Avvenire di Calabria

Il Governo intenzionato a sbloccare lo stallo che attualmente interessa gran parte degli interventi previsti nel Mezzogiorno

Opere incompiute, il 70% è al Sud: ecco dove sono in Calabria

Nella nostra regione sono in tutto venti le opere incompiute secondo il monitoraggio dei tecnici del Ministero delle Infrastrutture

di Redazione Web

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Si è svolta a Roma, presso il Mit, l’ultima riunione del gruppo di lavoro costituito con lo scopo di armonizzare e finalizzare in tempi celeri le proposte di modifica e di aggiornamento del D.M. 42/2013, che riguarda la disciplina delle cosiddette “Opere Incompiute”.

Opere incompiute, il report del Ministero delle Infrastrutture

Il gruppo di lavoro - composto tra gli altri da Consiglio superiore del Lavori pubblici, Dipartimento delle Opere pubbliche, Direzione generale per la vigilanza sulle grandi opere del Mit e Itaca, l’organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - ha predisposto una bozza di decreto ministeriale per adeguare il vecchio regolamento al nuovo codice dei contratti pubblici, al fine di agevolare gli enti locali nella gestione tecnico-amministrativa delle opere.


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«Si tratta di un provvedimento atteso da anni e necessario per dirimere le tante criticità procedurali e burocratiche in cui versano le oltre 370 opere incompiute ad oggi censite in Italia», commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi.

L'anagrafe aggiornata delle opere incompiute: passi avanti rispetto al 2022

La buona notizia è che sono diminuite rispetto al 2022, stando a quanto riportato dal Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibile. Ma le opere ferme per le più disparate ragioni, restano un’emergenza per il nostro Paese.

Un quarto del totale si trova in Sicilia (38 incompiute) e ci sono regioni come Campania, Emilia-Romagna e Liguria, addirittura in controtendenza, con i cantieri fermi in aumento. 20 sono, invece, le opere incompiute in Calabria (qui il report del Ministero delle Infrastrutture).

Oltre un miliardo per sbloccare gli interventi monitorati

«Per sbloccare tutti gli interventi monitorati – aggiunge il presidente Lombardi – occorrono 1,2 miliardi di euro. Un aiuto importante potrebbe venire dai fondi di coesione dell’Unione Europea, che stanziano più di 40 miliardi di euro per interventi nel nostro Paese nel periodo 2021-2027». Una cifra più o meno in linea con quella che il Governo ha deciso di sottrarre, dallo stesso Fondo, a Calabria e Sicilia per finanziare il Ponte Sullo Stretto.


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Si tratta di fondi destinati a colmare il divario tra regioni presenti nel nostro Paese. «La maggior parte non a caso - spiega è allocata per progetti nel Mezzogiorno, dove si trova il 70% delle opere pubbliche incompiute. Un aiuto importante, che però non deve distogliere l’attenzione dalle ragioni che hanno determinato il blocco, in qualche caso decennale, delle opere; le medesime che oggi congestionano e rallentano i programmi attuativi del Pnrr: la burocrazia e l’inefficienza amministrativa».

Il tavolo tecnico che ha chiuso i propri lavori al Mit ha predisposto una bozza di proposta di legge riguardante l’istituzione di uno strumento di coordinamento a cui affidare, d’intesa con gli enti locali, la regia di tutte le iniziative necessarie a verificare lo stato dei procedimenti amministrativi per poi portarli a conclusione. Ha suggerito altresì di individuare specifiche risorse da utilizzare per demolire le opere incompiute non ultimabili e riqualificare le aree di risulta, con benefici immediati anche per le collettività locali.

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