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I Cappuccini di Reggio Calabria sono i privilegiati custodi della sacra Effige della Madonna della Consolazione. La presenza dei frati minori cappuccini in riva allo Stretto risale al lontano 1532. Da allora, salvo alcune parentesi storiche legate alla cancellazione degli ordini religiosi, dalla collina “santa” dell’Eremo, non sono più andati via.
I frati minori cappuccini continuano a risiedere sulla collina dell’Eremo da secoli. Forte il legame con questo luogo che nessuna calamità naturale o crudeltà umana è riuscito a recidere. È anche grazie a loro se il pellegrino che si reca, a piedi o in auto, presso la Basilica dell’Eremo, respira aria di spiritualità. Presso la collina dell’Eremo, tuttavia, non vi è solo la presenza dei cappuccini o della sacra immagine venerata dai reggini.
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«C’è una comunità parrocchiale viva che, nell’ormai lontano 1972, l’arcivescovo del tempo, monsignor Giovanni Ferro, volle affidare proprio a noi frati», ricorda fra Pietro Ammendola, ministro provinciale dei frati minori cappuccini della Calabria. È lui che ci accompagna verso la conoscenza della fraternità e delle altre realtà che animano la vita del Santuario.
Fra Pietro ci spiega il perché della presenza secolare dei cappuccini all'ombra del quadro della Madonna della Consolazione. «Per i frati della Calabria l’Eremo è un luogo speciale perché da qui - racconta - ha avuto inizio la Riforma dei frati minori cappuccini in Calabria, diffondendosi poi in tutta la regione». Inoltre, è il luogo dove si custodisce l’immagine sacra della Madonna della Consolazione, «insieme a San Daniele e Compagni martiri, patrona della nostra Provincia religiosa».
Dal passato al presente, continua ancora il padre provinciale dei cappuccini, «arriviamo al 2022: un anno particolarmente importante non solo per la nostra fraternità, ma per l’intera diocesi di Reggio Calabria - Bova. Ricorrono, infatti, i quattrocentocinquanta anni di presenza del venerato quadro della Consolatrice, così come si presenta oggi, ma anche i trecento dalla prima incoronazione della Madonna e i cinquant’anni dell’elevazione a Basilica del Santuario e della nascita della comunità parrocchiale.
Tre gigantografie poste all’ingresso principale della chiesa ricordano alcune tappe significative legate proprio alla storia recente e passata del Santuario. Fra Pietro ce le mostra, iniziando dalla riproduzione del documento più recente, emesso dall’attuale arcivescovo, monsignor Fortunato Morrone: la conferma che il luogo in cui è custodita l’Effige della Madonna della Consolazione è da sempre considerato Santuario.
C’è poi il documento che assegna al Santuario il titolo di Basilica minore, «mettendo in speciale comunione questa chiesa con la sede pontificia». È proprio a questo titolo che sono legate le indulgenze plenarie che i pellegrini possono ottenere in particolari periodi dell’anno: «In occasione della festa dei Santi apostoli Pietro e Paolo il 27 giugno, durante i Sette sabati della Madonna, nella Solennità di Maria Santissima Madre della Consolazione (il martedì dopo la discesa del quadro), il 2 agosto festa di Santa Maria degli Angeli e durante le feste di San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova. Ma anche in occasione delle solennità mariane del primo gennaio, 11 agosto e 8 dicembre e ogni volta che i devoti si recheranno in pellegrinaggio speciale nella nostra Basilica».
PER APPROFONDIRE: Padri Cappuccini, chi era davvero Gesualdo da Reggio?
L’Eremo è un luogo importante, conclude fra Pietro, anche per la sua posizione che induce i fedeli ad alzare lo sguardo verso l’alto: «La Vergine Maria, attraverso il suo volto, diventa così mediatrice tra il cielo e la terra».
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