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Il Sabato Santo, giorno prima della Pasqua, è un giorno "aliturgico" detto "Giorno del Silenzio". In tutte le chiese non c'è un Vangelo da proclamare, né si celebra la Santa Messa, in attesa della Veglia solenne qualche ora prima della mezzanotte, durante la quale si celebra la Resurrezione di Gesù.
Il sabato Santo è il giorno di "frammezzo" tra il dolore per la morte di Gesù e la gioia della sua Resurrezione. Non a caso è definito «il giorno più lungo», tempo in cui ci si ferma a riflettere e meditare. In questo giorno non ci si accosta all'Eucarestia. La comunità aspetta in silenzio, a ricordare lo smarrimento degli apostoli dopo la morte di Cristo.
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Pur iniziando la sera del sabato, infatti, la Veglia Pasquale è considerata parte della liturgia della Pasqua di Resurrezione.
Ma perché il Sabato Santo deve essere il giorno del silenzio? Ce lo spiega papa Francesco. Così il Santo Padre: «Il Sabato santo deve essere un giorno di silenzio, e noi dobbiamo fare di tutto perché per noi sia proprio una giornata di silenzio, come è stato in quel tempo: il giorno del silenzio di Dio. Gesù deposto nel sepolcro condivide con tutta l’umanità il dramma della morte».
«È un silenzio - dice il Papa - che parla ed esprime l’amore come solidarietà con gli abbandonati da sempre, che il Figlio di Dio raggiunge colmando il vuoto che solo la misericordia infinita del Padre Dio può riempire. Dio tace, ma per amore».
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«In questo giorno l’amore – quell’amore silenzioso – diventa attesa della vita nella risurrezione. Pensiamo - ancora Francesco - il Sabato Santo: ci farà bene pensare al silenzio della Madonna, “la Credente”, che in silenzio era in attesa della Resurrezione. La Madonna dovrà essere l’icona, per noi, di quel Sabato Santo. Pensare tanto come la Madonna ha vissuto quel Sabato Santo; in attesa. È l’amore che non dubita, ma che spera nella parola del Signore, perché diventi manifesta e splendente il giorno di Pasqua».
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