Avvenire di Calabria

La Fondazione intitolata al giudice Antonino Scopelliti ha presentato un premio nazionale per le scuole

Antonino Scopelliti, sacrificio dimenticato? Al via il premio per le scuole

Il magistrato reggino attende ancora giustizia. Ma la società civile prova a ricordarlo alle giovani generazioni

di Redazione Web

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La Fondazione intitolata al giudice Antonino Scopelliti ha presentato la quarta edizione del premio nazionale per le scuole. Il magistrato reggino attende ancora giustizia. Ma la società civile prova a ricordare il suo esempio alle giovani generazioni.

L'assassinio del giudice Antonino Scopelliti, un mistero insopportabile

Oggi avrebbe festeggiato 88 anni. Il Giudice Antonino Scopelliti non c'è più da 32 anni e sulla sua morte aleggia un insopportabile mistero. Negli ultimi anni è stata riaperta un'indagine e tra gli indagati è iscritto anche l'ex primula rossa di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro.

Antonino Scopelliti è stato ucciso in un agguato il 9 agosto del 1991 in località Campo Piale a Campo Calabro, vicino Villa San Giovanni (Reggio Calabria) del quale il magistrato era originario e dove tornava ogni anno per trascorrervi le vacanze estive. Scopelliti, 56 anni, (nato il 20 gennaio 1935) era sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Era entrato in magistratura nel 1959. Era stato giudice a Bergamo, Milano e Roma.

Gratteri sulla stagione stragista: «Aprì la strada alla 'ndragheta»

«Riina era un cretino. Era un cretino, non era intelligente. Era solo un violento. Per essere un capo non devi essere violento, devi essere intelligente».

Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, intervenuto in Senato presso la Sala Caduti di Nassirya alla presentazione del portale “Scelgo la vita”. E mentre Cosa nostra ingaggiò, con lo stragismo, la «guerra stupida contro lo Stato» ad approfittarne fu la ‘ndrangheta, al punto, ha ricordato, che ad oggi «è leader nell’importazione di cocaina in Europa».


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Senza scorta, metodico nei suoi movimenti, Scopelliti viene intercettato dai suoi assassini mentre, a bordo della sua automobile, una Bmw, rientrava in paese dopo avere trascorso la giornata al mare. Gli assassini, almeno due persone a bordo di una moto, appostati lungo la strada, sparano con fucili calibro 12 caricati a pallettoni. La morte del magistrato, colpito alla testa ed al torace, è istantanea. In un primo tempo si pensò che Scopelliti fosse rimasto coinvolto in un incidente stradale. L'esame esterno del cadavere e la scoperta delle ferite da arma da fuoco fecero emergere la verità sulla morte del magistrato.

Matteo Messina Denaro tra i mandanti dell'omicidio-Scopelliti?

Secondo i pentiti della 'ndrangheta Giacomo Lauro e Filippo Barreca, sarebbe stata la cupola di Cosa Nostra siciliana a chiedere alla 'ndrangheta di uccidere Scopelliti, che avrebbe rappresentato la pubblica accusa in Cassazione nel maxi processo a Cosa nostra.

Cosa nostra, in cambio del ''favore'' ricevuto, sarebbe intervenuta per fare cessare la ''guerra di mafia'' che si protraeva a Reggio Calabria dall'ottobre 1995, quando fu assassinato il boss Paolo De Stefano.

Nell'abitazione del padre di Scopelliti, dove il magistrato soggiornava durante le vacanze, fu trovato il fascicolo del processo alla ''Cupola'' di Cosa nostra. Dopo una serie di processi, con condanne ed assoluzioni, nel 2001, la Corte d' Assise d'Appello di Reggio Calabria ha assolto Bernardo Provenzano, Giuseppe e Filippo Graviano, Raffaele Ganci, Giuseppe Farinella, Antonino Giuffre' e Benedetto Santapaola dall'accusa di essere stati i mandanti.


PER APPROFONDIRE: Giudice Antonino Scopelliti, una scuola reggina porterà il suo nome


A distanza di anni, l’inchiesta sull’omicidio del giudice Scopelliti è stata riaperta grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola che ha fatto ritrovare in provincia di Catania il fucile che, secondo la Dda, avrebbe sparato al magistrato che, in Cassazione, avrebbe dovuto rappresentare l’accusa al maxiprocesso a Cosa nostra.

Tra gli indagati figura anche il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì scorso a Palermo, che è indagato anche dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Il suo nome compare, assieme a quello di alti 16 indagati tra boss e affiliati a cosche mafiose siciliane e calabresi, in un avviso di accertamenti tecnici non ripetibili notificato nel 2019 dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal pm Stefano Musolino

Il premio alla memoria del Giudice Antonino Scopelliti presentato a Reggio Calabria

I sindaci facente funzioni della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti, hanno preso parte alla cerimonia finale del Concorso nazionale letterario, musicale, artistico e multimediale intitolato al giudice Antonino Scopelliti e rivolto agli alunni delle scuole elementari, medie e superiori di tutto il territorio nazionale.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione intitolata al magistrato ucciso dalla mafia e patrocinata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, si è tenuta nella sala “Trisolini” di Palazzo Alvaro ed ha visto la partecipazione della presidente della Fondazione, Rosanna Scopelliti, e di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola.

Il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, nel corso del suo intervento, ha sottolineato «il ruolo della “Fondazione Antonino Scopelliti” che, attraverso la sua incessante attività, ci permette di mantenere vivo il ricordo e l’esempio di un grande uomo».

«Quest’anno - ha sottolineato Versace - la quarta edizione del premio coincide non soltanto con il giorno del compleanno del giudice Scopelliti, ma anche con il particolare momento storico che segna l’attacco decisivo dello Stato alla mafia».

La presidente della Fondazione, Rosanna Scopelliti, nel ringraziare le istituzioni presenti, ha voluto rimarcare la «quantità e qualità dei lavori presentati dagli studenti delle scuole italiane» ed ha illustrato i “Q-Art”, una pubblicazione curata da Antonio Federico «in cui arte e bellezza si fondono per supportare l’identità territoriale».

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