Avvenire di Calabria

Soltanto il 20% di loro si è visto riconoscere il sostegno previsto dalla legge finanziaria. Il resto delle domande è rimasto «inevaso»

Reggio Calabria, il Comune inciampa sul Reddito di Inclusione

Federico Minniti

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Welfare, situazione stagnante. Nonostante le novità introdotte dal reddito di inclusione (Rei), i poveri – troppo spesso – rimangono ancora senza diritti. Esulando dalle inopportune bagarre politiche (possibile abolizione di Ape social e Rei per «fare spazio» alle misure gialloverdi di “quota 100” per i pensionati e reddito di cittadinanza) abbiamo voluto condurre un’indagine indipendente sui “frutti” del primo semestre (dicembre 2017 – maggio 2018) della reale efficacia del Rei.

Una statistica condotta su un campione di 300 richiedenti presso il settore “Politiche sociali” del Comune di Reggio Calabria.

Il dato che emerge è inequivocabile: soltanto il 20% dei richiedenti hanno – in effetti – percepito il sostegno economico previsto dalla Legge. Le restanti domande, a oggi, rimangono inevase.Va sottolineato come questa “platea” di aventi diritto pressoché equivale ai percettori della carta del sostegno per l’inclusione attiva (Sia).

Di fatti, quindi, questa misura – annunciata come innovativa – ha soppiantato quanto era già in essere senza apportare alcune novità di sorta se non la possibilità di avere il 50% dell’importo erogato in liquidità contante. La problematica più eloquente è data dalla bassissima reattività di un settore comunale letteralmente “affogato” dalla mole di richieste pervenute (si stimano in 6.000 nel solo comune capoluogo). I famigerati 25 giorni di lavorazione delle domande si sono puntualmente trasformati nei proverbiali due mesi, come ci riportano diverse testimonianze dirette acquisite nel corso della nostra indagine. Allo stesso tempo, i beneficiari effettivi del contributo Rei hanno segnalato come l’impegno nello stilare un progetto di reinserimento sociale sia stato minimo e limitato a un incontro e dal quale non è sortito alcun effetto.

Certamente è ingeneroso fare di tutta l’erba un fascio né non riconoscere le difficoltà oggettive del settore “Politiche sociali” gravato di un carico lavorativo superiore alle capacità produttive (in termini di servizi) delle proprie risorse umane, come sottolineato dagli addetti ai lavori. Gli uffici comunali, seppur contattati dalla nostra redazione, al momento non hanno fornito nessuna risposta.

A giugno, resta il fatto che – con l’ampliamento della platea dei destinatari (in virtù della nuova legge finanziaria) che fa venire meno i requisiti familiari – si è riavviata la “corsa” al Rei con tantissimi patronati e Caf «intasati» per il loro supporto nella compilazione delle domande di tanti cittadini indigenti di Reggio Calabria.

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