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Nei giorni scorsi si è spento l’ingegnere Gianni Scambia, storico presidente della Viola Reggio Calabria che contribuì a portare ai vertici dello sport europeo. La figura di Scambia, però, non è solo legata allo sport: subì un’epopea giudiziaria su cui la società civile calabrese è chiamata a riflettere e conservarne memoria.
Aveva 86 anni, l’ingegnere Gianni Scambia tornato alla Casa del Padre nei giorni scorsi. Un nome di primo piano per la storia recente di Reggio Calabria legato a doppio filo con gli anni d’oro della Cestistica Viola in virtù del sodalizio col giudice Giuseppe Viola, fondatore del club neroarancio.
Originario di Saline Joniche, nel basso ionio reggino, fu uno dei principali imprenditori della sua generazione. Antesignano anche in ambito edile nell’impegno antimafia durante i suoi diversi mandati da presidente dell’Ance Reggio Calabria.
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Dal 1988 al 1996 fu presidente della Cestistica Viola riuscendo a raggiungere stabilmente i vertici del basket nazionale (con uno Scudetto sfiorato a fil di sirena) e a un buon livello continentale.
Visse una vera e propria epopea giudiziaria, - iniziata con l’operazione della Dda “Pivot” (1996) dove decaddero tutte le accuse infamanti di associazione mafiosa - con oltre venti procedimenti in cui era imputato e dove fu scagionato dopo una lunghissima stagione difensiva che gli comportò il tracollo finanziario delle imprese a lui collegate e il suo impegno nel mondo del basket.
PER APPROFONDIRE: Il ricordo del giudice Peppino Viola, fondatore della storica Cestistica.
Tanti nel ricordare Scambia in questi giorni rievocano le imprese sportive della Viola Reggio Calabria che, in piena seconda guerra di ‘ndrangheta, rappresentò un raggio di luce per i giovani e le famiglie del territorio che si trovavano ogni domenica al Palazzetto dello Sport.
Eppure la grandezza di Scambia fu anche, e soprattutto, la sua straordinaria compostezza nell’affrontare una battaglia giudiziaria che non ne affievolì la grande mitezza d’animo. Un esempio da ricordare e valorizzare: una ricompensa (minima) che Reggio Calabria gli deve.
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