dopo un’estate di sbarchi e di polemiche politiche il nuovo decreto legge si concentra proprio sui Msna, comprimendone diritti e garanzie.
Innanzitutto viene prevista la possibilità che i minori con un'età inferiore a 16 anni possano essere ospitati in centri per adulti, invece che in quelli dove sono previsti i servizi e le garanzie appropriate per un minore. Si stima che tra tutti i minori stranieri non accompagnati oltre il 70% di questi ha un'età compresa tra 16 e 17 anni.
Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Il decreto inoltre ha previsto la possibilità di derogare alle procedure multidisciplinari previste dalla legge per determinare l'età effettiva dei richiedenti asilo. In questo modo però aumenta il margine di incertezza e il rischio che un minore sia registrato come adulto. E questo malgrado l'Italia sia tenuta a tutelare «l’interesse superiore del fanciullo».
Il decreto in vigore da oggi è stato approvato dal consiglio dei ministri dello scorso 27 settembre. Attualmente i Msna dovrebbero essere accolti in strutture dedicate all’interno del sistema di accoglienza e integrazione (Sai), ovvero il sistema a titolarità pubblica gestito dai comuni.
Già oggi però, in caso di necessità, è prevista la possibilità per i prefetti di istituire centri di accoglienza straordinaria (Cas) destinati ai minori. Seppur con servizi differenti e meno garanzie rispetto ai centri ordinari.
È bene precisare che per la creazione di nuovi Cas i prefetti dispongono di poteri straordinari, che gli permettono anche di assegnare appalti per nuovi centri tramite affidamenti diretti. Una modalità che permette procedure estremamente rapide, ma per molti osservatori «restringendone però i margini di trasparenza».
Via libera anche alla procedura per l’accertamento dell’età: l’autorità di pubblica sicurezza potrà disporre rilievi antropometrici o di altri accertamenti, anche radiografici, dando immediata comunicazione alla procura della Repubblica.
Si stabilisce l’accesso nelle strutture del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) a tutte le donne (non più solo a quelle in stato di gravidanza), in quanto considerate in ogni caso quali soggetti di particolare vulnerabilità.
Quello approvato ieri è l'ennesimo decreto legge in materia di immigrazione del Governo Meloni per fronteggiare gli arrivi di migranti (oltre 133 mila dall'inizio del 2023). L'esecutivo, dunque, continua ad insistere sulla decretazione d'urgenza, dopo le orme anti Ong, il dl Cutro e il provvedimento sul raddoppio dei Cpr (i Centri per il rimpatrio) che dai 10 previsti inizialmente dovrebbero diventare 20, in pratica uno per ogni regione.
PER APPROFONDIRE: Vittime del mare, Reggio Calabria in preghiera
Proprio su quest'ultimo aspetto, si registra una certa divergenza di opinioni tra governatori e sindaci. Tra posizioni favorevoli e contrari alla loro istituzione, il presidente della giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto nei giorni scorsi si è detto a favore di un'eventuale realizzazione in regione.
Roberto Occhiuto, che in un’intervista ad “Avvenire” ha ribadito che «non si opporrà» all'eventuale richiesta di aprire un Centro per il rimpatrio in Calabria, eppure è consapevole che è necessaria anche una “fase 2” nella gestione dei flussi migratori. «Certo che serve un modello strutturato all'insegna dell'integrazione... per un Paese di 60 milioni di abitanti come l'Italia, 150-180mila arrivi in un anno non possono rappresentare sempre un problema».
«Ho incontrato la Comunità di Sant'Egidio dopo la strage di Cutro, per poter toccare con mano cosa si può fare concretamente nel coinvolgimento di famiglie e cittadini sul versante dell'accoglienza. Ho proposto ad esempio di riconsiderare le norme sull'affido per garantire percorsi di tutela e accompagnamento ai minori stranieri non accompagnati sotto i 14 anni. Poi con Ance, l'Associazione dei costruttori, abbiamo deciso di formare e dare un lavoro agli immigrati del nostro territorio, visto che nell'edilizia mancano diversi occupati».
Perché invece a livello nazionale sembra prevalere un approccio esclusivamente repressivo? «Perché il sistema pensato prima non ha saputo gestire arrivi e prese in carico sul territorio. La responsabilità non è certo ascrivibile a un governo in carica da appena 11 mesi. In questo senso, i Cpr rappresentano una soluzione emergenziale, in ogni caso obbligata in questo momento», a detta del governatore.
È partita la nuova campagna dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che racconta una Chiesa sempre più
Un’opportunità importante per contribuire alla rigenerazione urbana attraverso soluzioni innovative e sostenibili Non guarda solo
Presso San Giorgio Extra, il secondo evento della rassegna “Musica al Centro” 2025: un intreccio tra spiritualità, polifonia sacra e cultura calabrese.