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Dopo una nuova aggressione a due infermieri avvenuta durante il turno notturno, le organizzazioni sindacali CISL Fp, Nursind e Nursing Up tornano a denunciare le condizioni critiche in cui opera il personale del Pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Carenze di organico, turni scoperti e mancanza di sicurezza continuano a mettere a rischio lavoratori e pazienti.
«Non è più tollerabile che gli operatori sanitari siano esposti al pericolo senza alcuna tutela»: è quanto affermano in una nota congiunta le sigle CISL Fp, Nursind e Nursing Up, a seguito dell’ennesima aggressione notturna avvenuta nei locali del Pronto soccorso dell’ospedale di Locri, ai danni di due infermieri.
Le organizzazioni sindacali, esprimendo solidarietà e sostegno alle vittime, denunciano ancora una volta l’assenza di un presidio fisso di polizia accanto al Pronto soccorso, «inspiegabilmente situato presso la Direzione sanitaria e chiuso nelle ore notturne».
Le stesse sigle sindacali hanno proclamato lo stato d’agitazione per protestare contro le scelte organizzative della Direzione sanitaria di Presidio, che – secondo i sindacati – impiega in modo inadeguato il personale infermieristico e gli OSS, aggravando ulteriormente una condizione già segnata dalla grave carenza di organico.
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La situazione è tale che, denunciano i lavoratori, «la copertura del turno del Pronto soccorso è garantita solo fino ad oggi, forse fino a domani, senza alcuna certezza sulla continuità del servizio». Si teme il raddoppio forzato dei turni, con conseguente accumulo di stanchezza e rischio di errori operativi, in un contesto in cui resta costante il pericolo di nuove aggressioni.
«Serve un intervento deciso per evitare il collasso dell’ospedale di Locri – si legge nella nota –. Il personale è stremato, le unità operative sono al limite e molte sono prossime all’implosione».
Le sigle CISL Fp, Nursind e Nursing Up, rappresentate da Christian Larosa, Vincenzo Marrari e Roberto Cetina, annunciano l’intenzione di intraprendere ogni forma di lotta consentita, a difesa dei diritti dei lavoratori e della sicurezza degli utenti.
«La popolazione di riferimento dell’ospedale di Locri chiede risposte concrete, riponendo la propria fiducia nei pochi e bistrattati dipendenti che continuano, nonostante tutto, a garantire assistenza». È un grido di allarme che non riguarda solo il Pronto soccorso, ma tutte le unità operative dell’ospedale locrese, che da tempo si confrontano con una gestione in affanno e una progressiva perdita di servizi essenziali.
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