
Open Day 2025 all’Istituto Maria Ausiliatrice di Reggio Calabria
La relazione educativa è improntata al rispetto, al dialogo, alla libertà, alla personalizzazione delle scelte
Un messaggio quello del fondatore dei Salesiani che resta sempre attuale nella sua attenzione costante ai giovani
Oggi 31 gennaio ricorre la festa di San Giovanni Bosco, il fondatore dei Salesiani e per l’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice a Reggio Calabria è certo un momento di festa. «Una presenza educativa ormai da decenni in città che vuole segnare la presenza del carisma salesiano in questo territorio» spiega la Direttrice suor Giuliana Luongo.
«Il proprium di questo Istituto è proprio l’educazione per cui in questa casa si entra da piccoli con un’attenzione a tutto l’arco educativo. Quindi: bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Un’attenzione che è quella della scuola ma anche della formazione professionale come quella al tempo libero, quindi le associazioni, il volontariato, lo sport, perché tutto questo fa parte della vita dei ragazzi e dei giovani».
Questa mattina all’Istituto Maria Ausiliatrice ci sarà la festa con tutti i bambini e i ragazzi della scuola, della formazione professionale. «Perché per noi è significativo che chi frequenta una casa di don Bosco possa ricordare questi giorni come giorni ordinari vissuti in maniera straordinaria». Nel pomeriggio ci sarà alle 18 «un simpatico omaggio dei bambini più piccoli a don Bosco e a seguire alle 18:30 la celebrazione eucaristica in palestra».
«È pure indicativo che per questa festa si ritrovano sempre un gruppo numeroso di ex allievi, di persone che sono passate in questa casa, hanno condiviso l’esperienza dell’educazione nello stile salesiano e poi ritornano proprio nel giorno di don Bosco quasi a rendere grazie nel tempo per ciò che hanno ricevuto da ragazzi, da giovani, e che continua nella vita». Un messaggio, dunque, quello di don Bosco che resta vivido nella sua attualità. «
Don Bosco – spiega suor Giuliana Luongo - ha rivolto la sua vita ai giovani e i giovani ci sono sempre. L’attenzione soprattutto a quella fascia di gioventù che vive a volte in maniera più problematica, ma che è comunque una fase della vita in cui si prospetta il futuro.
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«Don Bosco dice che la gioventù è la fascia più delicata e che ha bisogno di più cure e attenzioni. Ecco perché assolutamente attuale rivolgere l’attenzione ai giovani con l’occhio e il cuore di educatori che cercano il meglio, vogliono il meglio e ritengono che sia assolutamente necessario ed opportuno nella fragilità che molto spesso i giovani attraversano in questo tempo, poter guardare a loro con simpatia ma anche aiutandoli ad affrontare il futuro. E con un educatore accanto, nello stile preventivo, tante volte questo significa aiutare, prevenire ciò che nel futuro potrebbe essere più problematico».
La relazione educativa è improntata al rispetto, al dialogo, alla libertà, alla personalizzazione delle scelte
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