
Tornare all’amore che libera, non che possiede
Nel tempo dei femminicidi e delle relazioni deformate, il richiamo alla differenza tra patriarcato e paternità
L’8 marzo raccontato in una fiaba: più Wonder Woman che Sissi. Una nonna, osservando la nipotina, si accorge di quanto siano superati gli stereotipi della sua giovinezza. Il principe azzurro, così, è diventata una storia fuori moda: oggi, infatti, «la principessa si salva da sola».
La mia nipotina di tre anni gioca con le sue bambole e unicorni; sta impersonando una principessa chiusa nel castello con tutti i problemi che la situazione comporta. Da nonna che cerca di interagire ed entrare nella narrazione fantastica, chiedo se e quando arriverà il principe a salvarla.
Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Lavinia mi guarda stupita: «Ma nonna, la principessa si salva da sola». Chiusa la discussione. Ed io capisco che dopo tanti anni e tante lotte, è forse a a partire da questi bambini principi e bambine principesse che sarà più facile e naturale entrare ed uscire da castelli prigione e vivere semplicemente nel mondo.
Lavinia non sa che tra gli anni ‘60 e ‘80 del secolo scorso si è consumata la rivoluzione femminista che, attraverso contributi delle principesse di quegli anni - filosofe, teologhe, sociologhe, pedagogiste, scrittrici, giornaliste, storiche - ha avviato un’opera di smantellamento di una visione monocolore, di un linguaggio prioritariamente maschile, di una condizione ancillare presentata come fisiologica.
Non lo sa ma lo studierà, qualcuno glielo racconterà; qualcuno le dirà di quando alle ragazze era preclusa per legge la possibilità di diventare magistrata, o sembrava improponibile che una musicista dirigesse un’orchestra, o bisognava nascondere il più a lungo possibile una gravidanza al datore di lavoro, o strani personaggi dichiaravano pubblicamente che le ragazze non ce la fanno proprio a studiare matematica e fisica.
Forse Lavinia, dopo aver studiato tutto questo, si chiederà come è stato possibile che, dopo tanta filosofia ed indagine, ci sia voluto così tanto tempo affinché ciò che sembrava naturale si rivelasse nella sua storicità e determinatezza, affinché i principi scendessero tranquillamente da cavallo e, senza risentimento (nessuno li aveva disarcionati), camminassero tenendosi per mano con le principesse, godendo con loro e non di loro, danzando alla musica della vita.
PER APPROFONDIRE: Consacrate, una vocazione al femminile tutta da sperimentare
E poiché non è detto che la nonna ci sia ancora per darle qualche risposta, sarà bene scriverle qualcosa, giusto un appunto: «Cara Lavinia, in realtà non ci si salva da soli anche se è bene essere pronti all’evenienza; le principesse e i principi si salvano insieme, aiutandosi vicendevolmente, dandosi la mano ed indicando l’uno all’altro ogni possibile inciampo, per superarlo magari con un bel salto».
Nel tempo dei femminicidi e delle relazioni deformate, il richiamo alla differenza tra patriarcato e paternità
L’Amministrazione comunale accoglie la proposta di Soroptimist e Assist per garantire pari opportunità e condizioni migliori negli impianti sportivi.
Se è vero che il digital marketing ha registrato una crescita esponenziale negli ultimi anni,