Avvenire di Calabria

Il percorso estivo, nell'ambito del progetto ''La fede è gioia'', quest’anno ha avuto come traccia il tema ''Che bella notizia''

Ragazzi all’Itria per incontrare un Gesù «umile e gioioso»

Obiettivo: educare i bambini a un Cristo sempre vicino, mai distante, da poter seguire attraverso ogni aspetto della vita

Antonio Zavettieri

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Nei giorni scorsi si sono concluse le attività del progetto La fede è gioia 2018 promosso e attuato dalla Parrocchia Santa Maria Odigitria di Reggio Calabria nei propri locali, in collaborazione con l’Associazione Artemia e l’Azione Cattolica Parrocchiale – Gruppo Adulti.

L’iniziativa, una preziosa consuetudine dell’estate reggina, realizzata da metà giugno a fine luglio, è stata impostata seguendo le direttive del metodo esperienziale pensato da San Giovanni Bosco per i suoi ragazzi ed ha coinvolto i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria della zona sud della città.

Il percorso, che quest’anno ha avuto come traccia Che bella notizia, si è posto l’obiettivo di fare incontrare ai bambini un Gesù umile e gioioso, sempre vicino, mai distante, da poter seguire attraverso ogni aspetto della vita, compreso quello del gioco.

Molti sono stati i ragazzi che ai pomeriggi davanti al televisore hanno preferito i locali ed il cortile della Parrocchia per costruire, attraverso momenti ludici e formativi, relazioni con i loro coetanei e con gli adulti che li hanno seguiti, senza avere la pretesa di rappresentarsi come loro maestri, ma con lo spirito di “fratelli maggiori” desiderosi di condividere con loro un itinerario umano e spirituale. I piccoli hanno sperimentato la gioia che può dare ricevere attenzione da parte di adulti interessati unicamente al loro bene, mentre gli anziani quanto sia gratificante aiutare a strutturarsi umanamente e spiritualmente la vita di chi è destinato a prendere il loro posto nel mondo, magari portandosi dentro un po' del loro modo di essere e di sentire.            

I bambini guidati dal tema Che bella notizia, dunque, attraverso una serie di esperienze laboratoriali e ludico-ricreative, hanno avuto l’opportunità di cogliere occasioni di apprendimento e situazioni favorevoli alla socializzazione, cosa di fondamentale importanza in un mondo sempre più votato all’individualismo che non vede nel dialogo e nella relazione con l’altro l’unica possibilità di realizzare la propria umanità.

Papa Francesco ci invita a contrapporre alla cultura dello scontro quella dell’incontro. È importante dentro e fuori dalla Chiesa riscoprire la capacità di parlarsi l’uno con l’altro, ascoltando e favorendo il dialogo. Dialogo significa camminare insieme. Uscire dal guscio dell’individualismo e dei gruppi chiusi, per accogliere la bellezza della varietà che una comunità sa offrire. La Chiesa deve porsi sempre di più come modello di una nuova società, fondata sul dialogo, sull’incontro e l’accompagnamento. La nostra è una società molto divisa. È tempo che le diverse generazioni ricomincino a parlarsi, assumendosi la responsabilità del bene comune, per costruire insieme un futuro di pace e di benessere. Non c’è modo migliore per affrontare il futuro che l'interazione tra le generazioni.

Nel loro piccolo, questo hanno cercato di fare i volontari, a cominciare dalla Presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica, Rita Marino, passando per le giovanissime Giusy Sarica e Francesca Zavettieri, e continuando con le signore Marinella Caridi, Grazia Catona, Sara Cogliandro, Francesca Errante, Maria Neri, Concetta Carmela Priolo, Teresa Romeo, Ermenegilda Spinola, Paola Strati, Nuccia Tarzia, Angela Triglia e i signori De Leo Francesco, Versace Claudio e Versace Paolo, che hanno guidato i bambini lungo un percorso che ha fatto emergere la loro creatività e la loro umanità, ma soprattutto la loro necessità di condivisione esperienziale con gli altri.

Le attività del progetto, coordinate da Giovanna Versace, presidente dell’Associazione Artemia, sotto la supervisione del parroco don Pasqualino Catanese, si sono concluse con la partecipazione gioiosa alla Santa Messa dei bambini, accompagnati dai genitori, dai nonni e dalle volontarie.

Particolarmente emozionante si è rivelata la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai bambini da parte degli organizzatori, avvenuta dopo la celebrazione e la festa per la conclusione delle attività che si è svolta nel saloncino della Parrocchia ed ha registrato oltre alla presenza del parroco, don Pasqualino, della coordinatrice, delle volontarie e dei bambini, anche quella dei genitori e dei nonni. È stato davvero bello, in un tempo in cui spesso assistiamo con dolore ad una “guerra” insensata fra le diverse generazioni essere testimoni di un evento che ha visto bambini, giovani, adulti ed adultissimi, guardare insieme con gioia al futuro, certi che l’amore di Cristo saprà sempre far prevalere la speranza contro la paura, l’accoglienza contro l’indifferenza, la gioia contro la tristezza, in definitiva, l’amore contro l’odio.

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