Avvenire di Calabria

L'associazione "Meter" snocciola i dati relativi a pedofilia e pedopornografia in Italia nel 2023: una macchia indelebile

Pedofilia in Italia, vergogna senza fine: i dati del 2023

Dalle parole di don Fortunato Di Noto si evince come la problematica, seppur uscita dai radar mediatici, sia tutt'altro che debellata

di Davide Imeneo

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L'associazione "Meter" snocciola i dati relativi a pedofilia e pedopornografia in Italia nel 2023: una macchia indelebile. Dalle parole di don Fortunato Di Noto si evince come la problematica, seppur uscita dai radar mediatici, sia tutt'altro che debellata.

Il dramma della pedofilia e della pedopornografia in Italia: i casi nel 2023

Don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, è da sempre in prima linea nella lotta alla pedofilia e pedopornografia con l’associazione “Meter” che presiede. Lo abbiamo intervistato.

Quali sono le principali sfide che l’associazione affronta nella lotta contro la pedofilia e come le sta superando?

Preoccupa molto che gli abusi sessuali non diminuiscono e questo si evince dal Report Meter 2022, come dal Report della Direzione Criminale della Polizia e dal Report della Polizia Postale Italiana.

La XXVII Giornata Bambini Vittime contro la pedofilia (iniziata il 25 aprile, con diverse iniziative nazionali e che si concluderà il 7 maggio a Piazza San Pietro) e la Giornata Nazionale contro la pedofilia e pedopornografia sono l’occasione per fare il punto della situazione.

Non dobbiamo mai dimenticare che ogni vittima subisce un profondo trauma, viene a mancare la speranza è, non mi stancherò, di ribadirlo: un omicidio psicologico.

Essendo un fenomeno endemico e diffuso necessita una azione congiunta, e non separata, continuativa e non solo per l’occasione e l’emergenza. È con un inesauribile impegno che possiamo cercare di contenere il dramma degli abusi, anche online.


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Che aiuto vorreste chiedere al legislatore per riuscire a contrastare meglio la pedofilia?

In Italia l’impianto delle leggi e l’azione repressiva, con la Polizia Postale e le Procure Distrettuali, offrono un significativo punto di contrasto efficace. Si può fare di più: le denunce devono essere incoraggiate, i percorsi di “cura e guarigione” potenziati, è necessario, oltre la burocratizzazione, la umanizzazione del fenomeno.

A volte le vittime restano in silenzio e non denunciano perché si vedono più delle condannate che delle vittime da salvare.

Come coinvolgete la comunità nella lotta contro la pedofilia e quali sono i risultati ottenuti?

La conoscenza di un abuso, quando emerge dall’oblio, dal silenzio, dal coraggio delle vittime, presuppone, per chi racconta, la certezza di essere ascoltati e accolti. Il centro ascolto Meter è il cuore per l’ascolto, l’accompagnamento e la cura.

L’abuso, provoca indignazione, tristezza, un senso di frustrazione e una incessante richiesta di giustizia. Un abuso non è soltanto un’esclusiva e tragica fatalità di eventi, ma può essere il frutto della cultura del dominio e della sopraffazione, dell’eccessiva erotizzazione e della perversione sessuale, che non risparmiano neanche i bambini, rendendoli oggetto di godimento e di soddisfazione.

“Inesauribile impegno!” è il tema che caratterizzerà i momenti di preghiera, le attività e le iniziative legate alla Giornata. Impegnarsi, agire, sostenere, prevenire e informare.

Creare punti sereni, sicuri e certi di riferimento ai quali potersi rivolgere è antidoto e possibilità di esser liberati da queste nuove forme di schiavitù, anche nel web.

Impegnarsi è già decidere da che parte stare: la Chiesa e la società non devono e non possono restare a guardare. Il pianto, seppur fondamentale per elaborare il dolore, non è sufficiente.


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Spesso l’abuso nasce all’interno delle mura domestiche…come prevenirlo?

L’abuso accade tra le mura domestiche? Se ci atteniamo alle reali denuncie e vittime, il quadro cambia e di molto; i numeri ci dicono che le bambine sono le più colpite, nel 77,4% dei casi sono proprio le bambine ad essere vittime di abusi.

Nel 82% dei casi la vittima conosce il suo aguzzino. Attenti a non colpevolizzare solo le famiglie. Noi sappiamo da dati ufficiali, che le violenze sono spesso compiute da conoscenti e non solo.

Solo nel 19% dei casi gli abusi sono compiuti da genitori, nonni. I bambini sono sempre vittime, non è il problema di stabilire chi lo fa. Un capitolo a parte è la pedocriminalità in mano a gruppi criminali e che vanno colpiti a livello internazionale.

Nel corso del 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un incremento del 47% rispetto all’anno precedente (3.243). In crescita anche il numero dei minori approcciati sul web dagli adulti abusanti, pari a 531, in maggioranza con un’età inferiore ai 13 anni (338 minori, quasi il 64% di cui 306 nella fascia 10- 13 anni), ma crescono pure i casi di adescamento online dei bambini nella fascia 0 - 9 anni (32 casi).

Tra il 2020- Giugno 2022 (reati commessi) solo nella sfera sessuale: adescamento di minorenni n. 1180; atti sessuali con minorenne n. 1388; pornografia minorile n. 2050; violenza sessuale: n. 11.583; violenza sessuale aggravata: n.3040; violenza sessuale aggravata perché commessa in istituti di istruzione: n.167; violenza sessuale di gruppo: 284. Per un totale di: n. 19.692 Numero delle vittime minori nel periodo tra il 2020- giugno 2022: adescamento di minorenni n. 2044; atti sessuali con minorenne n. 1142; pornografia minorile n. 631; violenza sessuale n. 1996; violenza sessuale aggravata n. 1683; violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione n. 109; violenza sessuale di gruppo n. 70. Per un totale di n. 7.675.

Sono odiosi reati, delitti che intaccano profondamente la sfera emotiva e psicologica, con ovvie conseguenze negative. Se non vengono colti dal mondo degli adulti le conseguenze saranno particolarmente devastanti nel presente e nel futuro.


PER APPROFONDIRE: Chiesa e pedofilia, i vescovi italiani: «Le comunità curino le ferite»


Come incoraggia le vittime di un abuso? Quale percorso seguire per recuperare dopo un abuso?

Il Centro Ascolto e di prima accoglienza è il cuore di Meter, il cuore della relazione d’aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato si uniscono in un rapporto reciproco per creare un ambiente accogliente e sicuro che consenta la lettura del disagio psico-emotivo.

L’empatia e le competenze professionali permettono, inoltre, di fornire informazioni e risposte sui problemi inerenti il disagio infantile e, in particolare, sull’abuso sessuale, fisico e psicologico, sulla pedofilia e su tutte le situazioni in cui è pregiudicata l’incolumità dei minori.

È qui che, ogni giorno, si lavora incessantemente per il coordinamento delle attività caratterizzanti lo spirito associativo di Meter.

Il Centro Ascolto opera attivando un lavoro di rete tra i servizi presenti nel territorio, al fine di garantire una risposta più adeguata ai bisogni emersi: accompagnamento, presa in carico e orientamento.

In questi anni Meter ha accolto e sostenuto più di 2.000 casi, cioè dire persone ferite.

Davvero la pedofilia è un problema per la Chiesa e nella Chiesa?

La pedofilia, la pedopornografia, l’abuso sessuale è un problema dell’umanità. La Chiesa in questi anni ha attivato quello che era giusto fare, bisogna fare molto di più perché è intollerabile che chierici, religiosi e laici battezzati compiano atti così esecrabili nei confronti dei bambini. Siamo tutti impegnati, senza sosta a fermare questo scempio, questa vergogna.

Abusi, tolleranza zero: l’indirizzo chiaro di papa Francesco e dei vescovi calabresi

Don Antonello Foderaro è il referente del Servizio diocesano per la Tutela dei Minori e delle persone vulnerabili per la Chiesa di Reggio Calabria - Bova. Ci siamo confrontati con lui.

L’esperienza del servizio diocesano tutela minori è ancora all’inizio, come pensa possa integrarsi in tutta l’attività pastorale della diocesi?

La risposta che Chiesa reggina ha dato all’invito del pontefice è stata pronta. Il Servizio diocesano per la Tutela Minori fu costituito sotto l’episcopato di monsignor Morosini, ma come tutte le cose che iniziano il primo periodo è stato di comprensione delle scelte da fare per dar vita al servizio evitando di cadere in errori che avrebbero condizionato l’azione pastorale susseguente.

Monsignor Morrone ha fatto quel salto in più necessario, dopo il tempo della riflessione, costituendo il Centro di Ascolto come strumento di servizio per i bisogni nel campo della tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

Il Servizio diocesano, che è organismo diverso dal Centro di ascolto, ha iniziato a progettare una azione pastorale coordinata con altri uffici pastorali per sensibilizzare il territorio della nostra diocesi su questo tema.

Quali sono le azioni che la Chiesa sta portando avanti per prevenire gli abusi in modo proattivo?

La Chiesa cattolica ha adottato diverse politiche e leggi per prevenire e contrastare gli abusi sui minori all’interno della sua comunità.

Queste politiche e leggi sono state implementate a seguito di uno scandalo globale riguardante gli abusi sessuali commessi da membri del clero, che ha portato alla luce un sistema di copertura e di silenzio che ha permesso agli abusi di continuare per decenni.

Una delle politiche più importanti adottate dalla Chiesa è la “tolleranza zero” nei confronti degli abusi sui minori. Questa politica prevede la denuncia immediata alle autorità civili di ogni sospetto di abuso e l’avvio di indagini interne da parte della Chiesa stessa.

Inoltre, la Chiesa ha istituito una commissione per la tutela dei minori, composta da esperti indipendenti, per monitorare e valutare l’efficacia delle politiche adottate. La Chiesa ha anche adottato un codice di condotta per il clero, che include linee guida riguardanti il comportamento etico e le relazioni con i minori.

Inoltre, sono stati creati programmi di formazione per i membri del clero, al fine di sensibilizzarli sui problemi legati agli abusi sui minori e sulla necessità di prevenire tali comportamenti.

Quali sono le politiche e le leggi attualmente in vigore per prevenire gli abusi all’interno della Chiesa e come le valuta?

Una delle principali politiche adottate è la “Tutela dei minori nella Chiesa”, che è stata emanata dal Papa Francesco nel 2019 e approvato in via definitiva lo scorso 25 marzo. Questo documento richiede la cooperazione tra le autorità civili e religiose, la formazione dei sacerdoti e la creazione di commissioni locali per l’affrontare i casi di abusi sessuali.

Inoltre, nel 2001 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato una direttiva riguardante la gestione dei casi di abusi sessuali su minori da parte del clero. Questa direttiva stabilisce le procedure per affrontare le accuse di abuso, come l’obbligo di segnalare alle autorità civili, la protezione delle vittime e la cooperazione con le autorità nella conduzione delle indagini.

La Chiesa ha anche creato la Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori nel 2014, con l’obiettivo di consigliare il Papa sulle migliori pratiche per prevenire gli abusi sui minori e proteggere le vittime.

Può consegnare tre consigli ai parroci per prevenire gli abusi in parrocchia in modo efficace?

Nessuno ha la soluzione in tasca o la bacchetta magica per far sparire il problema, ma certamente credo si possano mettere in atto tre best pratices che, a mio avviso, sono alla base per prevenire gli abusi: formazione e sensibilizzazione, creazione di ambienti sicuri, interventi tempestivi e adeguati. è importante che tutti ci impegniamo a prevenire l’abuso sui minori.

Tutti abbiamo un ruolo da svolgere, e dobbiamo essere sensibili al problema e pronti ad agire. Non possiamo permettere che i bambini o i ragazzi subiscano ulteriori danni o sofferenze. Non possiamo stare zitti o chiudere gli occhi. L’abuso sui minori è un problema serio che richiede il nostro impegno e la nostra attenzione.

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